Durante la lettura ero così confusa, cavolo. Lo sono stata dalle prime pagine, fino alle ultime. Ultime che ci lasciano sospese in un cliffhanger... Penserete che dopo questa esperienza non molto positiva io non leggerò poi più i volumi a seguire, e invece lo farò... Perché, come ben sapete, la curiosità uccise il gatto. E devo assolutamente venire a conoscenza di tutto il mistero che racchiude la storia.
Non so a cosa dare la colpa per questa mia mancanza di coinvolgimento. Se al fatto che sia passato troppo tempo dalla pubblicazione e lettura del primo volume o forse non ero io in modalità Amo Jones o forse mi aspettavo che le cose prendessero una piega diversa.
Finora la scrittura della Jones non mi era mai dispiaciuta, sono rimasta spiacevolmente spiazzata con Il filo d'argento. Più volte mi sono ritrovata a voler lanciare il Kindle contro la parete solo per dargliene di santa ragione ai personaggi della storia. Alcune parti all'interno della storia, erano necessarie? mi domando. In questo romanzo ritroviamo i King e una Madison in fuga, che dopo aver scoperto alcune cose sul suo conto, sul suo passato che aveva rimosso, nel precedente volume, se la da a gambe. In realtà le fanno credere di essere riuscita a scappare, ma non sa che riusciranno sempre a trovarla. E infatti Bishop, che in Il cigno d'argento ho amato, riuscirà a trovarla e la riporterà a casa.
"Ma cosa significa questo?"
"Significa che sei mia. Questo è tutto ciò che significa".
"Non so cosa voglio, ma so che voglio te".
"Allora f****** tutto il resto. È l'unica cosa che conta".
In questo volume quella "sbagliata", diciamo, è Madison. Madison è la marionetta protagonista in questo gioco malato, ma non fa altre che piagnucolare. Non è l'eroina con le palle di cui vorremmo leggere nei romanzi. Le dicono di leggere il libro, perché racchiude tutte le risposte che lei sta cercando e non lo fa, fa domande ai King o ai nemici e questi non le svelano un accidenti. Ha i mezzi per scoprire tutto e non li usa... Le dicono di non fidarsi di nessuno, ma lei sembra abbia un istinto suicida. Puntualmente si trova sempre nei guai, quasi li chiami a sé.
Il romanzo è troppo pieno di pensieri della protagonista, dei suoi capricci, delle sue sfuriate e del suo provarci anche con Nate e Brantley, quando, per quanto mi riguarda, l'atteggiamento di Bishop nei suoi confronti è stato chiaro sin dall'inizio. Lei è sua, punto. Non dovrebbe infastidire il can che dorme con le provocazioni, Bishop per lei ucciderebbe se fosse necessario.
Non lo ha ancora capito?
Il romanzo avrà delle svolte, ma alcune parti saranno sospese. Vi saranno personaggi in entrata, altri in uscita e altri che mai immaginavamo di trovare. Ci saranno verità svelate e segreti custoditi.
Purtroppo non mi sento di consigliare questo romanzo alle lettrici. Sono sicura che per ricordarlo, lo ricorderò, ma lo ricorderò come il libro meno buono da gennaio 2022 a oggi. Mi aspettavo qualcosa che mi coinvolgesse di più, qualcosa con lo stesso timbro del primo volume.
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