martedì 19 marzo 2019

BUONANOTTE A CHI NON C'E' di Angela White


Due ali d’angelo tatuate sulla schiena e un inseparabile violino. Nicholas e le sue passioni contrastanti troveranno pace tra le braccia di Alice?

Nicholas Payne è uno dei più grandi violinisti di sempre quando, all’apice del successo, qualcosa nella sua vita va storto. Le sue grandi ali d’angelo, tatuate sulla schiena, sembrano non riuscire a sostenerlo nel suo volo. A ventisei anni, Nicholas decide quindi di cambiare vita, suonando Rumpelstiltskin, il suo Stradivari, per le strade di Londra.

Ed è nella capitale inglese che Alice lo ritrova, attratta da un’incantevole melodia alla fermata della metro. È proprio lui: il ragazzo che anni prima aveva conosciuto a New York, in occasione delle seconde nozze dei rispettivi genitori e del quale si era innamorata in maniera tanto maldestra quanto indimenticabile.

Alice, che ora è diventata una chineur, un’esperta collezionista di oggetti di valore, sa riconoscere le virtù nascoste nelle persone, soprattutto in quel giovane bellissimo e dannato per il quale il suo cuore batte ancora.

Chissà se la sua tenacia basterà a risollevare l’angelo caduto, affinché torni a volare in alto sulle note del suo Rumpelstiltskin...
Alice è una ragazza poco più che ventenne con un dono così inconsueto per una giovane vita che da poco ha messo ali proprie.
Ogni oggetto ha una sua storia da raccontare, ma non tutti riescono a vedere oltre il primo impatto, non tutti riescono a capirne l'anima...
Non tutti sono Alice però. Lei, dopo tanta fatica e impegno, grazie anche all'aiuto di una persona di gran talento, è riuscita a diventare una chineur, un'esperta di opere antiche.

Se ripensa ai suoi genitori, non può che sentire la fitta al cuore che l'ha accompagnata per buona parte della sua adolescenza, l'allora lei ragazzina sentiva di non appartenere a quella nuova casa, che il suo cuore sapeva essere Verona ma il suo corpo non pareva pensarla così, lontano migliaia di chilometri dalla sua terra.
Ed è proprio in quel posto così lontano da coloro cui teneva che, a quattordici anni, incontra Nicholas Payne.

Io saprò riconoscere le cose preziose, anche se gettate da parte e coperte dalla polvere, ma la magia di uno Stradivari non potrei liberarla mai. Nicholas Payne è quello che le persone comuni, quelle come me, chiamano genio.

Sbagliare, imparare, cadere, rialzarsi, queste cose sono pane quotidiano per le persone, ma per quel violinista un può sopra le righe, quello stesso che ogni notte sembra suonare una musica per quella piccola ascoltatrice così vicino a lui... quell'elenco di cose l'ha reso ciò che ora lui è: un uomo col suo Stradivari che ammalia la gente in una stazione londinese.

Ed è proprio lì che la nostra ragazza lo incontra, non riuscendo quasi a credere a ciò che i suoi occhi vedono. Offrirgli un aiuto risulta naturale per lei, perché in fondo il suo animo è sempre stato spinto verso quello del giovane Payne, la sua musica è come un canto della sirena, un invito a cui mai è riuscita a dire no.

Non tutti i geni sono per forza quelli capaci di far magie con i numeri, ma qualsiasi persona con un talento fuori dalle righe è degno di questa nomea.
Perdersi, però, se risulta facile per i comuni mortali, figurarsi per quelli che si sono sempre sentiti diversi.
Un po' come il piccolo Payne. Fin da giovane col suo violino in mano ha dato vita a magie che nessuno si sarebbe aspettato, esibendosi su palchi e non, esercitandosi fino a rendere quello strumento una sua estensione.

«Il passato è la nostra memoria, e la memoria è tutto ciò che siamo.»
«Il presente!» mi contraddice lui. «È questo il tempo che viviamo: l’attimo che non ritorna.»

Da piccoli si erano ignorati ma se c'è una cosa di cui l'animo di Alice non può fare a meno, è di prendersi cura di quel ragazzino ormai diventato uomo.
L'unica cosa?
L'animo della protagonista brilla di luce così come quello del musicista di buio e oscurità.
Chi dei due, però, riuscirà a influenzare l'altro?

«Sono già innamorato dell’Italia» mi rivela. «La musica, la bellezza, i sapori, il vino» conclude, sfiorando con le dita l’orlo del bicchiere che gli ho riempito di Valpolicella. «Ma non c’eri mai stato prima.» 
Nicholas solleva lo sguardo, e sembra che voglia scavarmi dentro. 
«Non credi negli amori a distanza, Alice? 
Nelle passioni non ancora consumate?»

Angela White, questo il nome/pseudonimo con cui l'autrice scrive, è riuscita a creare un'opera ricca di emozioni, con una penna dallo stile antico, come quello delle grandi autrici storiche di romance, dove più che i corpi a parlare sono le loro anime, le loro storie, il loro io.
Non intendo però dire in tal modo che qualcosa non potrete trovarlo, anzi, Buonanotte a chi non c'è risulta un'opera completa, che tocca ogni sfaccettatura della storia dei due personaggi, partendo dal loro passato, le loro delusioni, il loro presente e chissà, forse anche il loro futuro.
Ambientata tra Londra e Verona, tra Inghilterra e Italia, Angela White ci narra una storia in cui la musica, quella che molti direbbero storica, è talmente vivida da sentirla mano a mano che procedete nella lettura, e questo ve lo assicura una ragazza che buona parte della sua infanzia, e adolescenza, l'ha trascorsa sulle note prodotte dai tasti bianchi e neri, fra scale e brani.



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