John Turner ha vissuto nella menzogna per gran parte della sua vita. Cresciuto nella cittadina rurale di Magnolia Ridge, in Georgia, aveva concesso solo a una persona di conoscerlo veramente: la sua migliore amica, Chloe. Per il resto del mondo erano una coppia perfetta ma lei, in realtà, gli stava solo facendo da una copertura.
Matt Kinsley, un poliziotto di San Francisco, si trasferisce dalla metropoli alla ricerca di una vita più tranquilla per riconnettersi con le sue radici meridionali. Ricominciare da capo a Magnolia Ridge significa rinchiudersi nell’armadio, ma Matt scopre che con la compagnia di John non sarà poi un grande problema per lui.
Mentre i due iniziano a pensare una possibile relazione, un orribile omicidio sconvolge la città ma finisce per unire John e Matt in modi che nessuno avrebbe mai potuto immaginare. Matt deve decidere a chi essere leale, mentre John resiste all’impulso di scappare di nuovo. Insieme, dovranno scoprire chi è il vero diavolo prima che un’altra vita venga distrutta.
Sono partita con molte aspettative riguardo questo libro conoscendo entrambe le autrici e avendole precedentemente apprezzate, purtroppo sono rimasta un po’ delusa. La scrittura è ottima e abbastanza scorrevole, ma ho trovato una certa mancanza di mordente nei protagonisti, soprattutto in John, il che ha reso la lettura meno piacevole. L’intera vicenda si svolge in un lasso di tempo piuttosto breve e la parte finale, con la relativa caccia all’uomo per l’omicidio che sconvolge Magnolia Ridge, è piuttosto raffazzonata e scarna di dettagli che invece abbondano fin troppo quando si parla della piccola cittadina della Georgia.
Sono partita un po’ prevenuta riguardo il personaggio di John perché non amo i protagonisti chiusi nell’armadio e che, per giunta, hanno anche una fidanzata di copertura. Proseguendo con la lettura non sono riuscita a scendere a patti con il suo atteggiamento che, probabilmente, l’avrebbe portato a perdere Matt se il destino non gli avesse giocato un tiro mancino portandolo ad un forzato coming out. John stesso ammette di essere codardo e di aver lasciato che Matt si nascondesse nell’ombra per lui.
Matt, d’altro canto, manca del giusto nerbo per prendere la situazione di polso e cercare di costruire qualcosa con John alla luce del sole. Per sua stessa ammissione: “Se avesse dovuto nascondersi per sempre, se avesse dovuto fingere di essere qualcuno che non era finché John non fosse stato disposto a stare con lui, lo avrebbe fatto”. Decisamente non una base solida si cui fondare una relazione, una situazione che a lungo andare logorerebbe i nervi di chiunque.
Insomma, la lettura di per sé non è spiacevole, ma non mi ha entusiasmata né coinvolta particolarmente. Anche il rapporto tra i protagonisti, che si sviluppa a partire dall’avventura di una notte, non è molto articolato e, nonostante battute di pesca e lavori di giardinaggio, sembra più incentrato sul sesso che sui sentimenti. Una lettura scorrevole che trasporta nella torrida estate della Georgia, ma che a mio avviso avrebbe potuto dare molto di più.
«Ne saresti sorpreso. A volte è bello perdersi.»
E proprio in quel modo, con quelle parole tranquille e Matt a incrociare il suo sguardo per un attimo, si accese una scintilla tra loro, così calda e così luminosa che avrebbe potuto illuminare il mondo intero.
Non aveva bisogno di etichette. Non aveva bisogno di dichiarazioni o testimonianze quando si trattava dei sentimenti di John o dei suoi. Ma la realtà era che quei sentimenti stavano diventando più profondi, più intensi, e lui non era disposto a rinunciarvi, non importava quanto gli costasse. Se avesse dovuto nascondersi per sempre, se avesse dovuto fingere di essere qualcuno che non era finché John non fosse stato disposto a stare con lui, lo avrebbe fatto.
Aveva amato quell’uomo per troppo tempo senza dire una parola, aveva lasciato che si occupasse di lui tirandosi indietro quando tutto ciò che voleva era andare avanti, aveva lasciato che Matt si sedesse tranquillamente ai lati della sua vita, correndo da lui dopo il tramonto, nascondendolo nell’ombra.
«Non sono sicuro di niente a parte... che ti amo e che voglio stare con te e... non me ne frega un cazzo di cosa pensano gli altri. Non più.»
Cate Ashwood ha scoperto il suo amore per i libri in tenera età, ma sono stati i romanzi rosa a fare breccia nel suo cuore: negli anni è diventata sempre più “lieto fine” dipendente.
Attualmente vive nella Columbia Britannica: Cate ama vivere a due passi dall’acqua. Quando non sta scrivendo, la potete trovare a bere caffè mentre disputa i suoi bambini, suo marito e i loro due gatti.
J. H. Knight scrive storie d’amore fin dalla seconda elementare. Quando non passa il tempo piegandosi ai capricci dei suoi amici immaginari (che a volte definisce “personaggi”), la si può trovare di solito a scarrozzare i suoi quattro figli in giro per il mondo, lavorare a un progetto scolastico o dire cose come “Non finché non avrai finito i compiti!”.
Nata nel nord-ovest del Pacifico, ama l’aria aperta in ogni stagione, sia che si trovi in città, in montagna o in spiaggia a costruire storti castelli di sabbia con i suoi bambini. Nei giorni migliori, se ne sta rannicchiata con un buon libro, e nei peggiori si strappa i capelli mentre cerca di decidere se una frase necessiti di una virgola o di un punto e virgola. Si inchina con ammirazione di fronte ai revisori, dato che di solito prende la decisione sbagliata.
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