"Se stai leggendo queste parole, probabilmente ti stai chiedendo chi sei. Sei me, Samantha Agatha McCoy, in un futuro non troppo lontano. Sto scrivendo queste righe per te. Dicono che la mia memoria non sarà più la stessa, che comincerò a dimenticare le cose. Per questo ti scrivo. Per ricordare." Samantha aveva in testa un piano ben preciso. Per prima cosa vincere il campionato nazionale di dibattito, poi trasferirsi a New York e diventare un affermato avvocato per i diritti umani. E infine, ovviamente, conquistare Stuart Shah, il ragazzo di cui è pazza. Tra lei e i suoi progetti però si mette in mezzo la rara malattia genetica di cui è affetta e che poco alla volta – così dicono i medici – le porterà via la memoria e la salute. Ma tutto si può dire di Sammie tranne che sia una diciassettenne che si abbatte facilmente. A un destino tanto assurdo, infatti, decide di opporsi con tutte le sue forze. E lo fa nell'unico modo che conosce: scrivendo. In un diario assolutamente non convenzionale, indirizzato alla sua futura sé e ribattezzato Libro delle cose che non voglio dimenticare, inizia ad annotare tutti i momenti belli (e meno belli) della sua vita: dal riavvicinamento al suo più vecchio e caro amico ai mille modi che lui si inventa per farla ridere, al primo romanticissimo appuntamento con il suo grande amore. E poi, ancora, dalle persone che le hanno spezzato il cuore e quelle che glielo hanno "aggiustato". Perché se davvero lei dovrà andarsene presto, almeno lo farà con la consapevolezza di aver prima assaporato tutto ciò che la vita poteva regalarle. Un romanzo tenero e delicato, una storia struggente che non abbandonerà facilmente il lettore, neanche dopo che avrà letto l'ultima pagina e riposto il libro sullo scaffale.
“Ed ecco a cosa mi servi tu, Futura Sam.
Ho bisogno che tu sia la manifestazione della persona che so che sarò. Posso sconfiggere questa roba, lo so che posso, perché più cose mi appunto per te, meno ne dimenticherò.
Più ti scrivo, più diventerai reale.”
Con questo libro ho avuto una specie di colpo di fulmine. Appena ho visto la copertina, così colorata, allegra, unita ad un titolo interessante, è iniziato il corteggiamento… poi ho letto la trama ed è scoppiato l’amore. Adesso che ve ne devo parlare, ho talmente tante emozioni che si agitano dentro di me che ho paura di non riuscire a rendere giustizia al romanzo.
“Se non credi che il futuro sarà migliore, allora non farai nulla per migliorarlo. Sembra una banalità, ma c’è un altro termine per queste cose: si chiama sincerità.”
Forse sono masochista o anche sadica, ma mi piacciono tantissimo le storie che contengono dei drammi, quelle storie in cui alla fine piangere sarà inevitabile e il #mainagioia è dietro l’angolo. Penso che sia perché rappresentano delle situazioni reali, in cui tutti potremmo ritrovarci, e soprattutto perché mi spingono a riflettere.
Questa è la storia di Sammie, 17 anni, le cui aspettattive sul futuro sono state spazzate via da una rara malattia genetica, la NPC. Ma è anche la storia di una coppia di genitori, dei suoi fratelli, dei suoi amici, del suo amore che devono tutti affrontare il fatto che Sammie abbia un’aspettativa di vita piuttosto breve, dovendole stare vicino e darle forza, nonostante il dolore li divori dentro, sapendo che presto dovranno lasciarla andare.
“Non molte cose sono probabili. Tutto è possibile.”
Ma Sammie, nonostante la sua giovane età, non si arrende, continua a lottare per raggiungere i suoi obiettivi: vincere il torneo nazionale di dibattito, diplomarsi e tenere il discorso di fine anno e, soprattutto, andare alla NYU per diventare avvocato. E, perché no, conquistare Stuart.
“L’ottimismo implica responsabilità. Non mi sto illudendo: so di essere malata. Ma non mi comporterò come se dovessi essere già spacciata.”
Sammie è una ragazza fragile ma allo stesso tempo forte, sembra quasi voler nascondere la propria paura per i cambiamenti che la malattia potrebbe portare nella sua vita, correndo come un treno verso la meta, cercando di ignorare o minimizzare le crisi che ogni tanto arrestano la sua corsa, rialzandosi e guardando dritta davanti a sé. A volte, in questi casi, per paura di dover rivelare la propria malattia, si tende a mentire, omettere, sembrando, agli occhi degli altri, egoisti.
La sua malattia le porterà via la memoria e lei non vuole dimenticare, non vuole mollare, ed è così che inizia questa sorta di diario indirizzato a se stessa, che appassiona ed emoziona il lettore. In quelle pagine c’è tutta la vita di un’adolescente un po’ bizzarra, ma determinata e combattiva, che si affaccia alla vita e alle sue prime esperienze. Ma troveremo anche i momenti di sconforto legati alle crisi che la lasciano confusa e spaventata.
Ad un certo punto Sammie dovrà rallentare e sarà proprio da quel momento che inizierà a godere appieno della bellezza delle cose che la circondano, si renderà conto di aver sempre avuto tutto ciò di cui aveva bisgono proprio sotto al naso.
Con uno stile semplice e coinvolgente, l’autrice, attraverso le parole e le esperienze della protagonista, è stata in grado di regalare al lettore una storia davvero unica, capace di farlo emozionare diverse volte e in modi differenti. I personaggi sono ben caratterizzati, tutti, dal primo all’ultimo. Soprattutto Cooper, che ho amato da subito.
Sammie, adesso che ho finito di leggere il tuo diario mi manchi tantissimo. Vorrei ringraziarti per il messaggio che mi hai lsciato, condividendolo con tutti: amati e ama più che puoi, vivi intensamente, finchè puoi.
“Le storie fanno sempre bene.”
Se vi piacciono le storie toccanti ma piene di significato, non dovete lasciarvi sfuggire questo romanzo. Promosso a pieni voti!
Vive a Minneapolis, Minnesota, dove scrive per la rivista letteraria "Revolver".
Questo è il suo primo romanzo pubblicato in Italia.
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