Genere: contemporaneo
Grado di sensualità: medio
Formato: ebook e cartaceo
Editore: Autopubblicato
Editing: Antonella Monterisi
Data di pubblicazione:dicembre2020
Pagine: 210 cartaceo
Lucca, 2015
Ania è una ragazza dinamica, dal carattere deciso e le idee chiare che ama l’ambiente, gli animali e praticare sport. Ha appena ottenuto la sua prima supplenza come insegnante di educazione motoria nel liceo artistico della sua città. Quando arriva in palestra per la prima lezione, scopre però che dovrà lavorare a stretto contatto con una sua vecchia e sgradita conoscenza.
Stefano Moretti non le è mai piaciuto fin dal loro primo incontro, avvenuto ai tempi dell’università durante un volantinaggio contro l’inquinamento, e nessuno dei due ha mai fatto niente per nascondere la reciproca l’antipatia. Ma, se all’epoca era facile evitarsi, cosa accadrà adesso che sono costretti a collaborare?
Il tavolo con le vivande si trova all’interno del locale. Quando lo raggiungo c’è talmente tanta gente che sono costretta a mettermi in fila. Afferro un piatto, un paio di tovaglioli e mi metto l’anima in pace. Qualche minuto dopo, finalmente, raggiungo il tavolo. Inizio con il servirmi un po’ di panzanella e un paio di pizzette, poi sento qualcuno alle mie spalle dire: «Di’ la verità, mi stai seguendo, vero?»
Anche se la musica e il chiacchiericcio sono quasi assordanti non ho bisogno di voltarmi per capire chi mi ha appena rivolto la parola. «Potrei dire la stessa cosa.»
Stefano mi affianca, quindi allunga una mano sul vassoio del riso freddo e si serve un paio di cucchiaiate. «Sei tu che sei venuta a insegnare proprio nella mia scuola.»
«Ah, certo, perché adesso una può anche scegliere dove fare le supplenze» ribatto spostandomi lungo il bordo del tavolo.
Lui mi segue passo passo. «Conoscendoti, potresti anche aver trovato il modo di farti assegnare al liceo artistico apposta per tormentarmi.»
«Infatti, non vedevo l’ora di rivederti.»
«Lo so, faccio questo effetto a tutte» gongola come l’idiota che è, poi aggiunge: «Però, mi dispiace dirtelo, ma ancora non sei il mio tipo.»
Mi servo dell’ultimo vol-au-vent e seguo la fila che si sposta lenta verso la fine del tavolo. «Me ne farò una ragione.»
«Voglio darti un consiglio.»
Sono proprio curiosa. «Oh, ti prego, sì.»
«Dovresti curare un po’ meglio il tuo aspetto. Guardati intorno, le ragazze sono tutte in tiro, mentre tu…» Mi squadra da capo a piedi storcendo la bocca, poi aggiunge posandomi una mano sull’avambraccio: «Anche se, lo ammetto, sei conciata sempre meglio che ai tempi dell’università. Senza offesa, ma eri davvero inguardabile.»
«Sono felice di non urtare più la tua sensibilità» ribatto, quindi mi libero dal suo tocco con uno strattone e avanzo tra la folla che cerca di raggiungere il buffet.
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