Benvenuti alla Sutton Station: una delle più grandi fattorie attive nel centro dell’Australia, dove, se gli animali ed il caldo non vi uccidono prima, potrebbe farlo il vostro cuore.
Charlie Sutton dirige la Sutton Station nel solo modo che conosce: come faceva suo padre prima di lui. Determinato a tenere la testa bassa ed il cuore a freno, Charlie giura che la terra rossa che lo circonda – che lo isola – gli scorre nelle vene.
Lo studente di agronomia americano Travis Craig arriva alla Sutton Station per vedere come gli agricoltori si guadagnano da vivere avendo a che fare con una delle condizioni ambientali più dure sulla terra. Ma non sono i paesaggi aridi, crudeli e davvero bellissimi a conquistarlo in modo così completo: è l’uomo col cuore di terra rossa.
Non ho mai visto una notte stellata paragonabile a quella dell’Outback australiano e, leggendo questo libro, l’ho rivista attraverso gli occhi di Travis e Charlie. Quando ho preso in mano questo libro (metaforicamente parlando purtroppo, ma se mai uscirà il cartaceo sarà mio) sono partita un po’ prevenuta, pensando alla serie di “Ereditare il cielo” di Ariel Tachna, temevo di trovarmi davanti ad una storia già letta e poco originale. Quanto mi ero sbagliata. N.R. Walker mi aveva già conquistata con la serie di “Fiducia cieca”, ma con la rossa terra australiana mi ha completamente irretita.
Charlie è un personaggio che ispira una grande empatia, la madre che l’ha lasciato quando aveva quattro anni ed il padre che non avrebbe mai accettato di lasciare la propria stazione ad un figlio gay, rendono bene l’idea di quanto debba sentirsi combattuto fra ciò che desidera e ciò che si sente in obbligo di fare. L’intera storia è narrata dal suo pov e si entra subito in contatto con l’arido paesaggio del cuore dell’Australia che Charlie ama con tutto se stesso, affermando che la terra rossa gli scorre nelle vene.
La sua stazione è tutta la sua vita e ci si è praticamente recluso, precludendosi qualunque possibilità di crearsi una famiglia. Con la voce del padre omofobo a riecheggiargli in testa, Charlie ha deciso di vivere in solitudine chiuso a doppia mandata nel suo armadio. L’arrivo di Travis manda tutto all’aria. Il ragazzo americano dall'accento texano e dal sorriso pronto gli entra sottopelle, la lunga astinenza non gioca a suo favore e Charlie si lascia sedurre dalla possibilità di poter finalmente e nuovamente stringere un corpo caldo tra le braccia.
Travis è cresciuto in un ranch, ha studiato agronomia e rimane affascinato da quell'ambiente così diverso dalla sua casa. Si dice che in Texas sia tutto più grande, ma non si sono fatti i conti con l’Australia. Travis è aperto e socievole, ci mette poco ad ambientarsi e a carpire tutti i segreti di Charlie. Nonostante lo si conosca solamente attraverso gli occhi di Sutter si tratta di un personaggio molto forte e positivo, giovane, ma che sa ciò che vuole e non si lascia persuadere del contrario.
Una lettura molto scorrevole che cattura trasportando negli inospitali, ma bellissimi Territori del Nord, facendo sognare con l’inizio di una tenera storia d’amore. Dio come vorrei tornare in Australia! Ottima apertura per la serie dell’autrice dedicata a questi due protagonisti.
A metà colazione, un piede sì agganciò dietro al mio. Travis continuò a mangiare e non perse mai un colpo, ma lì, di fronte a tutti, anche se nessuno poteva vedere, lo fece davvero. Era tipo come tenersi la mano, però con i piedi.
Ero balzato dentro fiumi in piena, avevo cavalcato tori selvaggi e cavalli sgroppanti, e avevo scacciato serpenti letali. Avevo fatto un migliaio di cose folli nella mia vita che avevano portato Ma a sgridarmi, ma non ero stato mai – mai – così spaventato come lo ero quando lo guardavo.
«Non osare dire di no,» disse, scuotendo a sua volta la testa. «Sono qui e ti sto dicendo che ci sono, ci sto, e so che lo vuoi anche tu. So che vuoi che io rimanga.» Sembrava più o meno pronto a piangere. «Porca puttana, Charlie,» mormorò. «Non dirmi di andare via.»
N. R. Walker è una mamma australiana con due bambini.
Dei bei ragazzi le vivono in testa e non la fanno dormire la notte, a meno che non dia loro vita con le parole. Le piace quando fanno cose molto sconce… ma ancora di più quando si innamorano. Si era abituata a pensare che avere delle persone in testa che le parlavano fosse strano… fino a quando le accadde di incontrare altri scrittori che invece le dissero che era normale.
Da allora scrive.
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