Lenny
Primrose è una marionetta. Una seduttrice inviata apposta per rendermi la vita
dannatamente miserabile.
Adorata
dal pubblico e utilizzata a beneficio di suo padre. Tutti gli uomini la
vogliono e ogni donna vorrebbe essere lei. È una manna per la mia reputazione.
Questa è l'unica ragione per cui accetto la proposta di quel piccolo diavolo.
Ci
sto. Sono disposto a far finta di star ottenendo ciò che voglio. Finché ciò che
voglio non è lei.
Ora
non ci sono regole. Dichiarerò guerra al mondo intero pur di tenermela. Anche
gli uomini più letali hanno i loro vizi, e si dà il caso che lei sia il mio.
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#copiaomaggio
Il terzo romanzo della Miller ci porta ad Aplana, isola già conosciuta in PROMESSE E MELAGRANE, primo libro della serie “Mostri e Muse”. L’ambientazione esotica fa da sfondo alla nuova avventura e a un altro mito. Questa volta l’autrice si lascia sedurre dalla leggenda di Elena di Troia, figura bellissima e controversa della mitologia greca.
Protagonista
del romanzo è la giovane Lenny, figlia minore del magnate dell’isola, Tom
Primrose, noto anche come uomo senza scrupoli, pronto a sacrificare la figlia
per il proprio tornaconto. Schiacciato dal peso dei debiti, Tom progetta un
piano malefico per riuscire a salvarsi: organizza una soirée per celebrare Lenny, ma il suo scopo è quello di venderla al
miglior offerente. La sera del ricevimento, però, prende una brutta piega,
Lenny non ha più intenzione di subire e reagisce con violenza all’ennesimo
tentativo di aggressione, uccidendo uno dei soci della Primrose Realty a sangue
freddo. Dopo un primo momento di sgomento, Lenny si rende conto di non essere
sola, Jonas Wolfe, l’uomo che anni prima aveva visto ferire suo padre, è il
testimone del suo misfatto. Nonostante conosca la fama dell’uomo, la ragazza
non si perde d’animo, al contrario dimostra sangue freddo e mente sveglia
quando affronta alla pari il suo ospite, lasciandolo interdetto.
Mi ci vuole un momento in più del
dovuto per capire cosa stia facendo.
Mi apre le dita e io resto
intrappolato dal suo sguardo ipnotico mentre mi posa qualcosa nel palmo. Poi
ripiega ogni dito e mi preme il pugno sul petto.
[…]
Abbasso lo sguardo, srotolo il pugno
e mi rendo conto che ci ha messo dentro il pennello, legandomi alla scena del
crimine tanto quanto lei.
Affascinato
dalla ragazza e messo alle strette, Jonas non può far altro che aiutarla e non
si tira indietro neanche quando Lenny, per sfuggire al padre, gli chiede in un
secondo momento di diventare il suo fidanzato per finta, un modo per prendere
tempo ed evitare che i giornali scandalistici imbastiscano succulenti gossip su
di loro. Allo stesso tempo rendere pubblica la notizia del loro coinvolgimento
sentimentale le fornisce la scusa per evadere una volta per tutte dalle grinfie
del padre e di non essere più la sua marionetta. La freddezza del ragionamento e
l’indifferenza della ragazza di fronte al pericolo intrigano Jonas che alla
fine accetta l’accordo. Il suo scopo è quello di distruggere Tom per la morte
del padre, ma l’offerta è troppo succulenta per lasciarsela scappare. Così la
vendetta è solo rimandata.
La
Miller torna con un altro romanzo intrigante al limite del noir per gli
argomenti trattati (si parla di mafia, regolamento di conti, vendetta), e per
il carattere violento dei personaggi. Jonas Wolfe è un serial killer di
professione, uccide per commissione sia per conto della mafia locale sia per
conto del fratello, sindaco dell’isola. Possiede un pub in città che oltre a
rendergli molto, gli dà la possibilità di nascondere i suoi crimini.
L’isola di Aplana, sebbene
relativamente contenuta in quanto a densità di popolazione, ha sempre avuto un
tasso di criminalità molto elevato ed esteso. Non è organizzato in maniera
capillare, ma ci sono rami concorrenti di società segrete che operano sul lato
meridionale e nelle aree meno abitabili e sottosviluppate.
L’autrice
descrive Jonas come un maschio alfa, sicuro di sé e affascinante. Il solito
macho, direi, visto e rivisto, senza nessun particolare caratteriale in grado
di distinguerlo da altri personaggi già conosciuti. E anche quando si erge a
paladino ammazzando coloro che hanno fatto del male a Lenny, non basta a farlo
splendere. Jonas non è un vero e proprio protagonista, bensì un comprimario la
cui luce si affievolisce fino quasi a svanire completamente quando sulla scena
appare Lenny.
Come
Elena di Troia la ragazza deve tutto al proprio fascino, sia la fama sia il
dolore. Per anni la sua bellezza è stata sfruttata dal padre nelle campagne
pubblicitarie dell’azienda di famiglia, e lei è stata manipolata dall’uomo che
invece di proteggerla ha pensato solo al proprio tornaconto. Lenny ha fatto la
sua parte, sorridendo e collaborando senza mai dire di no, neanche quando il
suo ex ragazzo Preston le ha fatto vivere l’esperienza più atroce della sua
vita portandola al massimo grado di umiliazione. Da quel momento in poi, la sua
vita è peggiorata e lei si è ritrovata sola a combattere una guerra assurda contro
le malelingue, che l’hanno sempre dipinta come una ragazza facile, e contro la
famiglia stessa che non l’ha mai protetta. Chiusa in se stessa e senza un
briciolo di speranza, Lenny cresce convinta di non valere molto, in balia dei
capricci degli uomini che la bramano. E una volta libera, preferisce
nascondersi sperando di venire dimenticata piuttosto che affrontare e vincere i
propri demoni. La presenza ingombrante di Jonas non la irretisce né tantomeno
la destabilizza poiché anche lei possiede un’oscurità interiore. Ed è proprio
questa consapevolezza a fortificarla e a renderla indipendente. Non ha bisogno
dell’aiuto di Jonas per affrontare i suoi incubi, il terrore di sprofondare di
nuovo le dà la forza di rialzarsi e di abbatterli definitivamente con freddezza
degna di un bravo killer.
Alla
fine della fiera Lenny è la sola vincitrice, la luce che illumina l’intera
vicenda, la sopravvissuta di una guerra che ha demolito tutto tranne la sua
bellezza. Senza di lei la storia non avrebbe avuto la forza sufficiente per
decollare e raggiungere un livello più alto evitando di risultare banale.
Consigliato!
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