Prima di cimentarmi nella recensione di questo libro, vi dico già che L'ultimo giorno d'estate di Penelope Ward è il suo ultimo stand-alone giunto qui in Italia grazie a Always Publishing, un libro narrato a punti di vista alterni, in prima persona, per quelle che amano questo dettaglio.
Protagonista indiscussa di questa storia è Heather, una ragazza di appena vent'anni che vive insieme a sua madre in una tenuta sul lago di Winnipesaukee, nel New Hampshire. Un'anima antica, direbbero alcuni.
Sapete quante sfumature può assumere la parola crescere? In quanti modi può accadere? Alla sua età i più pensano a divertirsi, ad andare all'università, a godersi la spensieratezza di quegli anni o a introdursi nel mondo del lavoro.
Non lei, però.
Quando una tragedia si abbatte sulla sua famiglia, per lei non c'è una vera e propria scelta da prendere, viene naturale al suo cuore, già in mille pezzi, cercare di trovare la forza per rimettersi insieme, pezzetto per pezzetto, cercando di essere la spalla di cui sua madre ha bisogno, sperando un domani di poter riprendere i suoi sogni in mano.
Da tre anni si occupa di gestire non solo la tenuta, ma anche gli affittuari dell'appartamentino, delle pulizie e di tutto ciò che comporta, crescendo e maturando, giorno dopo giorno, andando oltre quello che molte volte è l'apparenza.
Una cosa che indubbiamente le servirà col suo nuovo vicino, perché nulla e tutto può essere ciò che sembra.
Noah Cavalleri, questo il suo nome, ha l'aspetto di un dio in fuga da qualcosa, sembra essersi rifugiato in quell'angolo di paradiso per tenersi stretti i suoi segreti, il suo dolore, ma anche qualcosa che non è facile da intuire, preferendo aggrapparsi alla rabbia, alla solitudine, piuttosto che a qualsiasi altra cosa.
Non vuole niente e nessuno a complicargli quei mesi di pausa che si è preso dalla sua vita.
Ha messo in pausa anche il suo stesso lavoro, quello che per lui rappresenta molto di più, perché tutte le volte che una luce particolare si poggia su qualcuno, o qualcosa, gli occhi si immaginano già come sarebbe immortalare quell'attimo in una diapositiva.
Mi sta prendendo in giro. Di nuovo. Fantastico.
Sembrava che non ci fossero vie di mezzo con Noah: quando non mi rimproverava, lo facevo ridere.
Ogniqualvolta capita una litigata fra i protagonisti, qualcosa li riporta a riappacificarsi anche se la forza di volontà è qualcosa che certamente non manca al nostro uomo, che si appiglia con ogni sua forza al muro che ha eretto, mettendo come divisorio fra loro l'età, qualcosa a cui è impossibile obiettare, se me lo lasciate dire.
Come se un numero potesse davvero far la differenza quando si tratta di sentimenti, di crescita, di qualcosa di così prezioso e fragile come quello che sta nascendo fra loro.
Un'estate è il tempo che la vita ha concesso loro per conoscersi ma anche per crescere, riscoprirsi, e comprendere anche quanto peso abbiano le promesse che si fanno a se stessi, e quanto valga davvero la pena di mantenere certi segreti.
Non esistono gli errori nella vita, solo le scelte. Alcune sono buone, altre meno, ma tutte contribuiscono alla nostra crescita personale.
Le scelte ci portano alle cose che siamo destinati a sperimentare
Luce e ombra, ecco cosa sembrano talvolta i due personaggi di quest'opera, e se ci pensate bene non c'è nulla di più complementare di quello che evoca quest'immagine.
L'ultimo giorno d'estate di Penelope Ward è un'opera autoconclusiva che rientra a pieno del genere slow burn, un genere sicuramente che si ama o si odia, ma nel mio caso?
Tutte le volte che leggo qualcosa di Penelope Ward sento un legame nei suoi riguardi, qualcosa che mi spinge a buttarmi a capofitto in ogni suo libro. Sognando. Sperando. Vivendo.
Questo romanzo, poi, è tutto da assaporare a pieno, perché con un incedere lento e calcolato l'autrice non vuole svelarci nulla prima del tempo e, contemporaneamente, renderci partecipi di una storia che, prima di essere un romance, è una storia di crescita, di amicizia, ma anche di perdono, dove i sentimenti crescono, giorno dopo giorno, come una marea.
Un po' un mix di tutte le cose che amo, se me lo lasciate dire.
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