“Vidi
un’immagine.
Avvertii
una sensazione.
Seppi
ogni cosa.
M’innamorerò
di voi, conte d’Artois, e sarà la fine.”
Marsiglia,
2019.
Inés
Morel ha perso tutto. Trascorre le sue giornate in un purgatorio di ansiolitici
e paure, finché uno strano incubo la spinge a preparare la valigia e a partire
alla volta della Normandia, per indagare sulla fortezza di Caen e su una donna
vissuta quattro secoli prima.
Semplice
paranoia o sogno premonitore? Tra le stradine profumate di bouganville di una
città medievale, accompagnata da una gatta cieca, un’anziana e saggia custode e
un affascinante albergatore, Inés dovrà rispolverare il suo talento da
ricercatrice storica, per capire ciò che vuole e cosa il destino ha in serbo
per lei.
Caen,
1689.
Marianne
ha un segreto, che sin da piccola ha imparato a nascondere per sfuggire
all’appellativo di “strega” e non mettere in pericolo se stessa e la sua
famiglia. Passare inosservata è il suo unico obiettivo, almeno fino a quando
incontra il conte Alexandre d’Artois, bello, sensibile e idealista, convinto
che Marianne possa cambiare le sorti della guerra tra Francia e Inghilterra,
che la sprona a uscire dal suo guscio e a fare la differenza.
Due
donne lontane nel tempo ma unite dallo stesso potere, un po’ dono e un po’
maledizione, si aiuteranno a vicenda per impedire un’imminente tragedia e
modificare così il corso degli eventi.
Ritratto di donna con tulipani è un viaggio tra passato e presente, con una punta di paranormal romance, un percorso interiore sull’accettazione della perdita e sulla volontà di ricominciare a vivere e riaprirsi all’amore.
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Inés
possiede un dono, o forse una maledizione, che non le rende la vita tranquilla.
In pratica a volte, attraverso i sogni, anticipa la realtà. Le sue sono vere e
proprie premonizioni che il più delle volte, però, non riesce a comprendere se
non a fatto avvenuto.
Osservavo i passeggeri dall’alto,
appesa al soffitto, anima senza corpo. Sguardo senza volontà. Poi volai fuori
dall’aereo, mentre si dibatteva per restare in quota. […]
E infatti rimasi controvento, mentre
il mostro di lamiera andava giù verso terra.
L’aereo, le perturbazioni, l’ansia.
Tutto comprensibile: una manifestazione inconscia delle mie paure consce.
Il
fatto che suo marito avesse trovato la morte in un dirottamento aereo subito
dopo il sogno, diventa per lei causa di stress quasi insostenibile. Da quel
momento Inés perde interesse per tutto ciò che la circonda, diventa apatica e
finisce per chiudersi in se stessa. L’inquietudine la porta a prendere
decisioni definitive così, senza pensarci troppo, lascia il lavoro, allontana
le persone care e resta sola a piangere delle proprie disgrazie. Per lei le
giornate trascorrono tutte uguali tra ansie diurne e incubi notturni. Poi
succede qualcosa e per Inés tutto cambia, un richiamo dal passato, i racconti
della nonna sulla bellezza del posto, una richiesta onirica di aiuto, tutte
queste componenti la spingono a muoversi e a volare a Caen, cittadina medievale
a nord della Francia.
«…Quella città merita un sacco di
finali lieti, senti a me. […]
È il posto in cui tutte le donne della nostra famiglia devono andare, prima o poi.»
Appena
arrivata Inés avverte una strana sensazione, spinta da una forza misteriosa raggiunge
il castello di Guglielmo il Conquistatore dove tutto le riporta alla mente
quanto visto e sentito nel sogno fatto qualche notte prima.
Il cartello informativo. Primo flash
Il prato. Secondo flash.
La fortezza. Terzo flash.
Il fossato sotto il ponte d’ingresso.
Quarto flash.
Persino la casetta del custode.
Quinto flash
Il senso di vertigine. Sesto flash.
Tutto era esattamente così.
Purtroppo anche la sensazione di
imminente pericolo era la stessa.
Pur
non comprendendo bene il perché, Inés è comunque decisa a risolvere il mistero
che, a quanto pare, sembra riguardarle da vicino visto che per molti in città
lei sembra ricordare una donna vissuta nel diciassettesimo secolo, divenuta in
seguito l’amante del conte d’Artois.
È difficile dare una definizione precisa al romanzo: la storia è strutturata in modo che il presente e il passato si muovano di pari passo, da una parte c’è Inés e dall’altra Marianna, la donna con i girasoli.
… Quindi la donna dei tulipani si
chiamava Marianne. «Le somigli moltissimo, così tanto che mi rifiuto di credere
che sia solo una coincidenza… »
Entrambe, oltre ad avere
un legame di discendenza, sembrano accumunate dallo stesso tragico destino. Le loro
vite scorrono parallele ma, grazie ai sogni, tendono a incrociarsi. Con l’aiuto
di David, il padrone dell’albergo in cui risiede, Inés, non avendo nulla da
perdere, mette da parte i timori che in precedenza l’hanno sempre condizionata
e affronta la nuova avventura con lo spirito giusto. Una ridente e tranquilla
Caen fa da sfondo a una bella storia che accomuna vari generi, spaziando dal
contemporaneo allo storico ed è condita con una punta di paranormal che le
fornisce quel tocco di unicità che non guasta. La soluzione del caso coincide con
un cambiamento di vedute e con la nascita della consapevolezza consapevolezza
che per Inés significa un nuovo inizio e un futuro lieto fine.
Consigliato!
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