Cosa saresti disposto a fare pur di proteggere chi ami?
Iris è tornata da poco dall’Islanda, ha lasciato sia la foresta di ferro che il padre per rimanere accanto all’amica Bianca. Sembra essere rimasta la ragazza spensierata di sempre: ogni suo gesto è studiato per non destare sospetti… Eppure qualcosa è cambiato.
Nemmeno il gemello Hallbjörn si è accorto di niente, anche se è uno dei pochi a conoscenza del fatto che anche la sorella è maledetta a contenere lo spirito di un lupo tutt’altro che tranquillo: Sköll non a caso è chiamato “L’ingannatore”.
Étienne, un Re della Persuasione, è il primo ad accorgersi della cattiva strada che sta prendendo la vita della ragazza. Anche se lei cerca di spingerlo sempre più lontano si è reso conto che, da quando si è trovata faccia a faccia con Margot, gli eventi hanno preso una brutta piega.
Tutti sono all’oscuro del patto che Iris ha stipulato con la dea Hel, e delle tremende conseguenze che la porteranno a compiere grandi sacrifici.
Dovrà sopravvivere alla caduta in un vortice di tradimenti e inganni prima di rialzarsi in piedi, diversa e più forte, per affrontare il suo destino.
*** Possibile presenza di spoiler per coloro che non hanno letto “Cuore di neve”. ***
Secondo libro appartenente al ciclo narrativo “Le cronache del Ragnarok”.
Se nel primo volume si dava ampio spazio a Bianca, regina della Verità e custode di Freki, qui i riflettori puntano dritto su un personaggio che si era guadagnato il mio interesse già allora: Iris.
Iris è una ragazza difficile, in lei coesistono due nature fortemente in contrapposizione tra loro: quella di strega e quella dello spirito di Sköll, creatura mitologica dalle sembianze di lupo che brama ardentemente ed insegue Sòl (il Sole) per divorarlo.
È la sorella gemella di HallBjörn – che ha in sé lo spirito di Hati – ma, a causa di un’ulteriore maledizione di cui nessuno è a conoscenza, ha sempre preferito tenersi alla larga da tutti e salvaguardare la loro incolumità. Ciò nonostante ha scelto consapevolmente di abbandonare l’Islanda pur di stare accanto all’amica di sempre, Bianca, ma questa decisione la sta destabilizzando non poco. È sempre più impellente la nostalgia delle corse all’interno della foresta di ferro dove riusciva a percepire una parvenza di libertà e ridurre al silenzio per qualche momento la natura selvaggia del lupo.
Ma forse questo cambiamento di “sede” non è proprio così traumatico visto che la nostra protagonista ha attirato l’interesse del fascinoso Ètienne, eppure sarà l’entrata in scena di un personaggio misterioso, Manu, a scombussolare gli equilibri e a palesare la fitta rete di sotterfugi e tranelli che la circonda.
[...] In me convivono in uguali parti sangue di lupo e di strega e il sangue di lupo per le streghe è velenoso. Quindi quando prende il sopravvento e cerca di imporsi per me è deleterio.
Recensire questo romanzo non è stato facile perché il rischio di spoiler è molto alto quindi, per cominciare, direi che è si merita una menzione d'onore la copertina dove campeggiano armonicamente rune e toni sfumati sulla stessa scia di “Cuore di neve”.
“Lo spirito della valchiria” mantiene quel tratto romance che caratterizzava il precedente romanzo, ma stavolta si dà maggior campo al lato urban fantasy della storia cogliendo, ancora una volta, a piene mani dalla mitologia norrena e aggiungendoci un tocco di originalità.
“Lo spirito della valchiria” mantiene quel tratto romance che caratterizzava il precedente romanzo, ma stavolta si dà maggior campo al lato urban fantasy della storia cogliendo, ancora una volta, a piene mani dalla mitologia norrena e aggiungendoci un tocco di originalità.
Persiste l’apertura dei capitoli attraverso delle citazioni chiave ed anche qui la musica assume un ruolo preponderante; si passa da stralci di canzoni più o meno contemporanee alle intense composizioni di Richard Wagner tratte dal “Der Ring des Nibelungen”.
Alcune persone sono talmente testarde da somigliare a delle candele: preferiscono lasciarsi bruciare dalla propria luce, piuttosto che farsi aiutare a estinguere la fiamma.
Debora sa destreggiarsi bene con le poliedriche personalità dei personaggi, anche se mi tocca ammettere che ce ne sono stati alcuni, purtroppo, non “utilizzati” abbastanza e resta quell’amara sensazione d’incompletezza. Una sorta di “chissà se avrebbero potuto dare un quid alla narrazione se non fossero stati lasciati ai margini…”, ma con la nostra protagonista ha fatto un lavoro a dir poco magistrale; è palpabile la dualità della sua indole: da un lato l’indomabile spirito del lupo Sköll, assetato di sangue e violenza, abile nel tessere inganni e desideroso di prendere il sopravvento di mente e corpo della ragazza, dall’altro l’immagine di una donna forte, emancipata e risoluta, una mera corazza dietro alla quale si cela un’anima fragile e semplice che - spesso e volentieri – sopraffatta dalle circostanze, ricorre all’autolesionismo pur di mettere a tacere l’impetuosità di Sköll.
Lo stile di scrittura è fresco e scorrevole, limato tanto nella forma quanto nel contenuto tant’è vero che ho finito il romanzo in pochissimi giorni e solo perché non riuscivo a ritagliarmi abbastanza tempo per leggerlo d’un fiato.
L’epilogo poi è quello che ho apprezzato di più perché segna un ribaltamento negli eventi e questo non fa che aumentare la mia voglia di saperne di più e avere già tra le mani il libro successivo.
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