giovedì 31 gennaio 2019

MADRE NERA di Nicola Lombardi




1971. Un paese di provincia viene sconvolto da uno straziante fatto di sangue. Leonina, in preda a un delirio mistico, rapisce da un asilo dodici bambini e li conduce in una desolata località appenninica. Là, nel cuore di un bosco, tenta di portare a compimento il suo folle progetto…
Oggi. Un professore di lettere, un pittore e due gemelle vengono convocati a un misterioso appuntamento, per incontrare e affrontare ancora una volta, dopo tanti anni, l’ombra della donna che ha stravolto le loro esistenze. Ma nulla è come appare. I fantasmi del passato riemergono in un vortice di incubi e ricordi, e solo chi saprà riconoscere il vero volto della propria ossessione potrà aspirare alla redenzione.
Una storia cupa e sanguinaria, in bilico sull’orlo degli abissi in cui custodiamo i segreti dell’anima, della coscienza, del cuore.




Per me, Nicola Lombardi è sinonimo di certezza, so già che quando in copertina c’è il suo nome sarà una lettura ricca di soddisfazioni. Ho già letto e recensito per voi la raccolta horror “Malombre” della quale è il curatore e il suo distopico, dalle tinte dark, “La Cisterna” mi ha accompagnata nella chiusura del 2018 e per l’inizio del 2019, mi è piaciuto davvero molto e vi consiglio caldamente di recuperarlo. 
Ma veniamo a “Madre nera” …
La narrazione oscilla su due piani temporali: il presente e l’anno 1971.
Nel 1971 dodici bambini divennero gli ignari protagonisti di un rapimento a sfondo esoterico ad opera di una fanatica religiosa, Leonina Maria Fasinera detta Nina.


Poi i riflettori si spostano ai giorni nostri, focalizzandosi in particolare su alcuni personaggi:
Andrea, professore di lettere e scrittore di macabri racconti, vittima di veri e propri momenti di estraniamento dalla realtà per ritrovarsi proiettato in raccapriccianti visioni;
Daniele, pittore di professione, pur di tirare a campare ha dovuto piegare il proprio talento al rassicurante gusto artistico della gente, ma che in realtà vorrebbe soltanto mettere su tela gli scenari grotteschi, di sangue e morte, che affollano la sua mente;
Gabriella una donna cinica e disillusa dalla vita che si occupa di accudire la sorella gemella, Greta, affetta da autismo ma dotata di un potere paranormale.

Qual è il filo conduttore che li lega indissolubilmente? Sono tre di quei dodici bambini, oramai divenuti adulti, oltre ad aver condiviso questa terribile esperienza - che li ha segnati a vita - i loro sogni sono popolati da spaventosi incubi.

Era­vate dodici. Ma solo in tre avete accettato il mio dono. 

Eppure quando, per cause di forze maggiori, s’incontreranno – volenti o nolenti - saranno costretti a scendere a patti con i loro demoni interiori … Scavare nel passato non sempre si rivela la giusta scelta, ciò nonostante dovranno fare i conti con tutto quello che verrà alla luce.


Non vi nego che già la stessa copertina mi ha suscitato non pochi brividi, tanto per la figura ripugnante e feroce che vi campeggia quanto per la considerevole presenza di quel colore rosso sangue, quasi a volerci mettere in guardia circa le atrocità che ci accingiamo a leggere. La forza del romanzo sta nella sua scorrevolezza, devo ammettere che inizialmente ci mette un po’ ad ingranare ma è solo perché l’autore si prende il tempo necessario a presentarci i vari attori che si avvicenderanno nelle pagine successive. 

«Credo che le nostre vite siano rimaste profondamente… contaminate da quello che ci è successo quando eravamo bambini. [...]» 
Andrea annuì, ma preferì non interrompere. La definizione di vita contaminata gli parve assolutamente azzeccata.

Una narrazione efficace che trova il suo fondamento su di una vera e propria climax ascendente di tensione, provocando in chi legge un crescente senso di angoscia. I personaggi risultano ben costruiti, idem per i dialoghi e la cura per i dettagli. 
Seppur giocando con una figura che oramai anche nei film horror è divenuta un cult, Madre Nera riesce ugualmente ad essere un libro originale e “surreale”.
Si tratta di un tipo di lettura che deve essere supportato dall'amore verso il genere perché, state bene attenti, in questo romanzo non vi è alcuna redenzione.





Nato a Ferrara nel 1965, esordisce nel 1989 con la raccolta Ombre - 17 racconti del terrore. Si lega poi al movimento let­terario romano Neo Noir e pubblica racconti, articoli e tradu­zioni su riviste e antologie per diverse case editrici. Suoi sono i romanzi tratti dai film di Dario Argento Profondo Rosso e Su­spiria per la Newton & Compton. Traduce per il mercato italia­no opere di Frank B. Long, Immanuel Velikowsky, Seabury Quinn, Charlee Jacob, Jack Ketchum e Edward Lee. Altre sue raccolte di racconti: I racconti della piccola botte­ga degli orrori (2002), La fiera della paura (2004) e Striges (2005). I suoi romanzi: I Ragni Zingari (2010), con il quale nel 2013 vince il Premio Polidori, La notte chiama (2015, con Lui­gi Boccia) e La Cisterna (2015). Oltre a occuparsi della tradu­zione di fumetti horror ha curato le antologie Malombre per Dunwich Edizioni e Sangue selvaggio per Weird Book. Nel 2018 ha pubblicato con Delos Digital il saggio macabro-umori­stico Non aprite quelle porte!
  È membro dell’Horror Writers Association, e diversi suoi la­vori sono stati pubblicati anche in lingua inglese. Il suo sito: www.nicolalombardi.com





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