Mentre corre a perdifiato, cercando di evitare rami e mostri cannibali che si nascondono tra alberi e oscurità, Michela non può fare a meno di chiedersi se, dopotutto, quella non sia la fine che merita: venire catturata e uccisa dall’uomo che ha amato non in una, ma in ben due vite.
Due vite. Perché è così che bisogna considerare la propria esistenza, ora. C’era una vita prima dell’apocalisse e una dopo, quando il mondo ha cominciato ad andare a rotoli e il virus ha contagiato la stragrande maggioranza delle persone, tramutandole in creature con un unico istinto: mangiare gli umani ancora vivi.
Due vite, per lei. Due vite per Michela, così stupida da amare Iader in entrambe.
«Sai…» le mormorò all’orecchio, il tono roco e appena percettibile, «il tuo profumo è lo stesso di allora.»
Michela sentì una stoccata fermarle il cuore per un istante. Quello successivo si era agitata nel suo abbraccio ormai debole e si era distanziata da lui con un gesto repentino, come se con quelle parole l’avesse bruciata. Non fece in tempo ad allontanarsi di un altro passo, che Iader l’afferrò per un polso e la strattonò di nuovo a sé. Si ritrovò stretta contro il suo petto, le sue braccia a cingerle la vita, i loro visi fin troppo vicini, così tanto che i loro respiri si mescolavano e le loro labbra si sfioravano.
Michela lo guardò nella poca luce a disposizione: i suoi occhi neri erano penetranti ora come un tempo e non importava quanto lui fosse cambiato – quanto quel mondo nuovo lo avesse trasformato –, perché il suo sguardo aveva ancora le stesse sfumature e ancora le annodava lo stomaco allo stesso modo, senza che questo avesse davvero alcun senso.
Ma alla fine, con lui, forse niente aveva mai avuto davvero senso.
E non c’era logica nemmeno in quell’istante. Non c’era logica nel fatto che la stesse tenendo vicina a sé, e non di certo per difenderla da quel cannibale che sembrava ignorarli. Non c’era logica nel modo in cui il suo cuore aveva accelerato i battiti, né nel calore che le aveva incendiato le guance. Non c’era logica nel modo in cui gli occhi di Iader erano scesi a guardarle le labbra.
Non c’era logica nel desiderio primordiale che aveva investito lui, con la voglia di afferrarla per i capelli e rapirle le labbra. Con la voglia di baciarla come se fosse la fine del mondo.
Perché quella era la fine del mondo.
Giulia K. Monroe nasce a Roma nel 1992. Divoratrice di romanzi, amante di anime, manga e cultura giapponese, ma anche di videogiochi, si appassiona alla scrittura grazie a suo padre, a sua volta scrittore, e si diverte fin da piccola a comporre brevi racconti. Presto scopre il mondo delle fan fiction e ne scrive e pubblica su diversi siti, quali EFP, Wattpad e Fanfiction.net. Qui ha la possibilità di migliorare le sue capacità grazie ai consigli di numerosi lettori che la seguono e la sostengono. Dopo molti anni passati a scrivere fan fiction, decide di dedicarsi a storie originali. “Nessun Domani” è la sua prima pubblicazione.
Maggiori info al sito https://www.dark-zone.it/
Nessun commento:
Posta un commento