Milano, oggi. Rossana Fiorentino non crede nei sogni. Non dopo essere cresciuta in una famiglia difficile. Il suo unico desiderio è confondersi tra la gente e vivere serena, senza scosse. Per questo ha scelto la città per studiare e scappare dal piccolo paese dove è nata. Qui vive Sebastian Mahler, un affascinante, giovane concertista, tra i più apprezzati al mondo, che compone musiche meravigliose e struggenti, nelle quali infonde tutta la vita che sembra sfuggirgli di mano a causa della malattia degenerativa che lo ha costretto su una sedia a rotelle. Vienna, 1914. Il primo conflitto mondiale incombe sull'Europa quando due nobili italiane oramai decadute fanno il loro arrivo in città. Luisa e Rosa Marescotti sono sorelle, ma non potrebbero essere più diverse. La prima, timida e spaventata, rimpiange le campagne del parmense che le hanno viste crescere; la seconda è curiosa e ansiosa di gettarsi nella nuova vita che le attende nella sfavillante capitale dell'impero asburgico. Sul loro cammino incontreranno i giovani fratelli Von Mahler: Heinrich, vivace e mondano, e Franz, musicista e fervente patriota, enigmatico e affascinante. Rossana e Sebastian, Rosa e i fratelli Von Mahler: un intero secolo a dividerli, lo stesso amore a unirli. Il loro sarà un valzer in cui, a ogni giro di danza, il destino si intreccerà alla vita e alla morte. Perché tutti i sogni sono fatti della stessa trama.
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Siamo a Milano, immersi nella caotica città che sembra non conoscere il senso della lentezza. Rossana corre tra casa e lavoro. Un lavoro che non la soddisfa, che non ripaga gli anni di studio e spera presto di trovare di meglio, ma mai avrebbe immaginato che il call center nel quale lavora l’avrebbe presto lasciata a casa. Rossana è disperata, le finanze sono poche e deve trovare presto un altro lavoro per evitare di tornare al paesino natale dal quale si tiene il più possibile lontana. Invia curriculum e nell’attesa di una risposta si strafoga di gelato e serie tv. Conosciamo i tempi, e Rossana con il suo curriculum si sente dire “troppo referenziata” o “poca esperienza nel settore”, questo la getta nello sconforto, fino a quando l’amico e coinquilino Tommaso non riesce a rimediarle un colloquio. Il Maestro Sebastian Mahler, un giovane concertista apprezzato e conosciuto in tutto il mondo, cerca un assistente, requisiti fondamentali: disponibilità a viaggiare e conoscenza della lingue. Una doppietta vincente per Rossana, se non fosse che si sente quasi intimorita dalla presenza del giovane Maestro e dalla sua precaria condizione di salute che sembra non riuscire mai a rallentarlo. Ma sarà a Vienna che tra le mani si ritroverà il diario di una giovane italiana, Rosa Marescotti, costretta a trasferirsi dalla zia nel 1914. Cos’è che accomuna le due donne a distanza di più di un secolo?
Ho pudore, rispetto di questa persona che non conosco, perché chi scrive una musica simile deve avere un universo immenso dentro. E il pensiero di trovarmi sola in quell’universo è magico, come un privilegio speciale.
Un privilegio che mi terrorizza a morte.
Come è mio solito fare, ho iniziato la lettura senza conoscerne la trama, dopo essermi gustata il prequel La perfetta melodia del cuore, online in versione digitale dal 9 giugno. Un prequel che getta le basi a una storia emozionante e affascinante, scandita dal senso del tempo e della musica.
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Ha lo sguardo lontano, attraversato da un mare di ricordi e di tristezza. Ma la musica e il solo evocarla hanno spazzato via ogni dispiacere come un vento caldo e benigno.
Ammetto che, essendo la musica elemento fondamentale di questo romanzo, non ero riuscita a entrare in sintonia con la prima parte della storia, non riuscivo a sentire la musica, a percepire la melodia; ma non appena è iniziata la lettura del diario che le cose sono cambiate, e non è stato difficile immaginare Vienna nel 1914 con i suoi pittoreschi palazzi e le serate mondane passate tra un valzer e l’altro, o quando giovani gentiluomini dovevano chiedere il permesso alle famiglie prima di approcciarsi a una ragazza. Un anno che ha visto cambiare le abitudini dell’intera popolazione nel giro di poco tempo: gli uomini sono stati chiamati al fronte e le donne hanno deciso di dare il loro contributo negli ospedali civili, o in quelli da campo.
Mi sono ritrovata seduta vicino a Rossana, quasi a incitarla di andare avanti nella lettura del diario, avida di quell’italiana che era riuscita, con la sua semplicità, a conquistare il cuore di un giovane musicista. In alcuni punti mi sono trovata a trattenere il fiato, in altri mi è venuta la pelle d’oca per la potenza dei sentimenti descritti, e alla fine, la scrittura lineare e fluida di Emily Pigozzi, è riuscita ad emozionarmi.
Una storia che mette in evidenza i valori dell’amicizia e quelli della famiglia, ma che vuole essere un inno a quelle donne che, nel loro piccolo, sono riuscite a fare la differenza, nei confronti del mondo o in quello dei loro partner.
Sento tutta la passione di quest’uomo scorrere tra le vene e la pelle, tra ma mente e il cuore. Stringe le mie mani con vigore, con possesso, e le guida piano sui tasti d’avorio, tra una nota e il silenzio.
Non sono una patita di musica classica, nonostante mio nonno avesse una collezione invidiabile e ogni tanto metteva su qualche disco spiegandomi vita, morte e miracoli di quella determinata opera. Eppure ora mi trovo ad ascoltare Roses from the South di Johann Strauss Jr. e con la testa sono ancora dentro a questa incredibile storia.
Negli anni la scrittura di Emily Pigozzi è cambiata, maturata, le sue storie sono più ricercate, e questa rientra sicuramente tra i miei romanzi preferiti del 2020.
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