“Sarebbe tornata a BelGrave e quello non era altro che l'inizio.”
Quando Sandra Lomax chiederà a Nina di sostituirla per un anno a BelGrave, le fondamenta sui cui la ragazza ha costruito la sua nuova vita, le tremeranno sotto i piedi. Con un anello al dito, un lavoro nella Omicidi di NY e un futuro già scritto davanti a sé, Nina non avrebbe davvero nessun motivo per accettare, se solo il suo cuore non avesse fatto un unico ed impercettibile colpo sordo a quella inaspettata possibilità. Rimettere piede nell'unico posto che avrebbe dovuto dimenticare e tornare dall'unico uomo che l'ha lasciata andare, rischierebbe di mettere in discussione ogni cosa, ma il suo senso di giustizia sembra suggerire a quello stesso cuore un'unica direzione. Del resto, ora è una donna molto diversa dalla ragazzina ribelle e insolente in attesa di un verdetto, che ha imparato dai propri errori e che ha deciso di cambiare. Ma se sei anni non fossero bastati a cancellare il suo passato con il Sergente Nathan Wayne? E se dietro le sbarre ci fosse qualcuno da salvare che le ricorda la parte peggiore di sé? Forse, la Nina del presente non può semplicemente scappare dalla Nina del passato. Forse, accettarlo, è il primo passo per sentirsi finalmente completi. Sì, ma a quale prezzo?
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Vi ricordate di Nina Volkov? Vi ricordate anche come finiva il primo volume? Ammetto che per me sarebbe stata una fine reale, un po’ quello che potrebbe succedere nella vita di tutti i giorni. Decidere di andare avanti e pensare alla propria vita, perché quella persona che abbiamo amato con tutto il cuore ha deciso che il sentimento non era abbastanza per stare insieme nonostante le difficoltà. Ma devo alzare le mani perché la verità è che non è possibile pensare a Nina senza Nathan e viceversa.
Così succede che a distanza di sei anni, quando Nina pensava di aver trovato la propria stabilità, una richiesta insolita da una persona che stima molto le chiede di tornare a BelGrave, non nei panni della criminale incallita ma da parte della giustizia. Sandra Lomax sa come incuriosire Nina e le proporrà un caso unico nel suo genere e assurdo per la sua semplicità. Eppure tornare a BelGrave significa rischiare di incontrare Nathan, il Sergente di Ferro che sei anni prima ha deciso per la sua vita, lasciandola libera di vivere le sue esperienze e di coronare i suoi sogni. Nina si trova divisa a metà, ma l’opportunità che le presenta la Lomax è troppo gustosa da lasciarsi sfuggire, perché significa possibilità di carriera. E poi, diciamocelo, sono passati sei anni, Nina è cresciuta e i sentimenti per il Sergente fanno parte ormai del passato. Lei è andata avanti, si sta costruendo un futuro con un brillante e avvenente avvocato. Un anno in fondo passa in fretta, ma siamo sicuri che è riuscita a dimenticarlo come vuole far credere a tutti?
«L’amore è semplice, sono le persone a renderlo complicato. Devi solo capire quando vale la pena lottare».
Lo so, non è tanto, ma come ci si può contenere quando si parla di un libro che hai amato alla follia? Questo non è il solito romanzo che siamo abituati a leggere, questo è più di quello che ci si aspetta. Ok, c’è un ragazzo e una ragazza, c’è la scintilla tra loro, ma è incredibile l’evoluzione che hanno fatto entrambi i protagonisti, soprattutto Nina, come sia cresciuta e abbia smussato alcune spigolosità del proprio carattere, anche se continua a schermarsi dietro il suo avvenente sarcasmo, una maschera che calza a pennello per non far vedere ad altri quanto il suo cuore in realtà sia andato in pezzi. Leggere il secondo romanzo di questa dilogia, è stato un po’ come tornare a casa… nei limiti in cui un Istituto di detenzione possa ritenersi tale, ma BelGrave ha rappresentato, per i suoi protagonisti, l’inizio di qualcosa di veramente unico. E non parliamo solo di Nina e Nathan, ma anche di Scarlett e Reid. Ebbene sì, l’autrice è stata così brava e scaltra da portare avanti ben due storie d’amore, consapevolmente o meno, ma tanto di cappello per essersi saputa giostrare e districare in questo modo senza mettere in ombra nessuno dei protagonisti, ma dando loro il giusto risalto e soprattutto il lieto fine che meritavano (vi giuro che in alcuni punti mi sono commossa e sciolta come neve al sole… vi dico solo che Reid non è quello che pensate).
«Ogni volta che provavo a voltare pagina il pensiero di te tornava a tormentarmi. Mi uccideva e mi rendeva vivo allo stesso tempo. In ogni ragazza che ho frequentato cercavo uno scorcio di te. In ognuna di loro, cercavo te» scosse la testa con aria tormentata. «Ma nessuna era te».
So che 700 pagine possono spaventare, ma vi assicuro che scorrono senza nemmeno accorgersene e vi ritroverete all’ultima pagina con quella voglia innegabile di sapere come continuerà la storia di Nina e Nathan, perché anche se si è conclusa, la verità è che non potrete fare a meno di loro.
Ultimo, ma non ultimo, ringrazio l’autrice per essere stata rapidissima a scrivere il sequel, senza risparmiarsi colpi di scena, per l’originalità di alcune situazioni, per avermi fatta morire per ogni scena che riaccendeva la passione tra Nina e Nathan, e anche tra Scarlett e Reid (li ho amati quei due matti!), per aver assistito alla maturazione caratteriale e comportamentale di Nina (siamo proprio sicuri?), per averla fatta uscire dalla sua comfort zone e averle fatto prendere la decisione più difficile tra tutte, ma soprattutto per aver chiuso un ciclo iniziato con un periodo di detenzione per Nina, e per averle fatto finalmente realizzare quei sogni che inseguiva da tanto. Che sia Nathan stesso il suo più grande sogno? Lo scoprirete solo leggendo ;)
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