mercoledì 6 maggio 2020

Blog Tour: Daniela Ruggero - Daniel Di Benedetto






La porta della sala comando si apre, non mi volto, sarebbe superfluo, so chi è entrato. « Parli ancora con lei ? » chiede Nicolas raggiungendomi. 
« Proteggo il mio popolo. » Mi volto e lo guardo dritto negli occhi. « Il mio compito è questo, proteggere Nectunia. » 
« Loso. È anche il mio. » Lo afferma con decisione irritandomi. 
« Nicolas... » Lui alza una mano. 
« Sento i tuoi pensieri, le paure, la rabbia e ogni sorta di emozione. Condividiamo un trasmettitore biologico, nel caso te ne fossi dimenticata.» 
« Come potrei ? Me lo rinfacci in ogni occasione. » Lui abbozza un sorriso. 
« Questo vantaggio su di te mi dona una soddisfazione grande quanto quella di baciarti, Generale.» 
« Non osare, Colonnello. Credi che ti abbia perdonato ? » 
« Per cosa ? » Serro le labbra e lui mi afferra per i fianchi. « L’Ordine ha inviato una spia nella nostra casa con il mandato di ucciderti, avrei raso al suolo Nexium se tu non fossi tornata da me. »
« Non dirlo… Ti prego, Nicolas, non dirlo. Il tuo compito è proteggere il nostro popolo. » Lui mi bacia prima che possa proseguire nel solito sermone. La sua mente si schiude per me e scorgo tutto l’amore che prova e mi fa paura. 
« Generale Amber » tuona Nime entrando a grandi falcate. Nicolas e io ci allontaniamo ed estraiamo le pistole dalla fondina. Le puntiamo dritte contro di lei che non accenna a scomporsi. « Sei impazzita ? » chiedo rude. « Avremmo potuto ucciderti. » 
« Anch’io mentre amoreggiavate. »



Scuoto la testa frastornata, non posso e non voglio capacitarmi di ciò che provo, e che ho provato. Che cosa mi sta accadendo ? Mi chiedo mentre i battiti del mio cuore accelerano. « Grande Madre ? » Il mio ologramma Sandy prende forma. La guardo, ma impiego parecchio tempo a vederla davvero. I miei pensieri sono rivolti altrove. « Grande Madre » incalza lei. Fiamme e dolore. Aghi. Qualcosa brucia attorno a me. Occhi di ghiaccio che mi bucano il cuore. Volto la testa in diverse direzioni, alcune immagini si susseguono nella mente come piccoli lampi. « Richiedo soccorso immediato » dice Sandy. Vorrei rispondere che sto bene, che tutto è nel posto giusto, ma non sarebbe vero, tutto è sbagliato io per prima. La porta si spalanca e alcune figure in camice bianco irrompono come un plotone nella mia stanza. Indietreggio di qualche passo, non desidero che mi tocchino, ma i miei desideri non sono contemplati e prima che possa dire qualcosa, sono immobilizzata e degli aghi mi bucano la pelle. « Si sentirà meglio. » Scivolo nell’ombra perseguitata da quegli occhi di fuoco.






Sugli spalti del Purgatorio Stadium le anime del limbo, alla ricerca di quiete e di posti per l'eternità, fremevano e gremivano l'impianto in ogni ordine di posto. In sala stampa la voce inconfondibile di Eugenio Bramotti, il più famoso telecronista di tutti i tempi, sembrava carico a pallettoni per raccontare l'evento. «Buonasera amici ascoltatori del mondo dell'Aldilà. Benvenuti al Giorno del Giudizio. Questo è l'Armageddon. Bene contro Male. Misericordia contro Cupidigia e Ferocia. 
È  tutto pronto! Nessuna sorpresa nelle formazioni ufficiali, confermate le attese della vigilia. Il Paradiso si schiera con la linea difensiva composta da San Paolo, San Siro e San Nicola di Bari, detto il Trio Stadio, a protezione di San Gigi da Carrara tra i pali, confermatissimo al suo posto in saecula saeculorum. Centrocampo di qualità con San Francesco e Sant'Antonio Abate sulle fasce, San Pellegrino a dare brio alla manovra con le sue mosse frizzanti e il sudamericano Santana con i famosi piedi che sembrano un assolo di chitarra. San Gennaro fantasista, classico numero dieci, dietro le due punte, il francese San Bitter e il centravanti di sfondamento, Santo Rocco. «L'Inferno risponde con Giuda Iscariota in porta, difesa con Cerbero e le sue tre teste che occupano tutto lo spazio a disposizione, in mezzo al campo Azaziel e Abadon, con l'africano Asmodei, e Belzebù a bruciare le fasce. Davanti, tridente ultraoffensivo con Belfagor, Guayota e il misterioso Lilith. «Arbitra l'incontro il signor Ponzio Pilato della sezione di Gerusalemme. Fischietto in bocca... partiti!» 



Tre, più una. Le regole del gioco sono sempre state ben definite, fin dal primissimo istante. Il bersaglio non deve mai essere perso di vista, per nessun motivo. Non ha nazionalità né ruolo nella società che tenga. E Simone lo sa. Quello che non vorrebbe sapere, non questa volta, è il nome e il sesso del bersaglio che sta tenendo sotto tiro da un tempo ormai indefinito. Davanti ai suoi occhi, ben fissata nel mirino a infrarossi del fucile, che ormai è la prosecuzione quasi naturale del suo braccio, c'è una donna dai capelli mossi e dalle gambe toniche e abbronzate, intenta a leggere un libro. Eloise. E  per farlo hanno chiamato lui. Il  migliore. L'infallibile. Nella sua mente per un istante impercettibile prende forma una sensazione nuova e improvvisa. Un desiderio caldo e avvolgente che va oltre il senso del dovere, da sempre così marcato in lui. Riflesso nel viso di Eloise ci sono il rimpianto e la consapevolezza verso una vita che, volenti o nolenti, non sarà mai più la stessa di prima. Un ordine non si discute, mai e per nessun motivo al mondo. Si esegue. 

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