Ciao Edvaldo, perché non ci parli un po’ di te? Spiegaci in poche parole chi sei, cosa ami fare e qual è il ruolo della scrittura nella tua vita.
Ciao Dark Zone la
scrittura mi ha sempre accompagnato fin da quanto ero ragazzino, fino ai primi
anni università leggevo mediamente un libro a mese poi ovviamente, complice
mille e disparati impegnati ho ridotto il numero. Spazio molto nelle mie
letture dall’epica ai triller alla fantascienza. Mi ritengo una persona
parecchio socievole, sicuramente un po’ introverso e sognatore con una grande
passione per il mare, mi verrebbero altre mille cose da dire ma non saprei dire
se siano veramente centrate.
Qual è stato il percorso che ti ha permesso di pubblicare i tuoi libri? È stato difficile arrivare alla pubblicazione?
Come scrittore
esordiente mi sono rivolto quasi subito al selfpublishing, inizialmente mi sono
appoggiato per circa un anno a StreetLib, tramite il quale ho ottenuto la
registrazione del mio ebook online. Il passo successivo è stato iscrivermi al
portale Il Mio Libro – Kataweb dove l’anno scorso mi sono piazzato finalista
tra gli ebook più scaricati, recensiti e letti e dove quest’anno, nell’edizione
2017 de Il Mio Esordio, partecipo attualmente secondo in classifica sia autori
che ebook. La difficoltà maggiore incontrata nel mio percorso è, finora, poter
interloquire anche solo per qualche dritta con qualcuno; non pretendo e non
credo di essere Coelho, ma come direbbe Sant’Agostino “la parola è il tramite,
il percorso per arrivare al cuore degli altri”, quest’aspetto nell’editoria
odierna un po’ manca a mio avviso.
Parlaci di questo nuovo libro.
Il mio libro parla di
un mondo fantasy, liberamente ambientato ed ispirato a Padova la mia città, che
d’improvviso piomba in un conflitto cruento. Non sono un guerrafondaio ma la
mia guerra vuole essere una metafora delle difficoltà del vivere quotidiano che
giornalmente incontriamo. Non siamo mai, e mai forse saremo, veramente del
tutto pronti ad accettare ed a sopportare la perdita di un amico, di un amore,
delle nostre certezze fino a ieri solide e o di sopportare il peso delle nostre
limitatezze. Il mio libro parla di tutto ciò. Parla di equilibri che si
spezzano, forse irreparabilmente, ponendo i vari protagonisti di fronte a
scelte che li faranno perdere, reagire, magari superare i loro fantasmi
interiori o magari no.
Quali sono le difficoltà più grandi che hai incontrato (e che stai incontrando) nella promozione dei tuoi libri?
Come promozione ho
puntato molto sul web ed in particolare sull’avere una pagina facebook sempre
aggiornata e sempre curata, anche tramite le varie possibilità di pubblicità ed
inserzioni, ma mi sono reso conto che è un mare forse troppo vasto e ho
preferito aggiungerci anche il profilo su Il Mio Libro – Kataweb, essendo uno
strumento appositamente diretto a scrittori e lettori.
Quanto è importante secondo te la promozione per il successo di un libro?
La promozione di un
prodotto è molto importante, a volte è quasi più importante del prodotto
stesso. Vivendo in un mondo sempre più interconnesso e dinamico come il nostro
la promozione è centrale per qualunque tipologia di prodotto.
Cosa vorresti dire ai tuoi lettori, che non abbiamo ancora scoperto nel tuo blog o nei tuoi romanzi riguardo alla Ballata di Elisbra?
La Ballata di Elisbra è nata ispirandosi più al mondo degli anime e dei
cartoni, che non ispirandosi ad altri libri fantasy e sicuramente si
differenzia da questi ultimi per alcune peculiarità, innanzitutto le
descrizioni non sono molto dettagliate perché il mio intento era focalizzare
l’attenzione del lettore sulla situazione sul personaggio in questione che
piuttosto sulla sua minuziosa descrizione anatomica. La Ballata è interamente
narrata al presente, scostandosi dal classico filone di storia medievale
raccontata al passato, perché, seppure ambientata in un antico mondo fittizio,
vuole trasmettere contemporaneità, una sorta di rilettura delle angosce e delle
paure dei giorni nostri collocati in un passato spazialmente lontano ma
sentimentalmente vicino.
Se ti chiedessi di parlare di cosa provi quando scrivi, dei tuoi conflitti, delle tue paure, cosa risponderesti?
Sicuramente quando scrivo mi sento sia sollevato sia contento perché
riesco a dare formare e concretezza ai vari sentimenti che animano i miei
personaggi. Il punto centrale della mia scrittura è l’essere il più possibile
realista, perché più la mia descrizione è reale plausibile più la sento viva e
coerente con la mia idea. I sentimenti che provo scrivendo sono i sentimenti
dei miei personaggi che indubbiamente riflettono alcune mie paure o
aspirazioni.
Scrivi per successo o per bisogno? Cosa ti spinge realmente?
Scrivo perché voglio raccontare e raccontarmi una storia; in fondo,
avendo fatto per anni teatro, l’ho sempre fatto, solo ho cambiato modo di
esprimermi. Scrivere è un po’ un mettermi alla prova per vedere cosa sono
capace e soprattutto come riesco a mettermi in gioco, che la storia venga
apprezzata o meno deve essere prima di tutto coerente con se stessa e giusta
nella maniera migliore in cui mi prefiggo di portare a termine le mille
vicissitudini dei miei personaggi, compagni autentici in questa avventura.
Che cosa sogni per il tuo futuro? E che cosa ti aspetti dalla vita?
Di preciso non saprei cosa aspettarmi, viviamo in un epoca un po’ di
passaggio, ma mi piace essere e restare ottimista e cercare lo spunto
costruttivo in ogni situazione.
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