Conosciamo
tutte la storia... Ade rapisce Persefone, figlia di Demetra, e la conduce di
forza con sé negli Inferi, per farla sua sposa.
Persefone
è costretta a vivere nel Regno dei morti, mentre la madre di lei, in
superficie, si vendica impedendo al suolo di dare i suoi frutti, e di seguire
il normale ciclo delle stagioni.
Una terribile carestia si abbatte sugli uomini, e l'unico modo di riportare l'ordine sulla terra è far tornare Persefone nel Regno dei vivi.
Ma vi siete mai chieste come sarebbe andata la storia... se...
SE il dio degli Inferi fosse stata in realtà una DEA bellissima e vendicativa?
SE
Persefone l'avesse odiata con tutta sé stessa, ma ad un certo punto avesse
cominciato ad accorgersi che, dietro quella dea spietata e terribile, si
nascondeva una donna con dei sentimenti degni di passare alla storia?
SE Ade fosse arrivata ad amare la sua sposa al punto da essere disposta a lasciarla andare e tornare sulla terra che Persefone amava tanto?
Ade
non è una divinità come un'altra. È una DONNA, che è stata bistrattata dai suoi
fratelli e sbattuta a governare il Regno degli Inferi. Una donna che ha dovuto
costruirsi una corazza, che solo Persefone sembra in grado di scalfire.
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Dopo aver visto Persefone, Ade, abbagliata dalla sua bellezza, decide di rapirla e sposarla. Sedere sul trono degli inferi non faceva parte dei sogni della giovane figlia di Zeus e Demetra, Persefone non ama la sua nuova vita e più che regina si sente una prigioniera.
Fra l’altro non ci sarebbe stato un
solo giorno con un cielo azzurro lì dentro, né il calore di un sole estivo. Il
murale nella sua camera da letto, quello coi cigni in volo, ora le parve
incredibilmente nostalgico, le ultime vestigia di un mondo ormai perduto.
Purtroppo ormai è quello il suo destino, un dato di fatto
che nessuno può cambiare. Nonostante tutto, è ancora viva e decisa a tentare una
via di fuga e anche se i vari tentativi vengono sistematicamente rintuzzati,
non demorde, il suo cuore dolce e indomito e il carattere caparbio alla fine si
riveleranno vincenti.
L’autrice offre una personalissima e originale visione del mito greco apportando dei cambiamenti che servono a rendere il romanzo più attuale. La storia è tutta al femminile perché oltre a Persefone e a Demetra c’è anche Ade. Sì, avete capito bene, qui Ade è una donna, la dea allontanata dell’Olimpo e relegata dai fratelli a governare il regno dei morti. Rabbia e terrore sono le armi con cui comanda gli inferi con il rancore a farle da credo in attesa della sua vendetta. Ed è proprio Persefone a offrirgliela su un piatto d’argento. La ragazza, infatti, diventa lo strumento per la propria rivincita, Il suo rapimento è la risposta all’affronto subito, e determina la ribellione contro lo status quo fissato dal padre degli dei, la rivincita della donna sulla società maschilista e vetusta. Ma non finisce qui perché l’arrivo della dea è destinato a lasciare un altro segno importante.
Persefone è una ragazza piena di vita, ma paga lo scotto della propria bellezza sottostando alle angherie di una madre ingombrante e padrona. Demetra non le permette una vita facile, al contrario, non perde occasione per umiliarla. Costretta a sposare Ade, Persefone accetta il matrimonio e ciò che ne consegue stoicamente. Tuttavia, nonostante il timore di essere punita, non riesce proprio a rassegnarsi. Vivere nell’oscurità e nel dolore non fa per lei, per cui ogni scusa è buona per tentare la fuga e anche se alla fine si ritrova al punto di partenza, ha la forza e la determinazione di riprovarci di nuovo.
Mollò gli ormeggi e saltò in barca,
prima di brandire il remo. Percorse una breve distanza, poi si bloccò, come se
l’imbarcazione si fosse incagliata.
La
convivenza si rivela stranamente positiva per le dee, forse all’inizio non si
piò parlare di amore ma di sicuro più passa il tempo, più il sentimento che le
lega diventa più forte e profondo. Cresce l’interesse reciproco così Ade aiuta
la giovane sposa a migliorarsi, preoccupandosi che impari a leggere e a
scrivere. D’altro canto Persefone, grazie alla sua caparbietà e alla bontà d’animo
riesce a far breccia nell’animo oscuro e ferito di Ade, tanto da arrivare a un
accordo sulla propria permanenza nel regno dei morti.
Persefone
quindi è l’eroina del romanzo, è lei che determina gli eventi; il suo fascino
ammalia a tal punto Ade che per amore è disposta a combattere contro Demetra, la
vera cattiva della storia, e liberarla una volta per tutte dalle angherie di
sua madre.
Scostò i capelli dal viso di
Persefone per osservarla respirare, poi le posò le dita sul polso, per contare
i battiti del suo cuore. Non stava respirando, e giaceva immobile,
tremendamente immobile, come se le Moire si stessero burlando di Ade per i suoi
vizi.
[…]
Ade continuò a recitare le sue
preghiere, promettendo ogni sorta di prodigalità alla Dea Madre- devozione, libagioni, templi-
qualunque cosa, pur di vedere il sorriso di Persefone ancora un volta.
Si parlava all’inizio di una storia tutta al femminile e in effetti è così. I personaggi maschili vengono relegati a comparse e lo stesso Zeus, che nel mito originale determina la sorte finale della figlia, qui appare come una figura aleatoria, non prende mai parte attiva nella storia. Questo nuovo punto di vista spoglia il mito della dimensione sovrannaturale, e lo riveste di una giusta dose di umanità. La storia diventa pertanto più contemporanea.
Consigliato!
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