Quando
si lavora per la mafia, può capitare di dover uccidere molte persone in tanti
modi diversi. CeatonMercer ha stivato gli ultimi due cadaveri in un capanno
degli attrezzi che appartiene a un adorabile ricercatore marino che abita in
un’idilliaca comunità isolana, ma non è poi così cattivo. Con il tempo si è
trovato una specie di casa e forse anche un posto nel cuore delle persone con
cui lavora, o almeno quanto basta perché non gli piantino un proiettile in
testa quando smette di essere utile per il boss.
Ma
non ha mai immaginato che un solo giorno potesse cambiargli la vita, ed è sul
punto di scoprire quanto si sbaglia.
Gli basta un giorno per incontrare l’uomo che sembra essere
quello giusto, l’amore della sua vita. Sembra inconcepibile che un uomo che si
occupa di morte possa trovare l’amore, ma è come se fosse destino. Gli basta un
giorno, che si fa sempre più strano e in cui i problemi si accumulano, per
costringere Ceaton a riflettere sulla sua cupa esistenza e ad accettare che in
ventiquattro ore tutto può cambiare, perfino lui stesso. Il suo futuro potrebbe
rivelarsi più luminoso di quanto si aspettasse, ma dovrà restare vivo
abbastanza a lungo da scoprirlo.
Questo libro contiene alcuni dei tratti tipici delle storie
di Mary Calmes come l’insta-love, un protagonista duro e puro, ma dal cuore di
panna e con atteggiamento possessivo da maschio alpha. Per altri versi, però,
si discosta dal classico romance, relegando la storia d’amore in secondo piano
rispetto alla vita movimentata di Ceaton (di cui non ho ancora capito come si
legge il nome). La prima metà del libro è tutta incentrata su di lui che, voce
narrante, racconta come è stato congedato dai marines per finire a fare il
braccio armato di un boss della mafia serba di Las Vegas, poi trapiantato a
Boston. Il tutto permette bene di inquadrare il personaggio, capirne i
comportamenti, conoscerne gli amici ed i nemici. Già dalla trama, dove non
viene nemmeno citato per nome, si capisce che l’uomo di cui si innamorerà
Ceaton non avrà grande spazio personale nello svilupparsi degli eventi. Infatti, Brinley,
detto più semplicemente Brin (i nomi normali non ci piacciono), compare sulla
scena come il figlio di un giudice che deve essere protetto e, lo conosceremo
solo grazie al suo interagire con Ceaton che sarà, però, incentrato sul farsi
portare a letto e non farsi sparare addosso. Insomma, un po’ una magra figura
per quello che dovrebbe essere almeno un coprotagonista. Nonostante la storia
d’amore-lampo sia un po’ rosicata, la storia è scorrevole e scritta davvero
bene, d’altronde questa autrice è sempre una garanzia su questo fronte.
In conclusione, non siamo davanti al tipico romance
contemporaneo, ma più ad una storia un uomo e di come, per l’appunto, basta un
giorno a stravolgergli la vita. Certo, quando sei il numero uno di un boss
mafioso serbo la tua vita sarà sicuramente più movimentata di quella di un
postino, ma a Ceaton ne succedono davvero di tutti i colori nell’arco di meno
di ventiquattro ore, tra cui appunto conoscere l’uomo della sua vita: Brin. Una
lettura scorrevole e altamente godibile che non deluderà i fan di questa sempre
brava autrice.
Io ero un tipo
notturno; mi piacevano le cose veloci, e se ero onesto con me stesso, sapevo
anche il perché. Se tutto quanto era sfocato, io non dovevo pensare o provare
nulla, e mi andava benissimo. Concentrarmi su quello che non avevo – casa,
famiglia, qualcuno di permanente – faceva male. Finché mi muovevo alla velocità
del suono, niente poteva raggiungermi.
Sotto la pelle mi
pulsava un bisogno crudo e primordiale, e sapevo, anche solo guardandolo, che
se avessi allungato la mano a prenderlo la mia vita sarebbe cambiata. Ero a mio
agio con lui, mi sentivo incendiare per lui; mi piaceva la sua voce, il modo in
cui lavorava il suo cervello, il modo in cui mi toccava, come se io fossi
prezioso e fragile, e totalmente suo.
“È… strano.”
“Cosa?”
“Tu.”
“Lo avevamo già
stabilito, no?” Ridacchiò, fissandomi come se fosse ubriaco. Era davvero
inebriante, essere guardato come se fossi un sogno che era diventato realtà.
Avrei potuto abituarmici.
Mary Calmes crede nel romanticismo, nel lieto fine, e nella
fiducia che mostrano i suoi personaggi nel poterlo raggiungere. Nelle sue vene
scorre il caffè, pensa che la cioccolata dovrebbe essere un gruppo alimentare a
parte, e attualmente vive nel Kentucky con un ninja peloso di tre chili che la
protegge dagli uccellini, dai ragni e dai cani del vicino.
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