Selvaggia ha sedici anni ed è la figlia di un noto petroliere italiano e di una ricca americana. Troppo presi dal lavoro e occupati a tradirsi reciprocamente, i suoi genitori non si sono mai interessati a lei. È cresciuta sola, nella sfarzosa casa di Manhattan, affidata alle cure amorevoli di Amelia, la governante. Jayden ha ventotto anni, è un ragazzo ricco, bello e determinato, anche se nel suo recente passato c’è un dolore che lo ha messo a dura prova. Quando Jayden vede Selvaggia a Central Park, viene colpito dai suoi modi eleganti, ma anche dalla sua acerba sensualità, ma non ha il coraggio di parlarle. I giorni passano e finalmente Jayden riesce ad avvicinarla. Inizia un romantico corteggiamento fatto di viaggi, cene romantiche e incontri molto sensuali. Nonostante l’attrazione che prova, Selvaggia, ancora sedicenne, è vergine e non vuole lasciarsi andare. Nel frattempo il passato di Jayden torna a bussare alla sua porta. E il suo passato si chiama Monya…
La narrazione in prima persona di Non meriti un minuto… è strutturata, come spesso accade in certa letteratura contemporanea, su due registri. La voce di Jayden e quella di Selvaggia si alternano in una non lineare scelta stilistica e in una composizione frammentaria della storia che lascia diversi spazi oscuri dal punto di vista temporale. Offrire un efficace e credibile punto di vista maschile da parte di un’autrice (come quello femminile da parte di un autore) è sempre cosa difficile, in quanto davvero nessuno di noi può sapere cosa si prova a vivere in una diversa pelle (non solo sessuale).
L’autrice riesce a coinvolgere il lettore nella dinamica del punto di vista alternato, ma rimane un po’ in superficie quando entra nella psicologia dei personaggi. La rampolla adolescente che non è mai stata amata dai genitori e il giovane imprenditore belloccio e tormentato solo a tratti si staccano dai rispettivi stereotipi per andare a segnare una dimensione autenticamente originale.
L’autrice riesce a coinvolgere il lettore nella dinamica del punto di vista alternato, ma rimane un po’ in superficie quando entra nella psicologia dei personaggi. La rampolla adolescente che non è mai stata amata dai genitori e il giovane imprenditore belloccio e tormentato solo a tratti si staccano dai rispettivi stereotipi per andare a segnare una dimensione autenticamente originale.
Per quanto mi sia sforzata di trovare in Jayden qualcosa di positivo che possa renderlo un protagonista affascinante, le azioni da lui compiute e i suoi pensieri ossessivi (non romantici) hanno costantemente disatteso le premesse. Jayden si profila come un narcisista dalla personalità egocentrica e dominante. Un ventottenne che si definisce romantico per aver detto alla sua giovane compagna che lei è diventata per lui “un chiodo fisso”. Jayden si compiace, non compiace il suo oggetto d’amore. E, complessivamente, sembra più interessato a conquistare sessualmente Selvaggia che non a capirla o a parlare con lei. Il vero chiodo fisso, sembra, è l’attrazione tra i due, lui che insiste e lei che si nega.
Da parte sua, Selvaggia, figlia sedicenne di un petroliere italiano (!) trapiantata a New York e vittima di due genitori morbosi e un po’ cattivi, nel suo perimetro di crescita interiore pare accettare passivamente tutti i piccoli, subdoli, a volte meschini, soprusi che Jayden perpetra nei suoi confronti.
Piace a tutte un uomo forte che sa ciò che vuole, anzi nella letteratura romance l’archetipo dell’eroe lo vuole piuttosto determinato, caparbio, burbero ma disposto a rivelarsi vulnerabile e sensibile. Jayden, al contrario, non si rivela. Rimane esattamente ciò che è: un giovane uomo viziato e irascibile, un manipolatore che concede le proprie scuse solo per ottenere ciò che vuole, seppure non si capisca davvero se desideri sganciarsi dal passato o rimanervi ancorato, sprofondandovi dentro.
Ed ecco dove il romanzo ha creato, almeno a me, un certo disagio. I personaggi secondari sono piuttosto schematici e rispondono a precise esigenze narrative, espedienti per portare avanti la narrazione e che poco aggiungono ai personaggi principali. La scrittura corrisponde sicuramente allo stile personale dell’autrice, ma ci sono passaggi – sia nei dialoghi che in certe descrizioni – non intriganti ma inutilmente volgari, per il mio gusto.
Jayden e Selvaggia, attori unici della storia, non solo stentano a raggiungere una dimensione profonda (letteraria) ma non paiono nemmeno veritieri in un rapporto a due tra un trentenne e una sedicenne. L’età è in effetti un aspetto importantissimo. La differenza di dodici anni, in una fascia così delicata, poi, non è solo un tema, è il tema. È impossibile non tenere presente la distanza psicologica, la maturità emotiva, la diversa prospettiva di vita e l’approccio all'esistere. Selvaggia è una ragazzina triste, più che altro imbronciata, che reagisce con una inusuale maturità nei confronti dell’esperienza amorosa e sessuale, ma che non rivela alcuna ingenuità o debolezza, nessun cedimento. Capisce tutto e subito. Jayden, dal canto suo, a ventotto anni dovrebbe porsi qualche dubbio sulla natura della sua relazione, ma raramente il suo pensiero esce dal binario del “devo avere pazienza”, “che bel corpo”, “mi sta chiamando l’altra ma lei mi piace di più”.
Del romanzo mi è mancato di capire il senso, cioè la sua ragione profonda, e quindi di entrare nella storia e interessarmene davvero.
Questa è la mia personalissima opinione, piuttosto fuori dal coro considerando il grande successo. Non meriti un minuto in più del mio amore è il primo della cosiddetta “trilogia delle bugie” ed esce per i tipi di Newton Compton dopo un felice passaggio come opera auto-pubblicata.
Una delle sue ultime fanfiction, infatti, è stata letta anche in Spagna, da una ragazza che ancora la segue con affetto.
La vera avventura nel campo della scrittura inizia nella metà del 2012, quando Elisa decide di “trasformare” una delle sue più famose fanfiction (Light & Shadow il titolo originale) in un romanzo self-publisher. Ne nasce la trilogia “Bugie - L'Essenza delle ombre”, composta da “Nebbia”, “Buio” e “Luce”.
Il primo capitolo della trilogia viene pubblicato nel novembre del 2013 sugli store Amazon e Kobo, ottenendo ottimi risultati di vendita e di classifica.
Nulla a che vedere con il successo inaspettato del secondo volume, “Buio”, pubblicato nel febbraio 2014, che porta Elisa al primo posto delle classifiche Amazon e dove vi resta per diverse settimane. Il terzo e ultimo atto di “Bugie” lo pubblica nel giugno del 2014, esattamente di venerdì 13, per scongiurare scaramanticamente la fama infausta del venerdì 13.
Fin dalle prime ore dalla pubblicazione, “Luce” vola al primo posto nelle classifiche Best-Seller e Erotic Romance di Amazon e in dieci giorni vende più di mille copie.
Tutto ciò fino a qualche settimana fa, quando una grossa casa editrice contatta Elisa e la trilogia non è più disponibile sui siti di vendita sino alla chiusura del contratto, in previsione della pubblicazione in cartaceo.
Questo successo – assolutamente inaspettato – non cambia Elisa, che resta una ragazza semplice, riservata e con tanti sogni nel cassetto che ora, lo sa, si possono realizzare.
Nata a Vignola (Modena), ha 29 anni e da 8 vive in Sicilia, dove ha seguito la famiglia e trovato l'amore; ha studiato moda nella provincia dove è nata, da anni scrive e ha tutta l'intenzione di continuare.
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