Jamie Westenberg e Bea Wilmot non hanno nulla in comune, a parte un primo incontro disastroso. Lei ha un disturbo nello spettro autistico, lui è un maniaco del controllo che detesta gli imprevisti. Per questo, quando i loro rispettivi amici gli tendono un tranello per farli mettere insieme, si sentono ingannati e realizzano di aver in comune finalmente una cosa: il desiderio di farla pagare a quegli insopportabili impiccioni. Fingeranno di essersi perdutamente innamorati, prendendosi gioco degli aspiranti Cupido, per poi rompere in maniera spettacolare, così da porre fine una volta per tutte alle intrusioni nelle loro vite sentimentali. C'è solo un problema: perché il piano funzioni è necessario che l'amore sembri autentico. Il che vuol dire trascorrere parecchio tempo insieme. E se fingere di essere innamorati diventasse improvvisamente sempre più facile? Forse, allora, gli intriganti Cupido non avevano sbagliato del tutto la mira…
In questo periodo della mia vita mai ho voluto così tanto libri particolari, non per forza leggeri, ma che sicuramente siano ricchi di significati, un po' proprio come questo.
Tu prima di me è un romanzo che ti cattura sin dalle prime pagine, quando ci vengono presentati i due protagonisti: Jamie e Bea.
Sono diversi come il giorno e la notte, ma soprattutto il loro primo incontro non si può dire che verrà ricordato con un sorriso, per così dire. Le scintille sono volate, e non di certo quelle che vorremmo tutti sentire, perché quando due si scontrano come si scontrano loro... Il piacere di reincontrarsi è relativo, ve lo dico io. Purtroppo però non sanno cosa li aspetta, soprattutto se una coppia a loro vicino ( la gemella di lei, e il migliore amico di lui... evitarli? Impossibile) non aspetta altro di invitarli nelle loro uscite creando delle splendide uscite a quattro.
Già se il destino rema contro di te c'è poco da farci, ma se a remare sono pure i tuoi cari? Disastro assicurato.
Per certi aspetti non possono esistere due persone più differenti di loro due, anche se sotto alcuni aspetti qualcosa che li accomuna non manca di certo.
Sono neurodivergente;
per il mio cervello autistico non è affatto facile o rilassante far la conoscenza di estranei.
Ma, con l'aiuto di un paio di sorsi di liquore bevuti di nascosto - più sono ubriaca più mi calmo -, diventa un'esperienza meno sconcertante e alla fine gli altri arrivano a considerarmi non solo ragionevolmente socievole, ma anche un sacco fica.
Bea un cuore indomito, un'anima altruista ma soprattutto ha una sua concezione di vedere le cose, complice il suo problema che rientra nei disturbi autistici. Non immaginatevi ora chissà cosa, semplicemente per lei è difficile socializzare, così come è difficile vivere a pieno ciò che una vita sociale ricca potrebbe comportare.
Un esempio? I posti affollati per lei son tabù, soprattutto se son tanto rumorosi.
Strano però che sia proprio lei a lavorare in una cartoleria, vero? E come se non bastasse è un'artista, come il suo corpo dimostra, i tatuaggi che spiccano sulla sua pelle sono frutto della sua mano, delle sue idee, qualcosa di unico per rappresentare la sua unicità.
Divertirsi.
Difficile divertirsi quando soffri d'ansia da sempre.
Quando posti e persone nuove ti serrano la gola e il petto, quando ovunque vai ti viene detto che porti sulle spalle il buon nome e la reputazione di tutta la famiglia e che, se fallisci, dovrai scontare le pene dell'inferno.
E Jamie? Jamie è un pediatra davvero affascinante al punto che le mamme non dimenticano mai di farglielo notare, un maniaco del controllo, forse complice il suo disturbo d'ansia.
Quando si ritrova vicino a Bea qualcosa c'è nell'aria ma superarla? E non è sempre tutto oro ciò che luccica.
Superarla? Superarla significherebbe spendere tempo in quella "relazione", spendere tempo a conoscersi ma siamo sicuri, alla fine, che tutto questo "odio" non nasconda qualcosa di più? Abbassare le maschere significa scoprire non solo i propri punti deboli ma anche mostrarsi per ciò che si è davvero, rischiando il tutto per tutto.
Così, quando capiranno di essere il soggetto delle trame dei loro amici, qualcosa scatterà in loro quando si presteranno al loro gioco.
In fondo cosa c'è di meglio di un'uscita a quattro quando l'altra coppia non sono altri che la tua gemella e il migliore amico del tuo "nemico"?
Che poi, nemico è una parolona, non si sopportano per nulla e non fanno mistero a nasconderlo ma quando si rendono conto di un boicottaggio a loro spese, quale vendetta migliore se non far finta di essere innamorati cotti, così da essere lasciati in pace da ogni "attentato" alle loro vite, e privacy?
Per far questo però bisogna superare un ostacolo non da poco: il reciproco disprezzo, le battute taglienti ma soprattutto far vedere alchimia, gli sguardi adoranti, i baci al beneficio del pubblico.
Posso svelarvi un segreto? Fra tutte queste cose ce ne saranno alcune per le quali non dovrebbero impegnarsi, o almeno non tanto.
«Finalmente avrò il mio Beatrice Wilmot originale».
«Il primo di tanti».
Il suo sorriso è così pieno di gioia che mi fa battere il cuore.
«Come si intitola?» «Due cose sbagliate ne fanno una giusta»
Tu prima di me di Chloe Liese è stato un romanzo un po' rivelazione, se me lo volete permettere.
Mi son sempre piaciuti i libri che smuovono un po', che mostrano qualcosa oltre la perfezione satinata, ma mostrano una realtà tangibile e imperfetta, possiamo anche definirla perfetta nelle loro imperfezioni e io adoro questa pennellata di realtà.
Sulla scia di Helen Hoang Chloe Liese ci mostra lo spettro delle fragilità dell'animo, qualcosa di più unico che raro che, poco alla volta, lascia il lettore ad innamorarsi di questo splendido mondo che grazie ai POV alterni ci viene mostrato in tutta la sua gloria.
I punti salienti di questo romanzo:
- POV I persona, alterni
- Autoconclusivo - I volume della serie The Wilmot sisters
Tropes: autism - contemporary romance - fake dating - romcom - (enemies to lovers non rende l'idea, anche se all'inizio davvero i due non si sopportano e sperano di non vedersi mai più; è più un opposites - attractes) - queer
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