Milano, anni Sessanta. Al Camparino, un bar storico del centro, Anna si trova con il fidanzato Guido.
Dalle due uscite del locale, però, si dipartono due percorsi che corrono in parallelo, in bilico tra il reale e l'immaginario. Due vite, scelte diverse, che partono entrambe da quel giorno, da quel bar. A compierle la stessa donna.
Due storie d'amore molto diverse, con snodi in comune. Come due dimensioni parallele del reale, dove i sentimenti si incrociano per dare vita a esistenze opposte, eppure così simili.
Una sola donna e due uomini completamente diversi. Uno la conduce a una vita prevalentemente milanese e rappresenta un perfetto esempio di vita borghese. L'altro la invita alla ribellione agli schemi fissi e alle convenzioni, portandola dalla Francia agli Stati Uniti, in ambienti frequentati da artisti e intellettuali.
Due vite, una donna. Due possibilità, ma forse due di un milione.
Non è semplice scrivere una recensione di un libro i cui fatti si svolgono alla Sliding Doors, ma ci proverò (senza fare troppa confusione).
Nella prima parte di trova la ragazza che esce di corsa dal bar per dirigersi verso la fermata del tram e salire sopra poco prima che le porte si richiudano, lasciando a terra un Guido sgomento. Inizia a girare per le strade milanesi fino a quando non entra in un bar, spinta dai morsi della fame, e i suoi occhi incontrano quelli di Andrè, un fotografo francese che adora girare il mondo, senza separarsi mai dalla sua macchina fotografica. Tra loro è amore a prima vista, e la passione prende fuoco nell'appartamento che lui ha affittato.
Forse amiamo una sola volta e forse soltanto così, nella luce dorata propria degli albori, quella luce che c'è solo agli inizi e poi nel corso della giornata non si ripresenta più.
Qualche ora passata insieme e quando lui le chiede di partire insieme, non ci pensa due volte a dirgli di sì. Una scappata a casa per fare la valigia sotto gli occhi di un padre curioso e preoccupato per la figlia che ha deciso di scegliere come vivere la sua vita, ma allo stesso tempo felice, perché si sa che i genitori vogliono solo la nostra felicità. Quella donna che ha scelto di lasciare la sicurezza dell'Italia si trova a girare il mondo, Nizza, Parigi, Londra, New York, arricchendo il proprio bagaglio culturale, confrontandosi con grandi artisti e imparando lei stessa l'uso della macchina fotografica, diventando quasi più brava di Andrè (si dice che l'allievo superi sempre il maestro). Si perderanno e si ritroveranno, anche quando Andrè, dopo aver provato con mano la devastazione della guerra in Vietnam, sparirà per diversi mesi senza dare notizie di sé.
E che importa se il cielo è finto e finte sono pure le stelle? Non è forse l'irrealtà la stoffa dei sogni, dell'illusione, della magia?
A volte intuire è un amaro privilegio, percepire una condanna, presagire una maledizione.
Forse meglio sapere.

Un racconto a quattro mani ben scritto, che mi ha tenuto compagnia nei primi giorni di quest'autunno uggioso e che continua a essere presente con un'unica domanda: Cosa sarebbe successo se...??? Penso che ognuno di noi si interroghi spesso su che svolta avrebbe potuto prendere la propria vita se avessimo azzardato con le scelte dettate dal cuore.
Ci sono persone eccezionali che incontriamo nel momento sbagliato e ci sono persone che diventano eccezionali perché le incontriamo nel momento giusto.
Gisella Colombo è nata ed è sempre vissuta a Milano, città a lei molto cara, dove si è laureata in Lettere Moderne e dove da anni insegna Italiano e Latino presso un liceo scientifico.
Ama il suo lavoro, ma anche la cucina e il buon vino, che ha imparato a conoscere e apprezzare grazie al diploma di sommelier, conseguito un po' per passione, un po' per curiosità. Ha iniziato a comporre poesie in seguito alla grave malattia contratta dal figlio minore, ma, dopo i versi legati a questa fase difficile della sua vita, il gusto di narrare l'ha catturata e l'ha portata a scrivere racconti e brevi romanzi.
Carmelita Fioretto è nata a Messina dove si è laureata in Scienze Politiche. Da anni vive a Milano, sua città d'adozione, e lavora presso l'Università degli Studi. L'amore per i viaggi l'ha spinta a girare il mondo e a soggiornare per lunghi periodi in Sudamerica. Ha pubblicato due romanzi storici per la collana I romanzi edita Mondadori e collabora con la rivista Confidenze.
Fiat 1100 è la loro prima esperienza di scrittura "a quattro mani", ideata, realizzata e condivisa nel pieno rispetto del temperamento e della cifra stilistica di ciascuna delle autrici.
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