Un’unica regola. Niente più uomini.
Due anni fa, ho lasciato un matrimonio che pensavo che sarebbe durato per sempre e l’unica cosa che mi è rimasta è Dick. E no, non mi sto riferendo in maniera British a quello che sta tra le gambe del mio stupido ex. Sto parlando del peloso cane di settanta chili che il suddetto ex mi ha scaricato davanti alla porta. Ma dovendo scegliere tra Dick e qualsiasi uomo, sceglierei Dick ogni giorno. Quindi perché mi ritrovo ad ansimare come il mio cane ogni volta che mi trovo davanti West Hudson, il mio sexy nuovo vicino?
Vero, quel magnifico veterinario è bello in modo peccaminoso. E il mio nuovo coinquilino ha reso impossibile evitare di avere una conversazione con quell’uomo di cui non ho bisogno. Finché non accade la tragedia e un idiota decide di investire Dick. Ed è stato il peccaminosamente bello Hudson a venire in suo soccorso. Evitarlo è stato impossibile.
Doveva essere solo una storiella, una botta e via.
Avevamo le nostre ragioni per mantenerla tale. La mia unica regola, e suo figlio di cinque anni.
Solo che le cose non sono andate proprio così.
Una volta è diventata due, poi tre e poi… insomma, ci siamo capiti.
Prima che me ne accorgessi, mi aveva già dato ben più che cuccioli e favole.
E quella stupida regola?
Finalmente dopo tanto tempo un'altra serie in Italia è giunta al suo termine, grazie a Quixote edizioni.
Di chi sto parlando? Della serie West Brothers di A.M. Hargrove, lasciata congelata al primo volume tanti anni fa da un'altra casa editrice, col libro Dall'odio all'amore.
Protagonista di questo volume è Milly, una donna sulla quarantina che sotto il suo sorriso nasconde più ferite di quanto le piaccia ammettere, in parte portano il nome del suo ex marito, un uomo che sicuramente è meglio perdere che trovare (ma prima di giungere a questa conclusione ce ne è voluto di tempo).
Eppure, da quella relazione disastrosa, è nato Big Dick.
Per chi masticasse un po' l'inglese saprà cosa significa quel termine, per chi invece non lo mastica fatemi dire che in inglese con quel termine si indicano gli attributi maschili (il big rende a pieno la grandezza).
Il problema?
Big Dick non si riferisce a ciò che il suo ex ha (o non ha direbbero altri), bensì quel buontempone del suo ex marito ha deciso di chiamare così il loro cane, un mastino di settanta chili.
Immaginatevi andare per strada e chiamare il vostro cane Dick, in terra americana. Risate assicurate. O manicomio, chissà.
Almeno avevamo due cose in comune.
Cani, e cuori che erano stati fatti a pezzi.
E a quanto pareva, il suo non era stato assolutamente ricomposto.
Hudson non solo è un fantastico veterinario, ma anche un padre provetto, farebbe qualsiasi cosa per tenere suo figlio al sicuro, soprattutto visto quanto il suo piccolo cuoricino sia stato già bistrattato dalla madre.
Da quella relazione l'uomo ne è uscito più cinico, più distrutto, ma anche più forte, perché il legame con suo figlio è qualcosa che difficilmente si possa spezzare, se capite cosa intendo. Talvolta da grandi delusioni qualcosa di buono nasce, un po' come in questo caso.
«Che cosa dobbiamo fare?» «Il cervello mi dice di scappare, ma il mio cuore dice di restare. (...)»
Quasi per caso la strada di Milly si scontra (o forse dovrei dire si incrocia?) con quella del suo vicino, West Hudson, e del suo piccolo Wiley.
Sembra che più uno cerchi di tenersi lontano da una tentazione e più quella gli venga addosso e più uno cerca di far bella impressione e più si ritroverà a scivolare.
Ogni volta che quei due si incontrano state certi che la nostra protagonista avrà fatto una figuraccia, complice il suo cane che non capisce di essere un grosso esemplare, complice l'alchimia fra loro, o semplicemente le loro stelle.
E il fatto che entrambi abbiano dei cani, che il figlio di lui adori Dick, o che siano vicini di casa, o ancora... Non so, capite? È tutto un di più che si incastra perfettamente nel grande schema dell'opera.
Sarà proprio in occasione di una cena di beneficenza che le scintille avranno l'occasione di trasformarsi in qualcos'altro, lasciando noi lettori a pregustarci quello che sarà, o che potrà essere, ma sarà solo in seguito che potremo apprezzare a pieno le doti di questi due personaggi.
«Cosa desideri per cena?»
«Te.»
«Come scusa?» Lo avevo detto ad alta voce? Che diavolo, Mills.
La genialità di Dal Ghiaccio al fuoco sta proprio lì però, perché l'autrice è riuscita a creare un libro geniale nella sua assurdità, ma soprattutto con un mix perfetto tra linguaggio irriverente e colpi di genio, contornato dal giusto mix di spicy che non può che farti amare tutto ciò, un po' come ho sempre pensato le opere di A.M. Hargrove.
Le risate poi? Assicurate, così come i momenti un po' più toccanti, che dosati in modo giusto rendono l'opera completa a 360 gradi.
Spero di rivedere presto altre opere di questa scrittrice, perché, detta col cuore in mano, non mi son resa conto di quanto mi mancasse sino a che non sono giunta alla fine di questo volume, sperando di averne altro.
il libro in pillole:
- autoconclusivo, II vol serie West Brothers
- POV alterni I persona
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