Jez Fielding e James McKenzie – Big Mac per gli amici – sono al secondo anno di università. Dopo essersi divertiti troppo l’anno prima, stringono un patto per frenarsi e rimettersi in pari. Mentre i loro coinquilini escono a bere ogni fine settimana, Jez e Mac restano a casa per risparmiare e per concentrarsi sui loro studi.
Quando Jez suggerisce di guardare dei porno insieme, non si aspetta che Mac accetti. Una cosa tira l’altra, e ben presto il loro arrangiamento passa da “tieni le mani a posto” a “mettici le mani”. Ma innamorarsi di un amico etero non può che finire male, a meno che non ci sia la possibilità che lui provi la stessa cosa.
Avevo già conosciuto quest’autrice con “Nothing serius” e avevo apprezzato le sue atmosfere british e il suo modo di scrivere molto scorrevole e lineare. Qui ci troviamo nel mondo universitario di Plymuth, dove cinque ragazzi ed una ragazza condividono una casa fuori dal campus.
Jez è figlio di un medico ed un avvocato, cresciuto in un collegio maschile e in una famiglia alto borghese un po’ fredda e con alti standard.
Mac invece è frutto della classe operaia e suo padre è un edile con una piccola ditta di ristrutturazioni. Ha dovuto lottare per poter iscriversi all’università e vorrebbe diventare insegnante di geografia.
La storia è narrata dal pov di Jez e vediamo come lui stesso sia il primo a rimanere sorpreso dell’attrazione che prova per Mac. Nonostante avesse “sperimentato” qualcosa in collegio, aveva relegato quelle esperienze nel passato, considerandole un adattarsi alle necessità di un ambiente maschile dove la possibilità di avvicinare delle ragazze era inesistente. Insomma un fare di necessità virtù.
Le vicende narrano quindi la scoperta del lato “bisessuale” di Jez ed il suo rapportarsi con Mac, da lui creduto assolutamente etero.
Nonostante le parti hot siano abbondanti, non è che si potessero centellinare essendo l’argomento principale del racconto, ma mai volgari e segnano le diverse fasi del rapporto tra i due protagonisti.
L’ingenuità e l’inesperienza di Jez e Mac è molto tenera e l’inevitabile evolversi della loro situazione porta il lettore a tifare letteralmente per il lieto fine che non è affatto scontato.
Insomma si tratta di una lettura molto godibile, ma che a mio avviso si sarebbe potuta ampliare maggiormente soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra Jez e Mac al di fuori della camera da letto così da poter apprendere meglio le diverse sfaccettature della loro amicizia.
Ad ogni modo, nonostante si tratti di sole settantacinque pagine, l’autrice è riuscita a creare un racconto pieno e coinvolgente che sa trasportare il lettore fino all’epilogo senza cadere nel banale.
La segretezza di questa cosa tra di loro era innegabilmente eccitante.
Tuttavia, allo stesso tempo Jez desiderava di più. Seduto sul divano accanto a
Mac si struggeva per il suo tocco e per un po' di affetto casuale, ma l’amico
evitava di toccarlo a meno che non fossero soli.
Mac gli mancava molto più di quanto non si fosse aspettato. C'era un enorme buco a forma di Mac nel suo cuore e lui non si era neppure reso conto che l’amico aveva riempito quello spazio, finché quella cosa, qualunque cosa fosse, non era finita. Ora che non facevano più nulla, si rese conto di quanto tempo avessero passato insieme. Studiare per conto suo era una cosa solitaria e le lezioni erano noiose, senza Mac a cui dare di gomito e passare bigliettini. Anche rilassarsi a casa era una schifezza, senza la compagnia del suo amico.
Jay proviene da una famiglia di scrittori, ma ha sempre pensato che il gene della scrittura narrativa l'avesse saltata. Ha passato anni a scrivere soltanto e-mail, articoli o contenuti di siti web.
Un giorno ha deciso di provare a scrivere un racconto breve, giusto per vedere se ne era capace, e ha scoperto che dava parecchia dipendenza. Non ha più smesso di scrivere da allora.
Jay scrive gay romance contemporaneo su uomini che si innamorano di altri uomini. Le piace la sfida di far diventare realtà, attraverso le parole, gli uomini che vivono nella sua testa.
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