Da quando il suo Presidente è stato ucciso, l’ex assistente presidenziale Ryan Belvedere è alla deriva in una nebbia di infelicità, ma accetta a malincuore di fare un favore a un amico: recuperare un libro raro in una tenuta fatiscente in Inghilterra. Lì incontra Sidney Blount, un dominatore freddo e sofisticato, che si trova nella stessa casa per valutare le opere d’arte di famiglia. Sidney non ci mette molto tempo a valutare anche Ryan e a decidere con esattezza ciò di cui l’uomo ha bisogno. Che, guarda caso, è l’unica cosa che Sidney vuole concedere… American Squire è una novella che si svolge durante gli eventi di American King, ed è consigliabile leggerlo dopo la trilogia di New Camelot. Non è necessario aver letto la serie di Thornchapel per godersi American Squire.
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Il racconto è uno spin off breve della trilogia New Camelot e ha come protagonista Ryan Belvedere, già conosciuto in precedenza perché assistente del Presidente degli Stati Uniti, Maxen Ash Colchester (come dimenticarlo?). Dopo la morte del Presidente e la conseguente perdita del suo lavoro, Ryan accetta l’incarico di recuperare la copia rara del Tristano e Isotta, conservata nella biblioteca del palazzo austero dei Guest. L’impegno sottoscritto con Nimue, la compagna di Merlin (chi conosce la serie, sa di chi parlo), arriva al momento giusto, Ryan non ha più nulla da fare ma soprattutto ha il morale a terra, la sua dedizione nei confronti di Ash andava ben oltre il suo ruolo istituzionale e, sebbene nutrisse un profondo sentimento, non si era mai spinto oltre le sue competenze. Gli era bastato restare accanto ad Ash e servirlo in ogni circostanza, non desiderava altro. Per combattere il dolore Ryan arriva in Inghilterra e più precisamente a Thornchapel, un paesino immerso nella brughiera ed è qui che conosce Sidney Blount, l’uomo glaciale che forse lo risveglierà distogliendolo dal suo torpore.
Il racconto breve è più un esercizio di scrittura che una vera e propria novella. La storia infatti pur non essendo impegnativa, risulta davvero interessante. L’autrice aggiunge una serie di immagini e descrizioni che arricchiscono il racconto. Leggere Sierra Simone è sempre un piacere. Adoro il suo stile fluido e preciso e ammiro il tono con cui vengono descritti personaggi e ambiente. L’eleganza britannica traspare chiara dalle pagine in netta contrapposizione con la società americana. Ryan comprende le differenze e le mette in paragone, così la praticità americana si scontra con l’austerità inglese, e la frenesia d’oltre oceano lascia il posto alla calma aristocratica del vecchio continente. La modernità dei grattacieli sbiadisce di fronte al classico e severo aspetto della magione dei Guest.
Le merlature si stagliano nel cielo invernale come denti rocciosi, e le finestre riflettono un’infinità di alberi. Sono tre piani di pieta grigia, asimmetrici e ovviamente aggiunti nel tempo, e non ci sono ghirlande qui, nessun albero di Natale che risplende con gioiosità dalla finestra frontale.
Ryan è affascinato da tanta solennità così come rimane folgorato dalla bellezza crudele e fredda di Sidney.
Quest’uomo sembra freddo, in forma e sereno; un blocco di ghiaccio scolpito a forma di divinità, […] irradia quel tipo di potere remoto che non posso fare a meno di bramare come un tossicodipendente.
Sidney è un dominante, la sua espressione arrogante irradia potere.
È Cesare davanti al Rubicone, Annibale che fissa le Alpi. È un’espressione che dice che è pronto a conquistare, e lo farà con spietatezza.
Il suo nome non solo è garanzia di forza ma per Ryan rappresenta un’ulteriore differenza tra loro due.
Sidney Blount. Sembra un nome di guerra o forse qualcosa uscito da una storia pulp degli anni trenta su un detective senz’anima che ha dimenticato cosa sia provare altro che amarezza e lussuria. A differenza di Ryan Belvedere, che è un nome dal suono felice e diligente, almeno per me.
Ryan vede in quell’uomo ciò di cui ha bisogno, cioè colui capace di riempire quel vuoto creatosi dopo la morte del Presidente. Sidney è bello come gli uomini che lui ha amato. Basterebbe una parola pronunciata con quella voce calda per farlo cadere in ginocchio pronto a soddisfare ogni sua torbida richiesta.
La bellezza è solo un cancello, una soglia verso un mondo interiore segreto che solo pochi privilegiati riescono a vedere.
Il rapporto di dominanza e sottomissione che si istaura tra i due viene descritto molto bene sin dalle prime battute: gli sguardi, la postura, le parole sembrano dosati perfettamente con l’unico scopo di esaltare la differenza tra i due protagonisti. Parimenti essi rappresentano il preludio a quanto succederà in seguito. Il crescendo di aspettative e desideri si concretizza nella scena di sesso bondage, e anche qui ciò che balza in primo piano è l’eleganza della descrizione.
Solo nella sua voce la cortesia non ha nulla di educato. Il Per favore sottolinea solo il comando che lo precede, il leggero tocco di condiscendenza che rende chiaro che ogni momento cortese o signorile che ho con lui è una concessione data solo a suo piacimento, e non ho il diritto di aspettarmi o pretendere altrimenti.
Educazione, crudeltà e lussuria si fondono insieme per dare vita ad un’immagine erotica, non volgare, di meravigliosa sensualità.
Consigliato!
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