mercoledì 7 ottobre 2015

IL MAESTRO D’ELEGANZA di Cecilia Ryan



Quando Beau Brummell, maestro d’eleganza di corte, incontra un bel soldato a un ballo pieno di gente che ha iniziato ad annoiarlo, ha in mente solo una breve relazione e l’opportunità di dimostrare che l’abito fa il monaco. Toby, però, si rivela essere non solo bellissimo, ma anche un amante gentile e generoso e Beau presto finisce con l’innamorarsene. Malgrado all’inizio abbia acconsentito ai piani di Beau per permettergli di divertirsi, il geloso Principe Reggente dà un ultimatum: Toby deve tornare in Francia o qualcuno rischierà l’accusa di tradimento. Sapendo che Toby non ha molte speranze di sopravvivere alla guerra, Beau inizia a sprofondare nella depressione e nei debiti. È sicuro che lui e Toby non si rivedranno mai più...


Mi piacerebbe essere ricordato come l’uomo che ha donato al mondo Beau Brummell. È improbabile che farò molto altro degno di nota.
Sir George Brummel detto Beau è realmente esistito ed è considerato da tutti come il padre del dandismo. Elegante non solo nel vestire ma anche nei modi, George Brummel era famoso per le sue battute intelligenti e mordaci e quando entrava in una stanza o partecipava ad un evento, diventava il fulcro della serata e la sua luce offuscava tutto il resto. Essendo un uomo di eccelsa cultura, diventò presto consigliere del re Giorgio IV, principe di Galles. Il rapporto tra i due fu da sempre altalenante ma non sappiamo se effettivamente tra loro ci sia stato qualcosa di più di una sana amicizia. Ad ogni modo, Lord Brummel fu uno degli uomini più ammirati e stimati dell’Inghilterra del diciottesimo secolo. La sua presenza alle feste era sempre richiesta e, dovunque andasse, il maestro d’eleganza non deludeva mai.

Il breve racconto di Cecilia Ryan inizia proprio ad uno di questi ricevimenti di corte dove, molto spesso però, è la noia a farla da padrona. Non questa volta! La presenza del soldato Toby, reduce dalla campagna di Francia in cui si è distinto come eroe, accende le fantasie di tutti i presenti.

Chi attirò la mia attenzione, invece, fu un giovane uomo in uniforme militare che sembrava cercare di mimetizzarsi con le piante di aspidistra senza grande successo, data la sua giacca rosso brillante da fuciliere e i suoi arruffati capelli biondi che risaltavano fra il crema e il dorato del resto del salone.
Cosa c’è di peggio che vedere un giovane avvenente vestito in modo a dir poco imbarazzante e incapace di valorizzarsi? Se poi si tratta dell’uomo dell’anno, l’eroe che diventerà il simbolo della nazione, allora ci si ritrova davanti a un grosso problema. Bisogna intervenire e correre ai ripari al più presto. Il principe George sa che solo Brummel, il maestro d’eleganza, può compiere il miracolo e così gli lancia la sfida che viene raccolta senza indugio.

Ma lascialo in mano mia per qualche tempo, lascia che lo rimetta a nuovo: allora avrai la cosa perfetta da mostrare alla folla. Un autentico eroe di guerra che li colpisca e intrattenga. Per riportare il Paese dalla nostra parte.”  […]“Rientra davvero nelle competenze di un maestro d’eleganza?” “Io direi di sì, Giorgio. Chi se non io? In chi altri potresti confidare per creare un esempio di grazia e buone maniere, partendo dalla materia prima più grezza nel giro di... un mese?” “Facciamo due settimane e consideralo un affare fatto. Mi metterò d’accordo io con il suo colonnello.”
Il rapporto tra Beau e Toby si tramuta subito in una relazione bollente.
“Vuoi farmi fare una rotolata, vero?” Sbattei le palpebre, quindi feci ciò che qualsiasi gentiluomo come si deve avrebbe fatto al posto mio. “Sì, ne avevo l’intenzione.”

Il soldato è bello, non c’è che dire, e Brummel rimane affascinato dalla sua freschezza e dalla figura possente che ben si presterà all’opera di “restauro”, se così vogliamo dire. Ben presto Toby abbandonate le giacche dai colori sgargianti e ripulito, da cima a fondo, incarnerà al meglio la figura dell’inglese di gran classe. Il re però, intuendo cosa c’è dietro un tale cambiamento, impone a Lord Brummel di lasciare il suo giovane compagno. Toby sarà richiamato per una nuova campagna militare. Beau, a malincuore, dovrà accettare.


“Allora finisce così?” “Direi di sì,” rispose di nuovo con il suo accento spontaneo. Il mio stomaco si strinse in modo sgradevole per la facilità con cui accettava la cosa, perché mi ero convinto che i suoi sentimenti per me fossero intensi come i miei per lui, e dovetti rifugiarmi in un vicolo per rigettare.


Il sentimento che lega i due protagonisti è tale da causare uno enorme sconvolgimento nella vita di Lord Brummel il quale, dopo la partenza del suo amato, perde la voglia di vivere. Il nostro amico passa le serate a giocare e a sperperare tutto il suo patrimonio. Caduto ben presto in rovina, ha la fortuna di essere aiutato da Anvalney, un suo vecchio amico che gli starà vicino nel corso degli anni almeno fino a quando perderà l’appoggio del re e sarà costretto a fuggire da Londra,
Si rifugia a Parigi pronto a ricominciare e l’impresa non sembra per niente facile.
Dopo dieci lunghi anni George Brummel rivede Toby, il suo amore, e tra i due, nonostante i segni indelebili lasciati dal tempo, esplode di nuovo la passione. È tempo di spiegazioni, ognuno aveva creduto morto l’altro e si era dato per vinto. Il destino, però,  ha dato loro una seconda possibilità che adesso non si lasciano sfuggire.

Il racconto breve è un bellissimo spaccato della vita di corte. Saltellando tra finzione e realtà la Ryan riesce a cogliere l’atmosfera frivola del tempo e ce la lascia assaporare e gustare attraverso dialoghi puliti e ironici dei personaggi e le descrizioni deliziose dei salotti frequentati dai dandy. L’eleganza, palpabile tra le righe del racconto, ci avvolge accompagnandoci fino all’ultima pagina. 

“Indossiamo sempre una camicia pulita al mattino, anche se quella del giorno precedente non si è macchiata. I vestiti già indossati puzzano, e un Dandy non puzza.”
Le lezioni di moda e di vita si alternano nel racconto e l’immagine che ne scaturisce è quella di un periodo fantastico in cui, è vero, si prediligeva l’apparenza ma che al contempo è diventato il segno distintivo di una generazione.

 Detto con molta franchezza, ero di fatto entrato in quella stanza insieme al massimo oggetto di desiderio di tutti gli uomini che vi si trovavano, anche quelli più inclini alla compagnia femminile. Era quasi come entrare in un covo di lupi che indossavano pantaloni, e ognuno di loro sbavava un po’ per l’affascinante nuovo arrivato, che nessuno riconosceva. Suppongo si aspettassero che, com’era successo con Byron prima di lui, avrebbero tutti ricevuto le attenzioni di Toby.


Nella realtà la vita di Lord Brummel non fu tutta rose e fiori, il gioco lo portò alla rovina e in seguito diventò pazzo. Morì da solo.
Nella novella, come leggerete, le cose prenderanno una piega diversa e grazie all’amore ritrovato, il nostro eroe vivrà il resto della sua esistenza in serenità.

Ah, la potenza dell’amore!

Se qualcuno che mi conosceva in Inghilterra mi vedesse ora, forse faticherebbe a riconoscermi da quanto sono cambiato. Ma se mi riconoscesse, vedrebbe che sono felice.





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