Data di uscita: 28 Marzo
Pagine: 168
Prezzo: €12,00
Questa è la storia di Yannick e Ifem, la storia di due
ragazzi. Di mancanze, assenze, abbandoni, di come è
difficile credere nella vita quando questa ti toglie più di
quanto ti dà. Una storia iniziata in un quartiere dove a
cadere a pezzi sono le persone prive di impalcature, schiave
delle condizioni economiche al punto di attaccarsi al lavoro
rinunciando così alla vita. Dove chi non ci riesce beve fino
ad annullarsi e alza le mani sui figli e sulle mogli dietro
imposte serrate. Dove la gente sa e non fa nulla. Perché
addosso tutti hanno l’odore dei poveri e le scarpe
consumate di chi è abituato a frenare in bici coi talloni. Una
storia di sogni infranti che i figli ereditano dai genitori,
partiti dall’Africa per “na Poto”, l’Europa, senza sapere che
questo paese non è pronto ai loro tratti del viso né preparato
a sostenere le loro ambizioni. Basta avere la pelle un po’
più scura per essere preso di mira, il taglio degli occhi
diverso per sentirsi intruso, un cognome con troppe
consonanti per sentirsi gli sguardi addosso. In questa
desolazione, Ifem prova a colmare il vuoto che la mangia
da dentro con l’amore. Quello per Yannick. Un ragazzo che
sembra inarrestabile. “Ifem, non ci fermeremo finché non
capiranno che non siamo neri che si sentono italiani, ma
italiani neri” le ripete continuamente. Ma pian piano
quell’amore, come tutto attorno a lei, svanisce. Ne rimane
solo un’ombra sottile nelle linee immaginarie che lei traccia
sulle labbra di lui mentre dorme. Uno dei pochi momenti in
cui Yannick sembra quieto. Perché a fermare la sua corsa è
la cocaina. Iniziata per noia, quasi per caso, perché lui è
cresciuto in un quartiere popolare dove tutti almeno una
volta hanno provato, anche i preti. E perché per un attimo la
polvere bianca riempie qualsiasi vuoto – ti fa sentire come
avessi dentro tutto il ferro della torre Eiffel –, ma poi si
porta via tutto.
Chi sta male non lo dice non è però solo un pugno nello
stomaco, è soprattutto la storia di come i fiori spuntano
anche nel cemento. Di come c’è sempre un modo per
salvarsi, l’importante è non rinunciare, non smettere mai di
amare la vita.
Antonio Dikele Distefano ha ventiquattro anni e ha origini
angolane. Ha pubblicato con Mondadori i romanzi
bestseller Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti?
(2015) e Prima o poi ci abbracceremo (2016).
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