Il Signore della notte eterna è un
romanzo autoconclusivo, M/M, ispirato a La Bella e la Bestia, ma con un po’ più
di carattere.
Jak ha un solo obiettivo nella vita:
spezzare la maledizione, o morire provandoci.
La vita di Marius non ha alcuno
scopo; non da quando è stato condannato a trasformarsi in una creatura della
notte perversa e assetata di sangue.
Per anni, le streghe hanno aspettato
la loro salvezza, un modo per ritrovare la magia, perduta quando la maledizione
è stata lanciata.
Jak, un ragazzo nato con dei poteri
che le streghe non possiedono più da un secolo, è il loro profetizzato
salvatore, l’unico che può uccidere la creatura, spezzare la maledizione e
restituire la magia alla sua congrega.
Mandato al castello della creatura
come ultimo Rivendicato, Jak dovrà avvicinarsi abbastanza da poterla uccidere,
poiché è per questo che è stato addestrato da sempre.
Non tutto è come appare, però, quando
Jak inizia a svelare segreti e mezze verità, e la creatura sembra non essere la
bestia inquietante che è stato portato a odiare.
Sarà una lotta contro le proprie
emozioni quando nasceranno dei sentimenti inaspettati.
Cosa può essere più pericoloso
dell’odio? Il desiderio.
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Tutti noi abbiamo amato le favole che
ci venivano raccontate da bambini e allo stesso tempo molte volte abbiamo rimuginando sui vari scenari o sui personaggi, magari adattandoli o
immedesimandoci in loro. Crescendo (e non dite di no), abbiamo ripensato alle
stesse favole fantasticando, a seconda del momento e dell’età, su possibili e
diversi sviluppi, alle volte piccanti, per sentirle ancora vicine.
In quest’ottica dobbiamo considerare
il romanzo di Ben Alderson il quale, partendo dalla favola della Bella e la
Bestia, ci ha fornito una storia assai diversa e senz’altro più matura, un
fantasy dai toni dark e spruzzi di noir molto suggestivi.
Anche l’ambientazione mette i
brividi, ci troviamo in un’epoca passata, nel villaggio di Darkmourn, da sempre
sede di una congrega di streghe un tempo potenti. Poco distante si erge Castel
Terrore abitato da una creatura, un mostro, il cui mistero è avvolto nelle mura
di cinta impenetrabili. Soltanto periodicamente viene permesso al così detto
Rivendicato di entrare con la speranza di uccidere il mostro e spezzare la
maledizione. Cosa finora mai riuscita, peraltro. Le streghe confidano in Jak, l’unico
della famiglia a possedere i poteri giusti per riportare al villaggio la forza
di un tempo.
«Figlio mio, sai bene che non c’è
spazio per il fallimento. Hai tutti gli strumenti. Hai la fiducia nelle tue
capacità. Tu… tu sai cosa deve essere fatto, e quando.»
Allontanai la testa di scatto dalla
sua presa, lasciando che il suo dito restasse sospeso in aria e mettendola a
disagio. «Sarà fatto.»
L’avventura inizia e per Jak c’è solo un modo per uscire vivo dal castello: uccidere la creatura. Jack dovrà contare sulla pazienza e giocare di astuzia, solo così potrà avere la meglio sul fortissimo avversario e raggiungere il suo obiettivo.
Ma la maledizione parlava chiaro e Madre
me l’aveva ripetuta fino allo sfinimento. Solo l’ultima notte della luna rossa,
la sua immortalità avrebbe vacillato. Era a quel punto che avrei colpito.
I suoi occhi erano del colore dell’ossidiana.
No. Osservai più da vicino. Erano rossi. Di un rosso talmente scuro da farli
sembrare due voragini di tenebra.
Lui, d’altro canto, era luce pura.
Dal bianco dei suoi capelli curati alla luminosità della sua pelle, che
sembrava risplendere di luce propria. Tutto il suo corpo sembrava essere stato
realizzato da fili di luce lunare. Per riuscire a guardarlo nella sua interezza
mi feci male al collo, dato che mi superava di parecchi centimetri.
[…]
Era bellissimo al punto che avrebbe
potuto ispirare canzoni e racconti.
Il mostro dunque non è poi così
spaventoso, ma al contrario si dimostra assai interessante. Nel periodo che li
separa dalla notte della luna rossa Jak e Marius hanno modo di conoscersi e con
il passare del tempo la convivenza diventa sempre più facile e piacevole. Assistiamo
a un rovesciamento di intenti in cui i pregiudizi iniziali perdono di intensità
così come tutto ciò che era considerato negativo e malvagio nasconde una realtà
opposta e del tutto diversa. Man mano che la storia procede ci rendiamo conto
di come il mostro non sia altro che la vittima inconsapevole di una tragedia
che lo ha distrutto senza però cambiarlo. Marius è un personaggio molto bello e
anche contraddittorio. L’apparenza feroce nasconde una fragilità interiore fatta
di dolore e rassegnazione. Tradito dall’amore e condannato dalla maledizione,
Marius vive da solo in attesa degli eventi.
Anche Jak è solo, fin da piccolo è
stato addestrato a ricoprire un ruolo che non gli ha permesso di provare o
ricevere qualsiasi tipo di sentimento. Il loro incontro offre l’occasione a
entrambi di assaporare, seppur per breve tempo, il calore e la dolcezza che
mancava loro.
Entrambi i personaggi sono belli,
ricchi interiormente e ben caratterizzati, ma la loro forza esplode nella
seconda parte del romanzo, quando inizia la vera e propria caccia. Dopo un
inizio lento e a volte noioso, il romanzo si anima nella descrizione della
notte della luna rossa. Qui i toni si accendono e la caccia ha inizio. L’ambientazione
gotica è perfetta, con la sua oscurità amplifica la tensione. La lotta è
spietata e l’adrenalina sale immagine dopo immagine e fino all’ultimo siamo lì
a non capire come andrà a finire.
L’epilogo stupisce sia per la
drammaticità iniziale che per la soluzione finale. Nel gioco tra la vita e la
morte è sempre l’amore a prevalere.
Consigliato!
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