lunedì 26 settembre 2016

NON DEVI DORMIRE di Giacomo Ferraiuolo


Quante forme ha la paura? In questa raccolta ce ne sono undici.
La perversione e l’ossessione sono lo sfondo di queste storie macchiate di nero.
Protagonisti e lettori si troveranno a percorrere un viaggio attraverso gli angoli oscuri dell’animo umano. Tenteranno di fare luce sull’IO nascosto che tutti celiamo. Pagine marcate dall’inesorabile presenza del male accompagnano la lettura permettendoci di comprendere che l’essere umano non è nient’altro che un semplice ‘involucro malato’. Passioni violente e ossessioni morbose prendono vita tra le pagine. 
Un’unica regola: Non Devi Dormire.
Apro questa recensione con una frase del famosissimo Lucio Anneo Seneca: 

“Sono più le cose che ci spaventano che quelle che fanno effettivamente male, e siamo travagliati più per le apparenze che per i fatti reali.”

In “Non devi dormire” sono racchiusi undici racconti davvero da brivido e per solleticare il vostro interesse vi lascerò un breve accenno dei tre che mi hanno maggiormente colpita.                        
Involucri malati: questo racconto ci presenta la storia di Marco e della sua adolescenza impregnata di sangue, di un’ossessione e dello spauracchio di una funesta punizione divina.                                                                                                      - Non devi dormire: questo è il racconto che dà il nome alla raccolta, ci troviamo catapultati alla sera di San Valentino e Robert e Marion sono una giovane coppia di innamorati, ma quello che Marion ancora non sa riguarda un’oscura maledizione che ha colpito la famiglia di Robert.                                                          - La sua carne, il suo sangue: Cristian è un uomo avanti con l’età; la cui vita è stata costellata di successi, una carriera che lo ha reso più che benestante, una moglie che ama profondamente e tanti amici a cui ha davvero voluto bene. Una sera decide di riunire questi amici per comunicare loro una sconvolgente notizia...

Cosa mi ha affascinata di questo libro? Assolutamente la copertina; fumosa, velata, onirica, dark quel tanto che basta, ma senza scemare nel “già visto”. 
Sebbene i racconti siano diversi l’uno dall’altro, la qualità è manifesta e si percepisce fin da subito, anche se non tutti possono vantare lo stesso livello qualitativo … Ogni episodio, infatti, tocca svariati punti: c’è mistero, paura, sofferenza, morte, dolore, misticismo, distacco e tanto altro ancora. 
Alcune storie vertono più sul lato splatter, altre puntano sul creare un’atmosfera orrorifica che trasmette quel vago sentore di ansia e pathos che personalmente cerco sempre, sia nei thriller sia negli horror veri e propri. Anche se la lettura è stata veramente scorrevole ed appagante, la ragione per cui non ho attribuito la massima valutazione è per la classica domanda che mi faccio quando intraprendo letture di questo tipo ovvero: “cos’altro manca?”, non mi resta che farmi bastare quella ristrettezza dei particolari che solamente i racconti possono concedersi perciò lasciatevi avvincere da questo libro, trattenete il fiato e mi raccomando: non spegnete la luce.


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