Serie Sì o no?, Libro 1
Kieran Delaney-Schwartz – informatico pigro e poco ambizioso per sua stessa ammissione – vive una vita nell’ombra secondo il motto “chi non fa non sbaglia”. I suoi fratelli, tutti adottati come lui, ottengono risultati al di sopra della media grazie ai loro genitori aperti e incoraggianti, ma Kieran ha deciso che se lui non crea aspettative, nessuno finirà per essere deluso. Sta navigando con leggerezza i suoi vent’anni quando viene travolto da Theo, affermato produttore di Broadway. L’uomo, che ha dieci anni più di lui, lo cattura per tredici mesi in un dolce turbinio. Il giorno di San Valentino, però, la loro armonia finisce dopo un’inaspettata proposta di matrimonio fatta con un flash mob a Times Square.
Ora tutti vogliono partecipare al matrimonio, tranne gli sposi…
Tengo stretto a me il dolce ricordo di quando mio marito mi ha chiesto di sposarlo. Non è stata una proposta convenzionale e non c’è stato alcun anello, ma per me non poteva essere più perfetto di così.
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Insomma, si tratta di una lettura scorrevole, una commedia romantica che fa riflettere sui motivi per cui le persone decidono di stare insieme e poi sposarsi, una riflessione sull’istituzione del matrimonio e su ciò che esse può rappresentare per una coppia. Il tutto condito da uno stile fresco e ricco di battute, ma l’autrice, a mio avviso, avrebbe potuto maggiormente approfondire diverse parti come il difficile rapporto dei protagonisti con le rispettive famiglie.
Indipendentemente da quanto lui lo desiderasse e da quello che Theo prometteva, non potevano tornare nella bolla dove c’erano soltanto loro due, e Kieran non poteva vivere così, sentendosi come se non possedesse nemmeno la propria pelle, con tutti che scavavano a fondo nella sua vita. Non poteva vivere in attesa della fine, quando Theo si sarebbe accorto che la realtà non avrebbe mai potuto competere con i suoi sogni.
“Lo senti. Sai che è vero dentro. Ma tu vuoi che quello si rifletta all’esterno, cosicché tutti vedano ciò che tu sai di provare. Così puoi vederlo quando guardi te stesso”.
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