© Alter Ego s.n.c., Viterbo, 2016
Edizioni AUGH!
Collana: Frecce
ISBN: 978-88-9343-008-1
www.aughedizioni.it
Copertina flessibile: 370 pagine
Il destino sembra aver scritto per Andrea Zalando pagine cariche di dolore: cresciuto senza un padre, perde crudelmente e misteriosamente a quattro anni la madre, suo unico riferimento. Andato a vivere coi nonni, subirà continui soprusi e maltrattamenti. Neanche le famiglie cui sarà affidato in seguito saranno in grado di aiutarlo, anzi contribuiranno a emarginarlo nella sua solitudine e a rendere il suo fardello ancora più pesante.Determinato a inseguire il suo sogno e a mantener fede a una promessa fatta, il giovane e brillante Andrea riceverà in dono dalla vita una sorpresa grande e inaspettata: l’amore. Sarà infatti grazie alla presenza e al sostegno dell’esuberante e vivace Giada, che il protagonista di Le lettere del destino riuscirà finalmente, non senza difficoltà, a far luce sulle oscure e intricate vicende che portarono alla morte della madre in quella tragica e lontana notte di Natale, riappacificandosi così col suo violento passato di sofferenze e privazioni.
“E allora, Destino, chi vincerà tra me e te?
Io sono pronto a giocare la mia, anzi la nostra partita, ma non
sono solito perdere.
E un giorno forse anche io non sarò più solo.”
Le lettere del destino è l’opera prima di Chiara Personeni, giovane autrice bergamasca affiliata alla casa editrice Augh che si occupa del lancio di autori emergenti.
Il romanzo racconta la storia di Andrea Zalando, accompagnandolo dall'età di quattro anni fino all'età adulta e alla laurea, ed è una sorta di diario di vita sul quale il giovane annota tutti i fatti salienti della sua non poco travagliata esistenza.
La mia vita piena di scelte da prendere, tanti ostacoli insormontabili, tanta inquietudine. Ancora oggi nella mia mente rivedo quelle immagini che per tanto tempo non mi hanno fatto dormire, che per tanti attimi, durati eternità, hanno riempito le mie giornate e i miei pensieri di mille interrogativi. Tutti questi anni pieni di problematicità, di dispiaceri, di persone per cui ho provato affetto, uscite ed entrate sul palcoscenico della mia vita. E poi, ricordo chi non è stato capace di accettarmi, di aiutarmi e di amarmi senza una motivazione a me plausibile. Sono diventato grande forse troppo velocemente, non per scelta mia ma del mio destino, che aveva deciso per me la strada che presto avrei dovuto intraprendere.
Questa è la mia vita, questo sono io: Andrea.
Andrea è nato la notte di Natale e il suo compleanno è per lui un giorno davvero speciale fino all'età di quattro anni, quando diventa testimone inconsapevole dell’omicidio della propria madre e di Alex, un presunto zio, o meglio, un amico della madre che pare essere l’unica figura maschile che accompagna i suoi primissimi anni di vita. Il calvario di Andrea comincia così, con il passaggio dalla grande felicità di essere il figlio amato e coccolato di una mamma speciale alla disperazione di essere soltanto un peso per i nonni che hanno accettato di prendersi cura di lui. Maltrattamenti e vessazioni sono all'ordine del giorno, sia a scuola che in casa, e solo l’interessamento di una maestra più sensibile delle altre lo libera dal giogo dell’odio incondizionato della nonna materna.
La nonna ripeteva ogni giorno il suo spregio per la mamma;
ogni volta, anche se solo per caso, si pronunciava il suo nome,
i suoi occhi si riempivano di odio e lei diventava incontenibile.
Avevo paura di lei, soprattutto quando si arrabbiava.
Capii subito che lei non era come la mamma: era una donna
cattiva, incapace di provare sentimenti buoni, odiava anche me.
Molti anni trascorrono, Andrea passa di istituto in istituto, da una famiglia adottiva all'altra, collezionando una serie incredibile di dispiaceri e frustrazioni, di dolori indicibili, quando anche le persone che sono diventate la sua nuova famiglia, vanno incontro ad un tragico destino. Non si arrende mai Andrea, anche se il suo cuore viene frantumato in continuazione, trova sempre il coraggio per amare qualcuno di nuovo: una nuova madre adottiva, le gemelline che vivono con loro, Licia tanto dolce e sfortunata per la malattia tremenda che la affligge, Jey e per ultimo il grande amore della sua vita: Giada.
Lei era lì. Volevo impegnarmi per eseguire un orale ineccepi-
bile. Il suo gesto fu per me un regalo stupendo. Sapevo quanto le
costasse, dato che dopo poche ore sarebbe toccato a lei. Lei era
lì, aveva fatto la sua scelta, aveva deciso di esserci per me.
Mi tolsi immediatamente dalla testa le tremende parole dei
miei compagni. Mi concentrai, sentii dentro di me una grinta incredibile. Una grande adrenalina pervase il mio corpo, era la presenza di Giada, era lei che stava facendo tutto questo per me, senza rendersene conto. Il mio amore per lei mi stava rendendo una persona nuova. Il mio amore per lei mi faceva sentire vivo.
Supportato da una brava assistente sociale e da una psicologa che rimane sempre il punto fermo della sua vita, Andrea combatte contro il destino costruendosi una maschera di arroganza e presunzione. Una maschera dietro la quale si nasconde dai compagni di liceo che lo sbeffeggiano e da tutte le persone che, seppure in buona fede, non credono nelle sue capacità di resistenza, nella sua tenacia e nella sua grande forza di carattere. Una maschera che lo porta, a volte, anche ad allontanare o ferire le persone che ama, una maschera della quale non può fare a meno perché è l’unico cardine su cui si regge il suo animo sensibile. Brillante e intelligentissimo, colleziona un successo scolastico dietro l’altro spronato da una promessa fatta nel passato. Una promessa, un sogno di cui verremo a conoscenza soltanto alla fine del romanzo. A questa sogno e al desiderio di sapere di più sulle sue radici dapprima, e vendicare la morte della madre poi, Andrea si aggrappa con tutte le sue forze, si mette in gioco rischiando persino la vita, rinunciando alle persone che ama, non si ferma fino a che il velo oscuro che copre le vicende del passato non viene sollevato e tutto assume un senso. Chi ha fatto del male paga, chi ha amato ama, perché anche le storie più incredibili e dolorose possono avere un lieto fine e l’amore vero trionfa sempre anche sul destino.
Mi sedetti su una panchina, senza mai smettere di piangere.
Vedevo girare nella mia testa l’immagine di quell’uomo che
sparava a mia madre senza pietà e lei che mi faceva da scudo
con il suo corpo.
Nessuno era stato capace di difenderla, neanche Alex.
Ero cosciente che quel ricordo raccapricciante non avrebbe
mai potuto lasciare il mio cuore, forse perché io stesso non
volevo, non potevo e non dovevo dimenticare; sarei stato solo
un ipocrita!
Il romanzo tratta argomenti molto seri che vanno dallo sfruttamento della prostituzione alla violenza sui minori, dal bullismo alla pedofilia, dalle malattie genetiche all'abbandono dei figli. Devo ammettere che l’intreccio che si svela alla fine della storia, quando tutto il passato di Andrea e della sua sfortunata mamma vengono a galla, mi è molto piaciuto. La storia è davvero interessante anche se, devo dire, che in molti punti non è forse stata sviluppata al meglio. Alcuni passaggi risultano forzati, troppe coincidenze, troppi incontri causali che poi alla fine si rivelano decisivi, troppe sfortune tutte concentrate su di una sola persona, anche se l’intento dell’autrice è proprio quello di sottolineare come, pur da una sorte avversa, si possa ricavare il meglio che la vita può offrire: dal dolore nasce il vero amore.
«Lo senti».
«Che cosa?».
«Il profumo della vita che c’è nell’aria».
«Non me ne sono mai accorto».
«È la cosa più straordinaria che esista al mondo. Se tu non sei
in grado di percepirlo, ti prometto che mi impegnerò ogni giorno
affinché anche tu lo possa scoprire.
Questa è una promessa amore mio, è la mia promessa. Questo
è un impegno che voglio prendermi con te».
Bellissime sono le descrizioni degli stati d’animo di Andrea e delle persone che condividono la sua vita. In questo romanzo ci sono parole stupende che toccano il cuore e l’anima di chi legge, altrettanto non posso dire dello sviluppo di alcuni dialoghi che appaiono troppo sbrigativi, della serie "scrivo come parlo", forse perché non accompagnati dalle emozioni di chi li pronuncia. Le emozioni vengono esplicate in un secondo tempo e questo rende piuttosto secchi i dialoghi in questione. Buona la caratterizzazione dei personaggi che appaiono ai nostri occhi come scaturiti da un quadro impressionista: a volta non è necessario descrivere nel dettaglio le caratteristiche fisiche di una persona affinché questa viva nella nostra fantasia in tutto il suo splendore.
La storia è molto bella e ne consiglio la lettura a chi è alla ricerca di un romanzo diverso dal solito ma ricco di sentimenti, di amore e, perché no, anche di intrigo e suspense.
BREVE AUTOBIOGRAFIA DI CHIARA PERSONENI TRATTA DALL’INTERVISTA “il-destino-non-punisce-mette-alla-prova-intervista-a-chiara-personeni “ DE “viaggionelloscriptorium”.
La mia passione per la scrittura è un sentimento giovanile, anche se a scuola, nelle materie letterarie, i miei voti erano pessimi. Nell’adolescenza, mi sono ritrovata ad essere intrappolata in qualche chilo di troppo e in un velo di timidezza troppo spesso per crearmi un giro di amici fidati. Nonostante questo, provavo a mettere nero su bianco i miei sentimenti per gli altri, mi confidavo con la pagina bianca, come tutte le ragazzine, ma facevo in modo che nessuno la trovasse. I miei primi racconti sono stati letti dai miei pazienti, scritti con il desiderio di farli sentire meno soli, accolti, capiti e amati. In queste circostanze ho pensato, per la prima volta, che avrei potuto scrivere un libro. L’idea mi faceva un po’ paura, forse, dentro di me, non mi sentivo all’altezza, sapevo di non essere pronta. Poi, però, ho sognato la trama del mio libro in una sola notte e l’ho scritta in un mese, senza alcuna esitazione. Il senso delle cose sta nel farle nel momento giusto.
Chiara Personeni è nata nel 1989, vive e lavora a Bergamo. Dopo aver frequentato il liceo socio-psico-pedagogico, si è laureata in Scienze Infermieristiche.
Il romanzo Le lettere del destino è la sua prima pubblicazione.
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