Essere cieca non ha mai fermato Ava Bennet, con il suo ottimo lavoro e una buona cerchia di amici, si sente a casa a New York. Ma ora non è in città, dove può essere libera e indipendente, ma nel paese di provincia che le ha dato i natali, per aiutare suo padre. La preoccupazione dei suoi genitori sul suo prossimo allontanamento rischia di farla impazzire.
Luke Walker è tornato a casa, ha finito di scappare dai demoni del suo passato. Si è congedato dall’esercito ed è pronto a fare ammenda con la sua famiglia, essere finalmente d’aiuto e lenire i sensi di colpa che da anni non lo lasciano in pace. Ma adattarsi alla vita da civile è molto più difficile di quanto si sarebbe aspettato. Sta iniziando però a pensare che forse gli sarà impossibile. Che forse ha davvero sbagliato a tornare indietro.
Il loro è un incontro di anime, perse e ritrovate. Un incontro che sembra avere i giorni contati, ma forse il destino non vuole che le cose vadano proprio così.
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Chi mi conosce sa che ho un amore smodato per le storie un po' così, dove una parte ha avuto sicuramente una vita più difficile (senza nulla togliere all'altro) e potevo mai perdermi una storia simile?
Dio, i suoi occhi erano davvero blu. Un blu limpido, puro, come il cielo d’estate. In aggiunta, aveva quel genere di viso che fa venire voglia a un uomo di aggiustarsi la cravatta, sempre che ne abbia ancora una addosso. Avrebbe potuto rinunciare ai biscotti, ma sarebbe stato dannatamente difficile rinunciare a lei.
Ava Bennet ha trentun anni e ha combattuto tutta la vita per la sua indipendenza, per i suoi sogni, laureandosi in una prestigiosa università come la Cornell dopo aver ottenuto una borsa di studio grazie alla sua competitività nel nuoto. Ed è proprio grazie alla sua caparbietà che è arrivata dove è arrivata, rimboccandosi le maniche e facendo da interprete per le Nazioni Unite, ottenendo il suo posto nel mondo.
Per molti la famiglia è anche casa e quando un problema la richiama nella città che le ha dato i natali, il ritorno ha anche il sapore dei ricordi, ma anche di una vita che le sembra lontana.
Perché vi chiederete a questi punti.
Ava è cieca sin dalla nascita, tutto ciò che riguarda il suo apparato visivo funziona... tutto tranne il nervo ottico e se vi chiediate il problema dove sorga, immaginatevi di aver l'occorrente per scrivere una lettera ma vi manchi il foglio, capite cosa intendo?
Si incontrano così, ad un matrimonio, i due protagonisti di questa storia, uno un militare in congedo e l'altra una donna dalle mille sfumature.
Per Luke è stato facile accorgersi di lei, accorgersi del modo in cui sorridesse o come le stesse bene il vestito, come quegli occhi azzurri si illuminassero quando sorride.
Per Ava non è stato così semplice, c'è voluto un pochino più di tempo per capire che l'uomo che l'ha affiancata a quel ricevimento non fosse niente di meno che Luke, uno dei fratelli di Hannah.
E la vita le ha insegnato anche a diffidare del suo istinto quando si parla di faccende di cuore e così, complici proprio le occasioni che la vita mette davanti quando uno meno se lo aspetta, i due si ritrovano a condividere non solo pezzi della propria vita, ma anche i loro spazi (perché statene certi, capita anche quello).
Luke non è solo un soldato, è un uomo che per il proprio Paese ha dato la vita e quando ha deciso di dirci addio per sempre, ha sentito come se qualcosa gli fosse stato tolto, trovando in quel lavoro ben più che uno scopo.
Tornare dalla sua famiglia in parte glielo ha ridato sebbene dentro di lui ci vorrà ancora del tempo per tornare a respirare un'aria più tranquilla di quella di quando combatteva, se capite cosa intendo. Dalla sua parte però ha una famiglia non numerosa, di più, capace di dar lui tutto lo spazio ma anche il calore di cui necessita, perché è questo che fa anche una famiglia, non trovate? E il ranch della sua famiglia è il posto giusto per chi come lui ama non solo la natura, ma anche certi stili di vita.
Son due mondi agli antipodi i loro, uno abituato ai colori ma anche alle brutture, come quelle viste in guerra, ai dolori e alla fatica, mentre l'altro è quasi come se ci fosse nato in quella fatica, in un mondo buio, senza possibilità alcuna di orientarsi. Ed è lì che entrano in gioco i sensi, quelli stessi che impari a mettere a frutto quando la vista, quella stessa che diamo così per scontata, sembra venir meno.
Ci pensate mai? Descriviamo il mondo anche tramite colori, descriviamo le persone, descriviamo il mondo con tanti aggettivi che implicano proprio questo, la vista.
Bello, brutto, moro o biondo, col naso greco o romano, capite come è complicato quando accanto a te hai una persona il cui metro di paragone è differente?
«Pensi che pioverà?» «Non lo so.» «È per quello che aspetto. È tanto che non piove.» Ora che ci pensava, aveva ragione. Ma questo non spiegava cosa stesse facendo. «Stai facendo una specie di esperimento? Raccogli campioni di pioggia?» «No. Te l’ho detto. Mi piace la pioggia. Mi piace sentirla sul viso.»
Chi avrebbe mai scommesso che due anime solitarie come loro forse avrebbero finalmente trovato nella compagnia reciproca il proprio posto nel mondo? La loro casa?
Aspettando la pioggia è il terzo volume incentrato sui fratelli Walker e qui troviamo Luke, quello stesso che fin dal primo volume mi ha incuriosito per il suo modo di fare, per quel suo modo di affrontare le situazioni.
Leggiamo per le più svariate ragioni ma è quando leggiamo una storia così vera che non posso fare a meno di sospirare un po' felice, quasi vivendola. Lo stile è incalzante, la storia fluida al punto che ti ritrovi a leggere le pagine una dietro l'altra e guardando la fine con un misto di incredulità perché in fondo vorremmo tutti accanto una famiglia Walker, non trovate?
PS, quando ho visto questa foto ho pensato subito a loro due e sotto sotto me ne sono un po' innamorata, sperando un lieto fine simile per questa adorabile coppia.
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