Le capacità
relazionali di Davy Cooper sono quasi inesistenti, visto che è cresciuto in una
solitudine quasi totale da una madre affetta da agorafobia. Ora che è morta,
Davy ha bisogno di farsi degli amici per la prima volta nella sua vita. Viene
notato da Gavin Walker, ma è talmente intimidito da quel ragazzaccio che veste
alla moda, sexy e sicuro di sé, da gettare via il suo numero di telefono ogni
volta che gli viene offerto.
Quando Gavin lo difende da un tizio maleducato, Davy inizia
ad affezionarsi un po’ a lui. Ma con la sua esperienza limitata, pensa che loro
sue siano troppo diversi e che qualsiasi cosa di più profondo di una conoscenza
superficiale finirà in un disastro totale.
Non so se ho
amato di più il timido e complessato Davy che, con l’amore, si trasforma in una
leonessa che difende i suoi cuccioli; oppure Gavin da “puttana”
dal cuore spezzato sogna poi il per
sempre.
I due protagonisti sono riuscitissimi ed il cambio di punto di
vista della narrazione permette di conoscere entrambi nel profondo. Non sono da
meno nemmeno i personaggi secondari come il solidale amico Sean o il nonno Ray
che dice parolacce e beve wiskey quando si parla delle cose importanti.
Nonostante
le sole 185 pagine, l’autore è riuscito a caratterizzare perfettamente i
personaggi e a dar loro il giusto spessore psicologico. La storia, nella sua
semplicità, è scritta così bene che risulta affatto banale e non si riesce a
staccarsi fino all'epilogo.
Davy e Gavin
non potrebbero essere più diversi e, come per ogni bella storia che si
rispetti, anche le incomprensioni iniziali non mancano, ma la forte attrazione
è l’elemento scatenante che porta poi con sé tutto il resto.
Il carattere
pacato di Davy, la sua paura di essere usato come un oggetto sessuale lo
frenano molto, ma il suo animo gentile ed il suo desiderio di contatto umano lo
porteranno a dare non una, ma ben tre possibilità a Gavin che, nonostante
l’inizio non troppo promettente saprà conquistarlo senza condizioni.
"Prima mi hai chiesto che cosa volevo. Io so cosa voglio." Davy cercò di rendere la voce più sicura che poteva.
"Oh?""Voglio te, Gavin. Niente cazzate, però. Voglio che capiamo cosa c’è tra di noi, ok? Se pensi che ci sia qualcosa tra di noi." Davy sapeva di non suonare sicuro.Gavin gli passò le dita sulla guancia. "C’è sicuramente qualcosa. Non so perché, ma tu mi fai desiderare di essere diverso. Cavolo, mi fai desiderare di essere un bravo ragazzo.""Una volta mi hai detto che non sapevi chi mi avesse convinto di non valere abbastanza e io dico che so chi l’ha fatto con te, ma tu vali più che abbastanza. Sei meglio di quanto mi meriti, Davy." Lui scosse la testa, ma Gavin si accigliò. "Basta. È vero. Tu sei fottutamente meraviglioso e io ti amo. Non sei un giochino del cazzo. Tu per me sei speciale."
Quando li vedevano tutti gli altri, vedevano Gavin che non era niente altro che un guaio e Davy che era un timido, ma secondo Gavin, se li avessero visti dentro, avrebbero scoperto che lui era solo un ragazzino spaventato e Davy era il suo eroe.
"Questo è il dolore che parla, Gav. Per come la vedo io, in realtà tua madre ci ha fatto un favore a tutti a presentarsi così."Gavin si tirò indietro e guardò Davy come se fosse pazzo. "Perché pensi una cosa simile?""Beh, per quanto riguarda me, capisco che mia madre abbia commesso degli errori, ma mi amava comunque. Sono riuscito a superare tutto il mio rancore perché non mi ha mai abbandonato. Semmai ci teneva troppo, ma ciò ha instillato in me la conoscenza e l’abilità di volere bene a te e a Ollie. Poi ci sei tu. Lei è venuta qui e ti ha dato qualcuno che ti amerà incondizionatamente e ti darà un’opportunità di provare a te stesso che sei buono, che non le somigli affatto." Gavin guardò Davy, affascinato dal modo poetico con cui Davy vedeva il casino che era la famiglia Walker.
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