Arlo Gray farebbe di tutto per mantenere
la promessa fatta ai suoi genitori: restare in vita e proteggere la sorella dal
mondo e dai suoi pericoli. Soprattutto se i pericoli arrivano da un altro
regno, quello degli elfi.
Faenir Evelina è disprezzato per
l'omicidio della sua famiglia. Costretto dalla sua regina a prendere parte alla
Scelta, scopre che soltanto una persona riesce a resistere alla grazia mortale
del suo tocco. E lui ne ha un disperato bisogno.
Quando viene rapito dal principe della
morte, Arlo si ritrova invischiato in una rete di segreti, politiche familiari
e magia fuori controllo, trovandosi faccia a faccia con il suo destino
imminente... e un amore che metterà a rischio il suo cuore.
Dopo aver gradito il primo romanzo della
duologia di Darkmourn, non vedevo l’ora di conoscere un altro aspetto del mondo
fantastico raccontato da Ben Alderson. Ne IL SIGNORE DELLA NOTTE ETERNA abbiamo
lasciato Darkmourn in preda al caos. Dopo il fallimento della missione dell’ultimo
Rivendicato, infatti, e la mancata uccisione della creatura immortale, la
vendetta ha portato alla morte di molti abitanti e alla conseguente nascita di
vampiri.
Per salvarsi, a Tithe, un piccolo
villaggio poco lontano da Darkmorn, circondato da alte mura, vige il
coprifuoco: nessuno può uscire dalla città dopo il crepuscolo. Arlo però è
malato e per sopravvivere deve bere il sangue dei vampiri.
Le
fitte erano avvisaglie che il mio corpo stava cedendo. Cominciavano come
piccoli spasmi fastidiosi nel petto. Presto diventavano respiri aspri e pesanti
che gorgogliavano umidi, come se avessi i polmoni colmi di acqua e io stessi
annegando. Quello era il segnale: dovevo mandar giù una fiala del mio bottino.
Il sangue di vampiro era l’unica cosa che mi dava sollievo dal dolore e dalla mia
tragica sorte incombente.
L’arrivo dei vampiri però costituisce un
problema grave anche nel mondo degli elfi: lo stato di Evelina teme per la propria
sopravvivenza. Per ovviare al problema e per garantire la giusta successione al
regno, la regina Claria escogita un piano preciso: ogni anno ciascun principe ha
la possibilità di entrare nella dimensione umana, scegliersi un compagno o una
compagna e portarlo nel regno. Quando la Scelta si avvicina nel villaggio c’è
fermento: essere scelti porta abbondanza e lusso ai componenti della famiglia
che rimangono. Anche Auriol si prepara, come tutti e spera, contrariamente ad
Arlo, che invece, conosce bene la verità.
La
scelta era semplicemente un modo di dare a una cosa terribile un nome carino
nella speranza di nascondere la verità di quella giornata: un furto, elfi che
rubavano ciò che non gli apparteneva, portando via persone care come pagamento
per tenerci al sicuro dalla maledizione dei vampiri diffusa nel mondo esterno.
Quando Faenir, il principe erede al trono,
si avvicina alla sorella, Arlo si frappone tra loro, impedisce che la sorella
venga scelta ma, sfortunatamente, toccando il principe, segna il proprio
destino.
Se il primo romanzo ci riporta alla mente
la favola della Bella e la Bestia, qui l’autore alza l’asticella presentandoci
la sua personale visione del mito di Persefone e Ade. Una visone originale e
assai intrigante, non c’è che dire, dove al posto dell’Olimpo troviamo Evelina,
il regno degli elfi. Ogni città è governata da un principe. Tra questi il primo
nella successione è Faenir. La sua nascita viene ricordato come il più nefasto
nel regno: sua madre è morta dandolo alla luce e suo padre ha avuto la stessa
sorte dopo averlo abbracciato. Da quel momento tutti lo hanno allontanato,
ritenendolo un mostro. Faenir è stato cresciuto (indovinate?) da Caronte ad Haxton,
la città più cupa del regno, lontano da suoi cugini e dal resto della famiglia.
Il tocco letale del principe non ha risparmiato neanche lui il quale, una volta
morto, è diventato il traghettatore sullo Stige.
Faenir sa perfettamente che a causa della
sua maledizione non salirà mai al trono, perché è condannato a stare da solo.
Le cose cambiano però quando incontra Arlo, e il fatto che il giovane sia l’unico
essere umano che può toccarlo senza passare a miglior vita, lo incuriosisce al
punto di decidere di rapirlo.
Per
anni avevo provato un’agonia come nessun’altra, ma non così, non così vera,
così fisica e innegabile, causata dalla mano di una altro. Erano sempre le mie
mani a fare male. Mutilare. Uccidere.
Arlo
era il crudo promemoria che c’erano altri che potevano causare tanto danno
quanto me.
Fenhir si è adattato alla sua vita
solitaria, e una volta digerita, è riuscito a mutare la rassegnazione in punto
di forza. Vivere lontano dalle beghe di palazzo, rappresenta la tranquillità.
Di conseguenza, egli adora la pace che solo la sua città deserta e cupa può
garantirgli.
Arlo invece ha paura di rimanere solo,
tenersi stretto la sorella, negandole di vivere come vuole, o aggrapparsi al freddo
rapporto con il suo compagno a Tithe, non sono altro che proiezioni del proprio
egoismo. Il giuramento fatto ai genitori è solo il paravento dietro il quale si
nasconde il terrore di rimanere da solo. Costretto a Haxton, le prospettive
cambiano. Arlo è pronto a combattere per tornare a casa ma, nello stesso tempo,
non può abbandonare il principe.
Non si parla più di egoismo, ma di
giustizia. Faenir è stato condannato alla solitudine per un crimine
inconsapevole. È cresciuto respirando odio, convinto di non meritare altro. Arlo
rappresenta la sfida per sé e per gli altri, la chiave per la conoscenza di
tutto quello che finora gli è stato negato.
In
qualche modo, la mia presenza a Evelina aveva conferito a Faenir il diritto di
successione, e Claria avrebbe attentato alla mia vita per assicurarsi che ciò
non accadesse. Non era il tocco di Faenir a mettermi a rischio, ma la sua prossimità.
Il legame tra i due, diventando sempre più
forte. garantisce a entrambi il salto di qualità che da soli non avrebbero mai
affrontato. L’attrazione e l’amore rendono i due personaggi ancora più forti e,
al tempo stesso, li completano. Faenir riscopre una sensibilità, per lungo
tempo soffocata dal peso della colpa. Arlo, invece, acquisisce una maturità
inaspettata, e ora non ha più paura, ma è disposto a dare tutto se stesso, pur di proteggere chi
ama.
L’amore, dunque, vince sulle tormenti e sui
pregiudizi, abbatte i muri dell’odio e sale oltre le false convinzioni.
La storia è bella, scorrevole e il ritmo, a differenza del primo romanzo, parte sostenuto fin dall’inizio. Le descrizioni dettagliate caratterizzano benissimo le ambientazioni con un'alternanza di luci e ombre, a seconda dei luoghi da una parte, quindi vediamo l’opulenza e lo sfarzo delle altre città, dall'altra c'è il silenzio della fredda e cupa Haxton. Il contrasto e le differenze vengono mitigati dalla presenza di Arlo e dalla sua influenza sul principe.
Il romanzo parla di famiglia e di lealtà, di
inganni e segreti, di guerre e di odio. La tensione cresce piano piano ed
esplode nella guerra tra i cugini. La lotta diventa violenta, senza esclusione
di colpi, esaltante e incerta, fino ad arrivare all’epilogo che definisco spettacolare e
poetico al tempo stesso.
In ultimo il cameo con la presenza dei protagonisti
del primo romanzo, è l’ennesima chicca che impreziosisce e conclude la storia
con la speranza.
Consigliatissimo!
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