mercoledì 7 novembre 2018

LA RAGAZZA NEL BOSCO Di Carmen Weiz

È un triste scherzo del destino quello che catapulta Anna, giovane ragazza brasiliana, in una realtà più grande di lei. Spinta dal desiderio di fare del bene, si ritrova schiava della tratta di esseri umani, in mano ad aguzzini senza pietà, pronti a venderla al miglior offerente. 
Solo la sua astuzia le permetterà di fuggire, aiutata dall’ufficiale svizzero Thomas Graff, uomo dal cuore di ghiaccio e da un passato che non riesce a lasciarsi alle spalle. Uno scontro molto piccante tra due diverse culture che farà volare scintille!
Questa è la storia di Anna, ingiustamente vittima come tante altre donne. Tra intrighi, tradimenti, crimini e giochi del destino una giovane donna lotterà per la sua libertà e per l'amore.

« Ciò che non mi distrugge, mi rende più forte.»
Nietzsche

Thomas correva nel bosco, come ogni giorno dopo il lavoro, in compagnia del suo amato cane Betsy. Betsy era un cane speciale, addestrato dall’antiterrorismo: scovava bombe e droga, rintracciava persone, salvava vite. Thomas invece era un poliziotto, dopo aver trascorso vari anni nei servizi speciali, era tornato nella sua amata Svizzera, dove prestava servizio nella stazione di polizia di una cittadina situata sulle sponde del Reno. Thomas traeva conforto da quelle corse in mezzo alla natura con la sola compagnia del cane, allenava il corpo e rafforzava lo spirito. Lo spirito di un uomo disilluso, il cui cuore sensibile non trovava pace dopo che la donna di cui era stato innamorato lo aveva scaricato, abbandonato per la carriera, lasciato solo a crescere una figlia che egli aveva creduto nata da un grande amore. Nella piccola fattoria di famiglia, sua figlia cresceva sana e bella in compagnia degli zii e della nonna. Thomas non riusciva ad immaginare di poter mai amare un'altra donna, dopo la madre di sua figlia, e non poteva pensare di amare nessuno tanto quanto amava sua figlia. Thomas era un poliziotto zelante e sensibile e quel giorno, mentre godeva della natura incontaminata della sua terra natale non immaginava certo che si sarebbe imbattuto in una storia così pazzesca e in una donna così speciale da sovvertire tutti i punti fermi della sua vita. 


Crescere e aver servito l’esercito e poi la Swissint, le forze speciali di pace svizzere,
mi aveva portato lontano da casa in paesi in conflitto come la Bosnia Erzegovina o
regioni come il Kashmir tra India e Pakistan, luoghi nei quali i miei occhi videro il
mondo al di fuori del mio piccolo, perfetto paese e ne rimasero atterriti; La maggiore
parte delle volte fu infatti triste, molto triste.
I ricordi della crudeltà umana saranno per sempre impressi nella mia memoria,
anche se speravo che con il tempo quelli più inquietanti sarebbero sbiaditi.
Tornato a casa ero molto soddisfatto della mia vita, potevo godermi appieno tutti i
bei momenti. Uno dei quali era andare a correre con il mio cane.

Anna era una ragazza semplice, figlia della quarta generazione di immigrati europei che avevano popolate le terre a sud del Brasile dopo la seconda guerra mondiale. Il suo destino, uguale a quello di molte ragazze come lei, sarebbe stato quello di sposare al più presto un bravo ragazzo e lasciare la casa natia per liberare la famiglia dal peso di una bocca in più da sfamare. Non aveva molto valore la vita di una donna in quei luoghi, seppure i suoi familiari a modo loro l’amassero, non potevano prendersi carico di lei per troppo tempo. La povertà era tanta e la madre di Anna non pensava fosse una buona idea dare la figlia in moglie a un fattore della zona, la ragazza era un peperino e, forse animata dall’intenzione di evitare ad Anna una vita di stenti e di botte, la “vendette” a una delle numerose comunità religiose che operava quasi al confine con l’Uruguay. In cambio di abnegazione e lavoro, queste comunità offrivano istruzione e una vita non poi così grame, alle tante giovinette cedute dalle famiglie.  Purtroppo la corruzione e il malaffare prosperavano, in quegli anni e in quei posti, e Anna non avrebbe mai creduto che un innocente viaggio di solidarietà si sarebbe trasformato nel peggiore degli incubi che una ragazza possa pensare di vivere.

Quando celebrai il mio sedicesimo compleanno potetti scegliere tra
sposarmi con il figlio di qualche agricoltore del vicinato, qualcuno che probabilmente
non vidi mai in vita mia o potetti andare a lavorare e vivere in una delle tante comunità
religiose che esistevano nel nostro paese.
Per i miei genitori avere un’altra figlia adulta da sfamare, a lungo termine non rientrò
più nei loro piani. Per mio padre, essendo donna, non rimpiazzavo la forza e la mano
d’opera dei miei fratelli nella nostra piccola fattoria e questo si sommava alla presenza
di altre bocche più piccole da sfamare. Stavo diventando un fardello.

Un giorno come un altro, in un bosco del Cantone Schaffhausen, le vite di Anna e di Thomas si incrociano e intrecciano indissolubilmente. Lei vittima di una efferata aggressione, lui il suo soccorritore. Grazie all’innato istinto di Betsy, Thomas riesce a mettere in fuga la banda di malintenzionati che sta malmenando Anna, la porta in ospedale e si assicura personalmente che le vengano somministrate le cure migliori, si prende a cuore la sua convalescenza l’assiste nella ricostruzione dei fatti. S’innamora di lei, ma non lo sa, non vuole saperlo. Anche Anna prova dei sentimenti per il suo salvatore ma la storia che la catapulta dalla piccola comunità religiosa in Brasile a quel bosco sulle rive del Reno è complessa e dolorosa. I suoi aguzzini sono prede inafferrabili, godono di protezioni internazionali inimmaginabili, si avvalgono di traditori a vari livelli. Anna tiene troppo a Thomas per metterlo in pericolo. Saranno lacrime e sangue, prima che la trama si sciolga nell’immancabile lieto fine.


Con una sua mano si masturbava lentamente, mentre con l’altra iniziava a strofinare
le mie mutandine con il vestito che ormai non mi offriva più alcuna protezione.
Nella mia testa i pensieri fluttuavano come piume portate dal vento. Nella situazione
che mi trovavo l’unica cosa positiva era sapere che non avrebbe potuto stuprarmi. Quale futuro mi aspetta? Dove finirò? Con chi?

Un argomento, quello della tratta internazionale delle donne, che non può non colpire al cuore, una trama intricata e interessante, con qualche scivolone dovuto più alla difficoltà di linguaggio, che ad altro. L’autrice, probabilmente, non è di madrelingua italiana, e si nota. Consiglierei all’autrice di avvalersi di un buon editor, per migliorare la prosa. Nonostante questo il romanzo mi è piaciuto molto. Ho apprezzato l’argomento trattato, la ricchezza di sentimenti dei protagonisti, la semplicità e la determinazione di Anna, l’onestà intellettuale di Thomas. Tutto sommato una bella lettura. E se sarete soddisfatte potete dedicarvi al secondo capitolo delle Swiss Stories che s'intitola "Mistificami" ed è la storia di Adam, il poliziotto amico di Thomas che già incontriamo in questo primo romanzo. 

La sentivo ancora pulsare, la sua fronte toccò la mia, mi abbracciò. Era un momento
estremamente intimo, senza pensare mi ritrovai a ricambiare quel gesto con tutto me
stesso.
Quella dolce e meravigliosa ragazza, senza neanche accorgermene mi aveva regalato
uno dei momenti più eccitanti di tutta la vita.



"Sono nata negli anni Settanta in Brasile, da madre tedesca e padre italiano. Mi sono laureata in Architettura nella città di São Paulo. Per oltre dieci anni ho vissuto in Italia, e da otto anni vivo in Svizzera. Da piccola sono stata incentivata da mia madre e sono diventata una vorace lettrice. La passione per i libri e la multiculturalità mi hanno spinto a diventare una scrittrice.


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