Non
sono un brav’uomo e non ho mai finto di esserlo. Non credo nel bene o in Dio,
né nel lieto fine, a meno che non sia stato pagato in anticipo.
In
che cosa credo? Soldi. Sesso. Macallan 18.
Esistono
parole per descrivere gli uomini come me… playboy, donnaiolo, dongiovanni.
Mio
fratello, che era un prete, ne usa solo una.
Peccatore.
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Conosciamo
un altro esponente della famosa famiglia Bell, stavolta parliamo del
primogenito dei fratelli irlandesi, Sean, un uomo ricco, affascinante,
desiderabile, scaltro e molto cinico. Come tutti in famiglia anche lui è stato
segnato profondamente dal suicidio della sorella, ma mentre Tyler è diventato
prete per espiare il suo senso di colpa, Sean ha preferito abbandonare ogni
forma di religione e di credo diventando una persona scettica e superficiale.
Non esistono limiti nella sua vita, solo praticità, sregolatezza e lussuria, un
perfetto biglietto da visita.
Sono un peccatore con i capelli
perfetti, le fossette e so come fare perché si convincano che il peccato sia il
paradiso in terra.
Sean
ama le donne e sedurle diventa il suo passatempo preferito. Quando a una festa
s’imbatte in una stupenda ragazza, senza pensarci troppo si comporta come un
predatore astuto sfoderando tutte le armi a disposizione per farla cadere nella
sua rete. La ragazza accusa il suo fascino, e dopo una breve resistenza
iniziale, sembra cedere. Sean è talmente accecato dalla sua bellezza che non si
accorge di avere davanti una persona che conosce da tanto. Solo dopo aver
realizzato l’identità della giovane, l’uomo fa marcia indietro, suo malgrado.
In fondo anche un senza Dio come lui possiede una coscienza! Ma non è questa l’unica
sorpresa, Zenny infatti, oltre a essere la sorella del suo più caro amico, sta
per diventare una suora. A questo punto tutti i sogni perversi dovrebbero svanire
definitivamente ma la fortuna bussa ancora alla porta del nostro playboy: Zenny
si presenta al suo appartamento con una sconcertante richiesta.
«Allora di che cosa vuoi parlare?»
Lei risponde con lo stesso tono
disinvolto che ho usato io: «Voglio che tu faccia sesso con me.»
Sean
rimane senza parole, è lusingato, certo, ma non può accettare. Molti infatti sono
gli impedimenti che non permettono che una simile richiesta possa essere presa
in considerazione. La ragazza però non si dà per vinta e sciorina una serie di
argomentazioni per convincere il suo potenziale partner.
Credo che una fede messa alla prova
dal dubbio sia più forte…
Voglio qualcuno che mi mostri tutto quello che mi perderò. Voglio qualcuno che mi sfidi e mi metta alla prova. Se dopo aver esplorato ciò che il mondo ha da offrire vorrò ancora consacrare la mia vita a Cristo, allora saprò che è davvero il mio destino. Sarà una scelta matura e non fatta con ingenuità.
Se
ci pensate il discorso non fa una piega, Zenny è giovane, è vero, ma allo
stesso tempo è consapevole del cammino intrapreso. Tuttavia le manca conoscere
il sesso e superare la tentazione per essere sicura al cento per cento. E chi
la può aiutare a oltrepassare questo limite se non un libertino senza remore? Un
uomo che già conosce e di cui si fida? Davanti a una richiesta simile Sean va
nel panico e pur cercando motivi per non accettare, non può nascondere la
propria ossessione nei confronti della ragazza. Così decide di prendere due
piccioni con un colpo solo: aiuta Zenny e allo stesso tempo soddisfa se stesso
rendendo reali le proprie fantasie. L’accordo è di trascorrere un mese insieme,
poi tutto finirà ed entrambi andranno avanti ognuno per la propria strada.
Sierra
Simone ci delizia continua la serie Priest
con un’altra storia affascinante basata sul connubio tra sacro e profano che
però, a differenza del primo romanzo, offre più spunti di riflessione. Parliamo
sempre di un erotico spinto, ma le note piccanti sembrano amalgamarsi meglio
con la parte più religiosa del racconto tanto da rendere meno forte la
sensazione di blasfemia già presente nel primo libro. L’approccio al tema è
reso più tranquillo dalla presenza dei dialoghi che mettono in evidenza l’interiorità
dei personaggi. L’autrice scava nel loro intimo e, come un sapiente psicologo,
mette a nudo difetti, analizza le paure e si diverte a esaltare le loro fragilità.
Il processo però non ha lo scopo di ridicolizzare i protagonisti ma, al
contrario, ma al contrario quello di renderli forti e vincenti. Sean e Zenny si
muovono e parlano con consapevolezza e grazia tanto che è impossibile trovare
qualcosa di negativo in loro. Neanche quando Sean rinnega più volte l’esistenza
di Dio dà l’impressione di essere una persona cattiva. Al contrario, il fatto
di non tirarsi indietro al confronto con Zenny, di ascoltarla e di mettersi in
discussione, dimostra la sua bontà d’animo. L’impotenza di non essere riuscito,
come fratello maggiore, ad aiutare la sorella nel momento peggiore, alimenta la
rabbia nel corso degli anni, e lo rende un uomo cinico, pur non dannandolo
completamente. La vicinanza di Zenny, con la sua purezza e innocenza, fornisce
a Sean una visione diversa della vita, necessaria e determinante per il
superamento del proprio tormento.
Allo
stesso modo Zenny, che si è ribellata alla presenza asfissiante dei genitori,
ha bisogno dell’amore di Sean per raggiungere la propria libertà.
Devo essere certa di ascoltare Dio ovunque io vada e voglio assicurarmi di non aver trasformato la mia futura Zenny in una sorta di idolo, come hanno fatto i miei genitori. Voglio essere la mia Zenny e credo che questo sia il modo di riuscirci.
La forza del romanzo deriva
proprio dai personaggi, il modo in cui si relazionano tra di loro e affrontano
le varie situazioni rivela la loro ricchezza d’animo. Molte sono le tematiche
presenti nel racconto (amicizia, famiglia, malattia, religione, razzismo,
sesso), e anche se non tutte vengono approfondite allo stesso modo, ci offrono
ulteriore conferma dell’eleganza e soprattutto della maturità di Sean e Zenny.
Alla luce di quanto detto si può concludere tranquillamente che unire le scene
di sesso esplicito, tipico della Simone, con le tematiche teologiche non rappresenta
poi un mix scabroso.
Consigliato!
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