mercoledì 12 gennaio 2022

MISS FURY (NY SInners #6) di Charlotte Lays



Sfidarsi, spingere le proprie forze oltre il possibile e non averne ancora abbastanza: sarà questo il modo in cui si gestisce il dolore, quando ti avvolge dal primo giorno di vita? Sophie, medico sportivo in gamba e integerrimo nascosto nel corpo di una femme fatale, ha una vita tutto sommato sotto controllo: nessuna relazione, sport estremo e lavoro. Tanto lavoro. Non ha equilibri, né basi solide su cui sentirsi stabile, ma con la sua precarietà ci convive da sempre. Il suo mondo però è destinato a capovolgersi del tutto, lasciandola senza corde a cui aggrapparsi, quando suo padre si risposa e acquisisce un nuovo figlio: il campione di pugilato Lou-The-Hammer-Miller, un concentrato di integrità e voglia di riscatto da cui fuggire sarebbe auspicabile. Perché Sophie lo sa: non serve una complicazione ulteriore alla sua vita già disastrosa. Peccato che il destino non ne tenga minimamente conto. E neanche Lou.

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Sophie è l’unica femmina in una casa di soli maschi, per lo più militari. Rimasta orfana di madre troppo precocemente, ha sempre dovuto lottare per far capire che non era poi così diversa dai suoi fratelli. A distanza di anni si può dire che è riuscita a imporsi in un mondo prettamente maschile, quello dello sport, come uno dei migliori medici e seguendo una delle più importanti squadre d’America, i NY Irons. La sua vita non è mai stata semplice, ma la vicinanza delle sorelle che si è scelta nel corso della vita le hanno permesso di restare ancorata alla realtà, anche se il dolore continua a essere il sentimento dominante. Lo usa come punizione, come un voler sfidare la morte a prenderla, portandosi sempre allo stremo delle proprie forze e mettendosi costantemente in pericolo durante le sue arrampicate. Sophie reprime qualsiasi altro sentimento, come la rabbia per un padre assente che ha saputo voltare pagina risposandosi, e salutando le lacrime anni fa, quando uno dei suoi fratelli perse la vita durante una missione. Eppure, vede mettere in discussione tutto quando suo padre si presenta alla sua porta con una richiesta: aiutare il suo “fratello acquisito” a rimettersi in carreggiata. Ha bisogno di qualcuno che creda in lui e che gli faccia acquisire un nuovo obiettivo e lei è la persona perfetta. Ha visto Lou qualche volta, ha risvegliato qualcosa in lei, ma lui è sposato e per lei off limits, per questo sa che, se dovesse accettare, sarà un disastro su tutta la linea. Ma Lou è una sfida troppo golosa per tirarsi indietro e rifiutare non è nel suo DNA.

Le cose più belle della vita meritano sacrificio. A volte anche più di uno. A volte anche il sacrificio estremo.

Aspettavo con impazienza questo nuovo capitolo della NY Sinners, e siamo arrivati alla ragazzaccia numero sei. Ne manca solo una e già so che ne sentirò terribilmente la mancanza, perché Carlotta ha questa capacità di far sì che i suoi personaggi prendano vita, e non si tratta più di un rapporto tra autore e lettore, ma tra il lettore e quello che avviene all’interno del libro, come se la storia si proiettasse nella vita di tutti i giorni. Non è facile trovare le parole per una storia che ti ha presa e ti ha shakerata come durante la preparazione di un mojito. Ogni capitolo, ogni pagina avevo ben chiaro cosa avrei voluto scrivere, poi capita che ti metti davanti al pc e non sai più cosa dire. Quanto è figo Lou? Quanto è tosta Sophie? Ogni Sinners ha mostrato al lettore pregi e difetti, punti di forza e punti di debolezza, e abbiamo visto il rapporto tra queste ragazze nascere e crescere come se noi stesse facessimo parte di questa grande famiglia. E come ogni volta che finisco di leggere una di queste loro storie, dico sempre che è la mia preferita. Come si fa a scegliere quale tra queste ragazze è la più c*****a quando in realtà lo sono tutte?

Avevo previsto di investire corpo e mente in questa storia, certo che il cuore fosse totalmente compromesso. E invece sembra più rinvigorito che mai.

Sophie O’Brien non è solo una ragazza tosta, ma una tosta tosta perché non ha mai permesso ad altri di prendere decisioni per lei, e ho amato la sua lingua lunga e tagliente per rimettere a posto ragazzoni dall’aspetto angelico. Forza e determinazione fuori, un muro di fragili crepe all’interno, perché Sophie è ai margini dell’autolesionismo; quando vuole provare a mettere a tacere quel dolore che si porta dentro da sempre, che la fa sentire sbagliata agli occhi del padre, ha bisogno di spingersi sempre al limite, così le arrampicate indoor non sono più contemplate e sfidare la morte diventa l’unica botta di vita possibile. E se, come in precedenza le sue care amiche, pensava di essere immune al fascino dell’amore, dovrà ricredersi quando accetterà l’incarico di rimettere in carreggiata  il campione di pugilato Lou-The-Hammer-Miller, il solo in grado di vedere oltre la sua corazza e forse uno dei pochi in grado di scavalcare quel muro di cinta che ha eretto intorno al suo cuore.

«Il primo errore che compie la gente è proprio sottovalutare chi in un certo momento della sua vita è spezzato. È debole chi si piega, non chi si spezza.»

Le storie di Carlotta non sono solo belle storie per evadere dalla grigia e opprimente quotidianità. Nel corso della lettura diventano veri e propri insegnamenti di vita, e con Sophie abbiamo capito che reprimere le proprie emozioni è dannoso, che la comunicazione è alla base di tutto, quindi meglio urlarsi in faccia quello che si pensa piuttosto che far passare anni prima di dire un semplice “ti voglio bene” e accettare quella mano che ci viene allungata per aiutare ad alzarci, ma soprattutto che non esiste un mondo maschile e uno femminile, esiste un mondo fatto di professionalità e rispetto, nonostante le donne ancora oggi cercano di farsi spazio pur di ottenere i giusti riconoscimenti.
Non ho speso nemmeno una parola per Lou? Vogliate scusarmi, ma lui è tutto da scartare… ehm, volevo dire scoprire, quindi non vi resta che leggere questa storia.

«Ognuno ha la propria storia, Lou. La famiglia è come l’amore e l’amicizia: sono legami invisibili, i più potenti al mondo, ma sono solo parole finché non arriva qualcuno che dà loro un senso.»


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