Non sapevo fosse una mia studentessa la prima volta che ho pagato per guardarla al Voyeur.
Appena quella matricola dell’università è entrata nella mia classe, sapevo di dover smettere di recarmi al club. Evitare di guardarla.
Ma non ci sono riuscito. Tutto in lei mi fa desiderare di più... Ma la parte peggiore è che non immagina minimamente che l'uomo che la spia dietro quel vetro, sono io.
Devo solo sperare che una volta scoperta la verità, lei mi voglia tanto quanto la desidero io. Perché ora che ho visto tutto di lei, non voglio staccarle gli occhi di dosso...
#prodottofornitodaBelieveEdizioni
#copiaomaggio
Non mi aspettavo l’arrivo di Voyeur e del Dottor Pierce, ricordo di averlo menzionato nella recensione di Il mio salvatore, come ricordo che mi aveva incuriosito, volevo conoscerlo, entrare nelle profondità delle sue emozioni, intrecciare la mia anima con la sua. Believe edizioni, che ringrazio per la copia omaggio e per l’opportunità che mi ha dato per leggere il romanzo in anteprima, porta in Italia quello che è a tutti gli effetti il primo volume che apre la serie, Voyeur. Nonostante noi siamo partiti dal leggere Affari di cuore e Il mio salvatore.
Se avessi potuto renderla parte di me, lo avrei fatto.
Accetta la richiesta del cliente quattro-sette-due.
Quando sentiamo o leggiamo la parola Voyeur, la associamo a una persona morbosamente attratta dalla vista delle nudità o dagli atti sessuali che compiono altre. Un guardone in pratica, una persona con disturbi mentali. La definizione è giusta, ma se dietro questa “perversione” ci fosse un serio problema, definiremmo ancora un guardone quella persona? E come definiremmo chi pratica il voyeurismo per far star bene chi guarda?
Per mia richiesta. Le sue labbra erano mie.
Questi eravamo tu ed io.
In questa storia non si tratta solo di questo. Abbiamo a che fare con un protagonista tormentato dai demoni del passato, da cui da questi non riesce a tirarsene fuori e una protagonista che è ricorsa a estremi rimedi pur di sopravvivere al danno che i suoi genitori le hanno causato, senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze che si sarebbero riversate sulla propria figlia. Probabilmente potevano anche essere dalla parte del giusto se avessero prima chiesto… se ne avessero parlato.
Ma passiamo ora a parlare dei protagonisti e del romanzo, dove i pov sono alterni.
Callum Pierce, ha ventinove anni, è un insegnante. Quando era piccolo qualcuno ha abusato di lui e da allora non ha mai fatto i conti con il suo passato, non è in grado di andare avanti, di costruire un futuro con una donna al suo fianco. È troppo complicato, troppo spezzato. Oaklyn è una sua allieva. Ma il dottor Pierce la prima volta che vedrà la sua studentessa non sarà nella sua aula, ma al Voyeur. Il Voyeur è un locale, dove vi sono dipendenti che esibiscono la propria nudità, che fingono o meno di raggiungere il piacere, per i clienti abituali. Alcuni di questi dipendenti lo fanno per soldi, altri perché gli piace essere guardati, il caso di Oak è decisamente il primo, visto che sua madre e suo padre hanno lasciato in rosso il suo conto bancario… ma è l’unico modo che ha per far soldi alla svelta e per così poter pagare la retta universitaria. Callum si presenterà al Voyeur per vederla, per vederla contorcersi dietro quel vetro che separa e oscura, che rende lui anonimato. Lo fa per immaginare sia lui che fa scorrere le mani su quel corpo, la lingua che lambisce nei punti giusti. Cal è in grado di mantenere il suo riserbo per quanto riguarda le sue serate, tanto quanto lei è capace di mantenere segreto il suo lavoro. Non sarà semplice far coincidere lavoro, studio e attività extra scolastiche. E una di queste attività è quella di aiutare il professore dopo l'orario scolastico. Tra loro, malgrado la forte attrazione reciproca, si instaurerà un bel rapporto amichevole.
Ma cosa accade quando si scontreranno all’interno del locale e la realtà colpirà Oak come una secchiata d’acqua fredda? Si allontanerà? Riuscirà a perdonarlo? Callum invece riuscirà ad aprirsi e a fidarsi?
Questo romanzo mi ha affascinato, ma mi ha anche fatto capire che non bisogna soffermarsi alle apparenze.
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