Uno scontro tra granchi giganti può significare la rovina per le città che sorgono sul loro carapace.
Niniin sogna di guidare e proteggere il Granchio Rosso dalla sicurezza del suo Cerebrum, ma l’insopportabile Sandros, il più brillante e precoce tra i Cerebrali, fa di tutto per impedirglielo. Così, quando gli altri Cerebrali incominciano a scomparire, Niniin scopre che controllare neuroni e sinapsi è un compito più complesso e rischioso di quanto si aspettasse.
Le cose precipitano quando Arenaria, giovane idealista in fuga dalla carestia, s’imbatte nell’arma definitiva, il Chelabron, e porta due città sull’orlo della distruzione.
La guerra dei granchi è iniziata.
Tra istinti primordiali e giochi di potere, Niniin e Arenaria dovranno lottare con chele e neuroni per sopravvivere alla letale Migrazione degli Artropodi.
Che diavoleria era mai quella? Dalla forma allungata, grande il doppio del mio braccio, sembrava una piccola chela, ma non ne avevo mai vista una simile. Un foro delle dimensioni del mio pugno si apriva nella sezione posteriore mentre lunghi filamenti elastici simili a tendini si connettevano ai lati e ciondolavano verso il basso.
Poteva essere…
No, non poteva, certe cose non esistevano.
Uno strillo di donna risuonò vicino. Lo spostamento d’aria mi fece drizzare le treccine sul cranio: erano tenaglie che saettavano. I miei amici Cercatori! Dovevo aiutarli, maledizione!
Chi se non l’eroina di Aquaforta…
Alzai la testa verso il foro da cui ero caduta, ma una fitta atroce mi annichilì il braccio destro. La ferita. La stramaledetta ferita. Mi trovai in ginocchio, pallini luminosi che mi esplodevano nella testa.
Non dovevo svenire. Non dovevo dissanguarmi. Chi avrebbe portato quella montagnola di cibo ad Aquaforta? Era mia responsabilità, ero io…
Mi sentivo morire dal dolore. Mi strinsi il braccio con una mano nella speranza di ridurre il flusso sanguigno. Dovevo bendarlo con i pantaloni, ma li avevo lasciati cadere da qualche parte. Forse, forse con la chela…
Ma la chela non era per terra.
Era nella mia mano destra.
Era nel mio avambraccio.
Feci roteare il gomito inorridita: sembrava adattarsi alla mia anatomia come se fosse stata forgiata apposta per me. Il carapace ricopriva lo squarcio alla perfezione e bloccava il sanguinamento. I tentacoli si erano avvolti intorno al mio braccio, mi stritolavano la spalla e parte della schiena.
Avevo la testa leggera, mi sentivo estranea al mio corpo.
Cosa sta succedendo?
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