Sto per sposarmi. Dovrebbe essere un momento felice, invece provo solo paura mentre percorro la navata verso un uomo che mi vuole solo per i miei vincoli familiari. Ma la cerimonia viene interrotta quando Matteo Milani entra nella cattedrale, uccide il mio promesso sposo e mi prende per sé.
Matteo è la persona più fredda, violenta e malvagia che io abbia mai conosciuto. È la personificazione del diavolo con un bel viso e degli occhi che mi perseguitano durante il sonno, ma anche da sveglia. È impossibile sfuggire alla sua stretta, ma anche se riuscissi a scappare Matteo mi troverebbe e mi trascinerebbe di nuovo in questo inferno. Vuole possedermi e rubare pezzi della mia anima con le sue parole crudeli e il suo modo di fare infervorato.
Le sue motivazioni sono sinistre, i suoi metodi calcolati.
Lo odio più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Ma la parte di questo incubo che mi spaventa di più è il modo in cui mi fa dimenticare il mio odio, riuscendo a scatenare il mio piacere e spingendomi a desiderarlo, mentre dovrei volerlo morto.
Nota di Celia: si tratta di un romanzo autoconclusivo sulla mafia con tematiche, linguaggio e situazioni dark, con scene crude sin dalle prime pagine.
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Lucrezia Fontana non ha avuto una vita semplice, meno che meno scelta quando si è trattato di convolare a nozze.
Lei che ha sempre sognato quello che mai ha potuto avere, ritrovarsi in procinto di sposare uno sconosciuto solo per il bene della famiglia, e per la sua economia, non è mai stato nei suoi piani.
E a ben pensarci non è mai stato nei suoi piani diventare vedova ancora prima di sposarsi, per così dire.
Se il suo promesso sposo non ha mai fatto mistero di cosa volesse da lei, ritrovarsi ora di fronte al prete con l'incarnazione del diavolo, un uomo di cui solo le voci bastano a incutere timore, non fa altro che farle sperare in una morte rapida e indolore, ben sapendo che da quel momento in poi nulla sarà indolore.
Nessuno potrebbe proteggermi dall’inferno che si scatenerebbe se provassi a fuggire da questa navata che porta alla dannazione.
edit is mine, the pics used are not
“Una Fontana nelle mie mani, da logorare a mio piacimento. Sto aspettando questo giorno da molto, molto tempo.”
Matteo Milani sogna la sua vendetta da così tanti anni che nel momento in cui posa le sue mani insanguinate su Lucrezia non pensa ad altro se non ai modi in cui può farla soffrire, a far soffrire i Fontana, nient'altro che l'ennesima pedina nel suo schema più grande delle cose, un tassello dopo altro che aspetta solo di essere messo al suo posto.
Ogni parola rivolta alla giovane donna è come una frustata all'animo di Lucrezia, l'ennesimo modo per piegarla al suo volere, ai suoi desideri. La paura nei suoi occhi è come un canto per il suo animo e ogniqualvolta può macchiare la giovane donna, qualcosa di primitivo si muove nel suo animo, un senso perverso di soddisfazione all'idea che l'immacolata Fontana non sia più così immacolata.
Quello che non si aspetta certamente è il miscuglio di emozioni che gli scatena quella giovane donna, più scappa e più vorrebbe piegarla ai suoi desideri, più lotta... e più vorrebbe lottasse solo con lui.
Certamente essere un Milani significa tante cose, ma significa anche nel momento in cui si è sposato rendere la sua nuova mogliettina una pedina anche per i suoi nemici, per coloro i quali non hanno visto altro che un punto debole da sfruttare a loro piacimento per poter far capitolare Matteo.
E Lucrezia invece? Abituata a mettere da parte i suoi desideri, quando si ritrova dentro quel matrimonio mette in atto quello che ha sempre fatto, cercare di trovare il meglio dalle situazioni, sebbene di meglio non ci sia granché quando si tratta di quel diavolo dagli occhi come il ghiaccio, freddi come la sua anima.
Non si aspetta certamente di conoscere il resto della famiglia Milani quasi sin da subito, entrando in sintonia con il più piccolo quasi da subito, un uomo che non si fa remore a mostrarle il lato positivo di cosa significhi portare un cognome come il loro ma, soprattutto, cosa si cela dietro i modi bruschi di Matteo, quanto dolore si porti dietro ma soprattutto facendole vedere le cose sotto un'altra ottica.
Perché?
Perché ogni volta che stanno insieme scoccano le scintille ma quello che mai avrebbe pensato potesse capitare è che una piccola parte di sé potesse trarre piacere da quel suo modo di fare, dai loro momenti di intimità, perché per quanto Matteo la spinga sempre al limite e oltre, non ha mai mosso un dito contro di lei per farle male.
E poco alla volta qualcosa anche nei loro animi muta, e quando la guerra avrà inizio e le carte in tavola verranno scoperte, starà proprio a loro due trovare il loro equilibrio in mezzo a quel caos.
Quando l’ho vista, ho semplicemente capito che avrei lottato per lei. Che avrei ucciso per lei.
E l’ho fatto. Molte volte.
Celia Aaron è una maestra nel creare personaggi disturbanti, inserirli in contesti già al limite e spingere la loro mente al massimo, lasciando il lettore in balia degli avvenimenti.
E' un libro che si ama o che si odia, personalmente in alcuni momenti l'ho trovato troppo veloce, come se i personaggi non avessero il tempo di maturare durante l'opera ma si andasse col piede sull'acceleratore se avete idea di cosa voglia dire; nonostante ciò una lettura piacevole per gli amanti del dark.
Libro in pillole
- autoconclusivo- pov I prima persona alternato
- tropes: forced proximity, mafia romance, dark romance, kidnapping, forced marriage, suspense
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