Cameron è sopravvissuto all'Afghanistan, la bomba alla quale è scampato e il disturbo da stress post-traumatico che l'ha tormentato per mesi sembravano essere un ricordo lontano. Avvicinarsi alla morte e arrivare a perdere quasi tutto gli ha aperto gli occhi sulle cose importanti, almeno così credevo. Per questo quando ho capito quello che mi aveva nascosto, sono fuggita. Ho fatto le valigie e gli ho dato un ultimatum, costringendolo a scegliere tra il suo egoismo e la sua famiglia. Da ingenua, credevo che avrebbe scelto me, per una volta. Quando ricevo la visita di un avvocato, però, capisco che anche stavolta è stato lui a scegliere per me e a portarmi esattamente dove voleva che fossi e io gliel’ho lasciato fare. A volte basta poco per permettere al passato di tornare a tormentarci e distruggerci, per questo anche se provo a mettere da parte i miei dubbi e le mie paure e a lottare per noi, i meccanismi tossici della sua mente mi spaventano, riportandomi a momenti della nostra vita che non voglio più rivivere. Cameron riuscirà a continuare a lottare per la sua famiglia o la spirale distruttiva nella quale l'ha trascinato la guerra lo porterà di nuovo lontano da me? Perché guarire da certe cose, a volte, è impossibile e io so che il suo cuore non è abbastanza forte per reggere il peso del mondo e stavolta credo che non lo sia neanche il mio.
#prodottofornitodaAlessiaIorio
Non avete idea da quanto tempo aspettavo il secondo volume della Columbia series di Alessia Iorio, e ho avuto quasi paura di leggerlo in primis perché il primo libro si è concluso con un cliffhanger pazzesco, roba da andare sotto casa dell’autrice per minacciarla di far uscire subito il secondo, e in secondo luogo perché Cameron e Sofia sono abbonati esclusivi al club #maiunagioia. Quindi, prima di continuare a leggere questa recensione, vi avviso che potreste incappare in spoiler involontari legati al precedente volume.
Dove eravamo rimasti? Ah, sì. Dopo una serie di problemi che il lavoro di Cameron ha causato non solo a se stesso ma anche alla sua famiglia, si pensava che la scelta migliore fosse un impiego tranquillo, civile, lontano da tutto quello che ricordava la divisa e il suo precedente incarico. Tutto questo fino a quando non è stato reclutato da un ex navy seals che gli ha proposto di entrare a far parte dell’agenzia per la quale lavora. Cameron non è mai stato un tipo particolarmente riflessivo e ha quasi sempre agito d’istinto, anteponendo i suoi bisogni a quelli della sua famiglia. Sofia non ha retto lo stress a questa nuova menzogna, perché come sempre si è quasi trovata ad accettare il nuovo lavoro del marito, e ha deciso di prendere quelle poche cose che aveva con sé e sparire. Voleva che Cameron si desse una svegliata, che capisse quali sono le cose veramente importanti nella vita e sperava che per la prima volta fosse lui a fare un passo nella sua direzione.
Come si fa a cercare di andare avanti quando parte del tuo cuore appartiene ormai a lui?
Io lo avevo aspettato, avevo sperato di essere importante abbastanza per lui e avevo lottato per noi un’altra volta. Io ero ancora lì, me n’ero andata proprio per tenerci insieme, per restare e lui non l’aveva capito. Ingoiai la delusione e mi massaggiai il petto all’altezza del cuore, intimandogli di non scalciare per Cam. Non se lo meritava, non si meritava che fossi sempre io a fare il primo passo.
Eppure, ero lì per lui, un’altra volta.
Lo devo ammettere: ero terrorizzata a leggere la pagina successiva, ogni volta mi aspettavo succedesse qualcosa di eclatante, qualcosa che avrebbe fatto sprofondare Sofia nella tristezza, costringendola a fare i conti con le proprie scelte. Beh, sicuramente tirare le somme alla fine di un anno negativo sotto tutti i punti di vista non ha permesso a Sofia di accettare certe decisioni con leggerezza. E credetemi se vi dico che Cameron vorrete picchiarlo una pagina sì e l’altra pure. Siamo state abituate a trovare uomini di carta che farebbero di tutto per le loro donne, ma lui è un egoista per eccellenza. Si maschera dietro la frase “lo faccio per te, Sophy. Lo faccio per noi, per la nostra famiglia”, e continua a sballozzolarla da una parte all’altra del continente. Gli devo però dare atto che sprona la moglie a inseguire i propri sogni, pensando che ci sia una soluzione a tutto. E forse, da un lato, è così. Sarebbe più semplice trovare una scusa per non mettersi in gioco, ma lui sa cosa significa sentirsi soddisfatto del proprio lavoro, e vorrebbe che questo senso di appagamento lo trovasse anche Sofia.
Pensi di essere qualcuno, di contare qualcosa, di avere degli obiettivi e che farai di tutto per realizzarli, ma poi ti esplode addosso una bomba e quando ti risvegli l’unica cosa di cui sei sicuro è che non sei più tu.
Che dire di lei? Ho ammirato la sua forza e il suo coraggio quando altre avrebbero gettato la spugna, arrendendosi, lasciando un uomo spezzato a crogiolare nel proprio dolore. Ho apprezzato tanto la sua crescita in questo secondo volume, per essere riuscita a rimanere ferma sulle proprie decisioni, senza lasciarsi ammaliare dal fascino dal suo ex militare, anche se questo spesso ha significato scendere a patti con nuove scelte da accettare. Leggere i suoi capitoli era un po’ come trovarsela davanti, una donna in un’algida armatura di forza e sicurezza fuori, e spezzata all’interno, vittima di poter ricadere in quel passato turbolento dal quale ha faticato a uscire.
Quando una persona come Cameron si prende il tuo cuore e continua a camminare fino a raggiungere la tua anima, la riconosce. Le regala ciò che manca per essere completa e allora puoi dire di aver trovato la famosa metà di te stesso che vaga per il mondo.
So quanto l’autrice abbia faticato a pubblicare questo secondo volume, perché si pensa che i libri debbano farci evadere dalla realtà. Sono del parere contrario, perché non possiamo vivere in un mondo di fantasia, e spesso bisogna sbattere il muso contro fatti ordinari della vita di tutti i giorni. Bisogna pensare che la storia di Sofia e Cameron è la storia di qualsiasi famiglia che ha all’interno del proprio nucleo un militare. La paura delle missioni, l’angoscia di quello che potrebbe succedere a distanza di km senza potersi vedere né sentire, sussultare ogni qualvolta il telefono squilla, pensare a quel “ti voglio bene” non detto, alle lacrime di gioia nel risentire o rivedere la persona amata e poterla riabbracciare, con la speranza che quella fosse stata l’ultima partenza e l’inizio di una nuova vita. E c’è ancora un altro mondo dietro, quello fatto da militari che cercano di superare le sindromi da stress post traumatico, che pensano di potercela fare da soli con l’aiuto dei propri cari, perdendosi nell’oblio dei ricordi, in quel tunnel buio che sembra essere senza via di uscita.
I libri non devono solo farci divertire o sognare, ma darci la forza necessaria per affrontare i problemi della quotidianità, attraverso personaggi forti e determinati. Quindi non posso far altro che chiudere questa recensione ringraziando l’autrice per aver concluso la storia di Cameron e Sofia, e per aver voluto omaggiare, involontariamente, tutti i militari impegnati a difendere il proprio Paese e le famiglie che li supportano in questo ruolo.
Per leggere la recensione del primo volume, cliccare sull'immagine!!
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