Il
giorno della sua festa di laurea, Lia riceve in regalo dai suoi genitori –
ricchi collezionisti d’arte – un raro manufatto greco: una bellissima e antica
coppa. Su quello splendido oggetto ha messo gli occhi anche August Bowman,
amico dei genitori e ospite alla festa. Secondo August, la coppa, nota come
“Kylix della Rosa”, veniva usata nelle cerimonie in onore del dio greco Eros e
ha lo straordinario nonché pericoloso potere di far avverare le più intime
fantasie sessuali.
Lia
è scettica riguardo alle affermazioni di August e sospetta che, essendo lui
stesso un collezionista d’arte, stia solo cercando di mettere le mani sul
prezioso manufatto.
L’uomo,
allora, la sfida a provare e, quando Lia beve dalla Kylix, si ritrova
all’improvviso immersa in un mito erotico così vivido da sembrare reale. Con
August al suo fianco, vivrà la più sensuale delle sue fantasie, un’esperienza
che ha tutte le intenzioni di ripetere.
August è pronto a pagare qualsiasi prezzo per entrare in possesso della coppa, ma Lia ha in mente un altro tipo di baratto, uno che intreccerà le loro vite in un modo che entrambi non possono neanche immaginare.
Conosciamo
già la dinastia dei conti Godwig, nel primo romanzo della trilogia, THE RED,
abbiamo goduto (è proprio il caso di dirlo), e ci siamo deliziate a leggere le avventure del
tredicesimo conte Malcolm Godwig, di suo nipote Spencer e soprattutto della
bella Mona. Spencer e Mona sono i genitori di Lia, la protagonista di questa
incredibile storia. Ci troviamo in Inghilterra, nella magione dei Godwin in
festa e una grande cena è stata allestita in occasione della laurea della prima
figlia del conte Spencer, Lia. Al banchetto di gala, oltre alla crème
dell’aristocrazia inglese e non solo, sono presenti le amiche fidate di Lia e
un gentiluomo misterioso, dal fascino prorompente e dai modi gentili, August
Bowman. La sua presenza non passa certo inosservata, e per Lia è questione di
poco scoprire il perché. Mr Bowman si trova lì per via del regalo che suo padre le ha fatto, la
Kylix della Rosa, una coppa intarsiata, datata 500 a. C. Un oggetto dal valore
immenso e di siffatta bellezza non lascia certo indifferenti, pur di averla
Bowman è disposto a tutto, ma Lia non ha alcuna intenzione di privarsene,
almeno fino a quando, costretta dalle circostanze, si ritrova con l’acqua alla
gola. Prima di venderla però, Lia vuole conoscere il segreto che quest’oggetto
sembra nascondere e che, a detta di Bowman, la rende pericolosa.
«… La coppa fu smaltata con lo stesso
“veleno” in cui venivano intinte le frecce di Eros. Se si beve da questa coppa
si vivono esperienze sessuali estremamente amplificate.»
[…]
«se bevi di essa, sperimenterai le
tue fantasie erotiche. Vi entrerai dentro e le vivrai.»
Lia
è una ragazza di ventuno anni, molto bella, intelligente, spigliata e con un
caratterino niente male. Appassionata di storia greca, conosce tutta la
mitologia e adora ricamare i miti che la colpiscono maggiormente su dei veri e
propri arazzi. La sua immagine pubblica è quella di una ragazza per bene, amata
dai genitori e stimata dagli amici. Quella privata invece nasconde un segreto pericoloso
che, se fosse rivelato, distruggerebbe non solo lei e la sua famiglia ma anche
quella delle sue amiche fidate. Da brava pronipote del libertino conte Malcolm
Godwig, Lia amministra una vera e propria agenzia di escort, una maitresse, dunque, giovane e molto
scaltra. Nonostante le origini della famiglia e la licenziosità dei suoi
genitori, Lia è convinta che se suo padre scoprisse la sua attività, ne morirebbe.
Ecco perché, una volta messa alle strette dal ricatto ignobile di un ex amante
ferito, per amore della famiglia acconsente a malincuore a liberarsi della
preziosa coppa. August Bowman è la sua àncora di salvezza ma anche colui che l’accompagnerà
in un viaggio pazzesco, all’interno dei miti a lei tanto cari.
«È questo il motivo per cui tessi la
tela dalla sua prospettiva?»
«È così che creo tutti i miei arazzi.»
«Lasci uno spazio del mito tutto per
te, vuoi essere parte della storia.»
«So che sembra sciocco.» Lia arrossì.
«Affatto. Non c’è alcuna vergogna nel
voler vivere dall’interno le proprie storie preferite.»
«Le fiabe non sono reali. Questi miti,
invece, sono davvero esistiti.»
Che
il signor Bowman fosse un tipo interessante Lia lo aveva percepito fin dal
primo incontro. Il suo fascino misterioso l’aveva colpita da subito, fin dal
primo sguardo, uno sguardo difficile da dimenticare.
Chiunque fosse, Lia era certa di non
averlo mai visto prima; eppure, quando lui la guardò sembrò quasi che la
conoscesse. Mentre suo padre gli stringeva la mano, l’uomo le rivolse un impercettibile
sorriso ammiccante. Quell’ammiccamento. Quel sorriso. Malizia pura, che le fece
arricciare le dita dei piedi nelle scarpe.
Lia
definisce August un guaio, uno dei più grossi e sexy ma pur sempre un guaio dal
quale sarebbe meglio allontanarsi. Il mistero lo avvolge, si presenta come un
nobile d’altri tempi, affabile, gentile, educato, e si rivela un astuto
seduttore.
«Non credo nella fortuna. Forse, più
nell’intervento divino.»
«Conosce delle divinità?»
«Ne sto ammirando una, proprio ora.»
Lia
e August sono molto simili, una maitresse
e un prostituto, come si definisce lui, seguace del culto di Eros. Entrambi
vivono per dare piacere, si arricchiscono alimentando e soddisfacendo i vizi
altrui.
Lia è ferita nell’animo, August è la sua medicina e la Kylix il mezzo. I viaggi nella mitologia offrono a Lia la possibilità di capire se stessa, certo non è semplice per una mortale accettare il risultato senza porsi domande e trovare le relative risposte.
«Quindi la tua teoria su ciò che è
accaduto sabato sera è semplicemente che…»
«Ero drogata» lo interruppe Lia.
August applaudì in modo educato. «Ti senti meglio ora che hai trovato una
spiegazione logica per l’esperienza più incredibile della tua vita?»
«Sì, molto.»
Capire
il comportamento degli dei è arduo, essi amano celarsi agli occhi dei mortali,
giocano con le loro vite e a volte le intrecciano alle proprie. Amano essere
adorati e se vengono interpellati, può accadere che rispondano e accorrano in
soccorso. Difficile, sì, ma non impossibile, basta infatti superare tutti i
paletti posti dalla ragione e il gioco è fatto. Il velo del mistero si
squarcia, la luce penetra nel mito rendendolo reale. Gli dei, finora nascosti,
si svelano completamente ciò che fino a quel momento era considerato frutto
dell’immaginazione, assume contorni più veri ed entra di prepotenza nel
quotidiano. A quel punto l’angoscia scompare, le paure si dissolvono e si
raggiunge la pace che solo l’amore può dare.
«Credevo che August fosse il
diminutivo di Augustine e non il sinonimo di “sommo”, e non ho associato il tuo
cognome al suo significato di “arciere”.
Una
volta letto il romanzo ci rendiamo conto subito dell’immenso lavoro e lo studio
che ha permesso il parto di una tale opera che posso definire incredibile e
straordinaria. I romanzi della Reisz si distinguono per originalità, in questo
caso l’autrice è riuscita a stupirci una volta di più. Il libro è accattivante sotto
ogni punto di vista e lo stile, sempre così irriverente e ironico mai come ora,
parlando di dei, appare azzeccato. L’ennesimo gioiello della letteratura
erotica questa volta diventa più prezioso grazie alla presenza del misticismo
che, con la sua aurea intrisa di mistero e inganni, permeando l’intera vicenda,
libera i personaggi da ogni costrizione e vincolo perbenista dando loro la
possibilità di esprimersi in totale libertà.
E visto che si parla di miti non me ne vogliate se definisco il romanzo divino. Non c’è altro termine che possa descriverlo meglio. Si parla di dei
in fondo, ma si parla soprattutto di amore.
Consigliatissimo!
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