giovedì 9 ottobre 2014

Il tuo Meraviglioso Silenzio - Katja Millay




Vorrei ringraziare la mia carissima amica Ketty per aver recensito questo libro per il mio blog. Dopo averla rincorsa per un pò finalmente ha trovato il tempo per scrivere questa recensione. Grazie amica!! 




Nonostante il tuo Meraviglioso Silenzio, scritto da Katja Millay l'abbia trovato bizzarro e fuori da ogni logica, mi è piaciuto veramente molto. È uno di quei libri che ti tengono sveglia fino alle due del mattino, per il quale non dormiresti nemmeno se non fosse per puro bisogno fisico. Molte amiche mi hanno consigliato questo libro e, dopo averlo letto e scoperto quanto bello fosse, mi sento di consigliarlo vivamente a tutte voi. 
Il tuo meraviglioso silenzio è un titolo perfetto visto che la nostra protagonista, Nastya, non parla da due anni con nessuno, da quando ha ricordato tutto. Si definisce morta, e credo che mai definizione fosse più azzeccata. Inizialmente ho seriamente pensato che lo facesse per le atrocità che aveva passato – ma che si comprendono solo alla fine - le stesse che ti fanno avere gli incubi di notte; invece no, lo fa per propria volontà. I suoi sogni sono stati distrutti, la sua vita è stata irrimediabilmente cambiata; non potrà più suonare il piano, unica sua ragione di vita, ed ormai non vede più un futuro per lei.



Nastya si trasferisce dalla zia in Florida, visto che in casa sua, con la famiglia, non riusciva più a vivierci. Troppi ricordi, troppa sofferenza nel vedere i loro volti segnati dal dolore per lei. Si veste nei limiti della decenza scolastica e cambia completamente identità, visto che ormai la sua, quella reale, le è stata strappata quel giorno maledetto.





Ogni scelta che ho fatto da quando la mia vita è andata in fumo per autocombustione è stata messa in dubbio. Non sono mai mancate le persone pronte a sputare giudizi sui modi che ho adottato per affrontare la cosa. Chi non ha mai ingoiato merda crede di sapere tutto su come devi reagire quando la tua vita viene distrutta. E chi invece l’ha ingoiata pensa che tu debba affrontare la situazione facendo esattamente quello che ha fatto lui.



Come se ci fosse un unico copione da seguire per sopravvivere all’inferno.
Viviamo in funzione dei suoi pensieri, sarcastici e dolorosi, simpatici e coinvolgenti. Utilizza bigliettini per comunicare, e nemmeno con tutti, visto che questi vengono usati solo per informazioni di vitale importanza. Passa le sue giornate come un robot, concentrata sul non farsi notare da nessuno, e con un solo obiettivo in mente, la vendetta.


"Non so per quanto tempo restiamo nel pick-up di Josh,

a tenerci per mano, circondati dal buio e da rimorsi non detti.

Ma è comunque abbastanza da convincermi

che non esiste al mondo una sola vicenda o un solo segreto

a cui valga la pena di aggrapparsi più che alla sua mano."



È una protagonista fuori dal comune, molto particolare ma anche Josh non è da meno. Ha perso tutte le persone care che poteva perdere e lui stesso, in città, viene visto come portatore di morte e sventura. Vive isolato dal mondo, nella sua bolla e non vi lascia entrare nessuno. Le uniche persone con cui ha rapporti umani e civili sono Drew, suo migliore amico – altro personaggio da ricordare e da portare nel cuore – e la sua famiglia. Se sia lui ad allontanare gli altri, o siano loro a stargli lontano, questo non si comprende. Si percepisce solo la sua enorme solitudine.


«Quando la vedi cosa provi? (…) Gioia, paura, frustrazione, desiderio,

amicizia, rabbia, bisogno, disperazione, amore?»

«Sì.»

«Sì, cosa?»

«Sì, tutto»


Il rapporto tra i due protagonisti cresce lentamente, quasi nemmeno il lettore se ne rende conto. Loro stessi non ne comprendono l’inizio né lo svolgimento, ma è decisamente bello e romantico attraversare con loro determinate tappe che ci fanno sospirare e piangere allo stesso tempo. Trovano una routine atipica ma perfetta per loro, due ragazzi asociali che trovano nella reciproca compagnia una sorta di ancora di salvataggio. Non è facile per loro andare avanti vivendo alla giornata, essendo entrambi pieni di problemi e di scheletri nell'armadio.  


"Non voglio che lui mi ami.

Perchè io l'abbia detto a voce alta non lo so, ma è la verità.

Non voglio creare obblighi e aspettative.

Non mi va di causare delusioni nella vita di un'altra persona.

- Neanche lui vuole amarti,

quindi mi sa che siete fatti l'uno per l'altra."



Anche i personaggi secondari sono collegati alle vite dei protagonisti e crescono insieme al racconto come delle piccole pianticelle curate dallo scrittore. Drew, affascinante ed esuberante che in realtà nasconde dentro di se un mondo che uscirà solo per merito della coppia. Il piccolo e grande Clay – asociale come la coppia di protagonisti, che diventa amico di Nasty. Personaggio di secondo piano, forse, ma non da sottovalutare. Il suo talento per il disegno avvicina la nostra protagonista alimentando in lei diverse emozioni, positive e negative, ed aiutando noi a capirla meglio.


"Ho bisogno di sapere che c'è modo per la gente come noi di uscirne.

Ho bisogno di convincermi che è davvero possibile stare bene,

e magari non solo bene, ma benissimoi;

che esiste il modo, anche se non lo abbiamo ancora trovato.

Deve esserci per forza un finale migliore di questo.

Una storia più felice.

Perchè ce lo meritiamo."


Con una protagonista femminile muta, quello maschile  solitario e schivo, un simpatico ed affascinante Drew ed un particolare ed artistico Clay, la scrittrice riesce a coinvolgerti in un vortice di emozioni portandoti a mangiare ogni pagina con la velocità di una scheggia, lasciando con astuzia piccoli e grandi indizi per tutto il libro.
Ho iniziato a leggerlo quasi con superficialità – avendo poco tempo - ho finito l’ultima pagina con la bocca spalancata. Il primo pensiero appena finito il libro? “Ce ne è un altro? Continua?”  A me,  succede raramente.


"Mi aspetto che il mondo imploda, o quantomeno che partano

commenti e occhiatacce, ma non succede nulla.

Nessun mutamento apprezzabile nell'atmosfera generale.

E mi domando se sia accaduto l'impossibile.

Ovvero, noi due, io e lei, siamo diventati normali.

Non appena la parola mi passa per la testa, so che non è esatto.

Non siamo diventati normali, siamo diventati

parte integrante della quotidianità.
E non solo agli occhi di tutta la scuola.
Anche io la considero parte integrante di me, del mio presente,
della mia casa, della mia vita.
Ed è una sensazione terrificante."






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