Secondo un’antica leggenda, ogni persona è legata alla propria anima gemella attraverso un invisibile filo rosso. Non importa dove e quando, se è giusto o sbagliato, se lo vogliano o no: esse sono destinate a incontrarsi.
Quando Isabel è partita per Tokyo, si è portata dietro una valigia piena di determinazione e di fogli bianchi da riempire con i suoi disegni. Con le mani sporche di grafite e la testa fra i libri, ha iniziato a studiare arte in una delle accademie più prestigiose del mondo. Nello schematico caos della sua nuova routine da studentessa, non avrebbe mai immaginato di poter trovare l’amore.
Ty è dolce, premuroso e passionale, un fidanzato modello. Sarebbe una follia rischiare di perderlo. Sarebbe come squarciare la tela di un quadro perfetto. Ma se ci fosse qualcosa di tremendamente affascinante, dietro a quella tela?
Ryuu porta con sé il buio e la calma di un lago ghiacciato. Nei suoi occhi neri c'è un abisso impenetrabile, è solitario, cupo, inflessibile, non sorride mai. Ma Ryuu possiede qualcosa che Isabel desidera ardentemente. Padroneggia un'arte antica che la ossessiona, che non la fa dormire la notte, che cerca di riprodurre nei suoi disegni e che risveglia il lato più intenso della sua ispirazione.
Quello che sta per fare è sbagliato, immorale, inaccettabile. È crudele.
Tre persone, tre vite, tre fili rossi si intrecciano nella corda tesa del destino.
Consiglio: preparatevi del buon tè, raggiungete la vostra poltrona preferita, sedetevi comodamente e iniziate la lettura. Lasciatevi trasportare in un mondo meraviglioso e ammaliante, fatevi investire dal tripudio di colori, assaporate le sensazioni magiche che scaldano l’anima; immergetevi nella conoscenza di arti e culture assai diverse dalle nostre. Lo so, anche voi come me rimarrete affascinati dall’atmosfera esotica e straordinaria dell’oriente e vi godrete una lettura intrigante e piacevole che l’autrice ha saputo ricostruire sulla carta con naturalezza estrema. Nulla è lasciato al caso, le descrizioni sono articolate e riportate con dovizia di particolari tanto che a un certo punto avrete davvero l’impressione di passeggiare per le strade affollate di Tokyo accanto ai tre protagonisti della storia.
Tyler e Ryuu sono amici dall’infanzia. Insieme hanno deciso di lasciare l’occidente e trasferirsi in Giappone per intraprendere l’università di medicina. Inoltre condividono l’appartamento e la passione per le arti marziali.
Tyler ha lasciato il suo mondo per andare in Giappone, Ryuu invece è giapponese da parte del padre, a Tokyo ha casa e uno zio, quel che resta della sua famiglia. Entrambi fisicamente belli e appariscenti, sono l’uno l’opposto dell’altro, Tyler è biondo con gli occhi chiari mentre Ryuu ha i capelli neri e gli occhi scuri. Il primo ha un carattere allegro al contrario del secondo sempre schivo e solitario. Che dire? Due ragazzi che incarnano il sogno proibito di ogni donna!
Infine c’è Isabel, una ragazza piena di talento e aspettative. Anche lei si è trasferita in Giappone per intraprendere l’università, il suo sogno è quello di diventare una fumettista e lavorare presso le grandi produzioni nipponiche. Vive in un monolocale assieme a un’amica ma trascorre la maggior parte delle serate da Tyler, il suo ragazzo.
La relazione tra i due procede tranquilla: chi infatti non si innamorerebbe di uno così, un ragazzo a modo, solare, dolce e molto affettuoso? Concordiamo tutti che Isabel non possa chiedere di meglio alla vita. Tuttavia la curiosità, la sua sete di conoscenza e la vicinanza del bel tenebroso Ryuu la rendono inquieta. Egli infatti è un esperto di Kinbaku, l’antica disciplina giapponese e Isabel ha bisogno di lui per poter far colpo sul suo professore.
«Il professor Muraoka ha detto che esporrà l’opera di uno dei suoi studenti alla sua prossima mostra, e voglio che scelga me. Lo stupirò con qualcosa che i miei compagni di corso non riusciranno a imitare.»
La caparbietà di Isabel stride con la serenità offertale da Tyler e anche se le piace, di certo non le basta. Isabel è uno spirito libero, intraprendente, attenta e aperta a ogni tipo di novità e Ryuu, con la sua aura misteriosa, l’attrae oltre il lecito. Tyler le propone una vita tranquilla, la famiglia e la casetta dalla staccionata bianca, ma è Ryuu che stuzzica la sua fantasia.
«Se questi nodi fossero reali, risulterebbero mortali. Non c’è una corretta distribuzione del peso, le funi si spezzerebbero. Inoltre, in questi punti, dove c’è meno massa muscolare» continua, indicandomi le cosce e i fianchi della donna del mio disegno, «si dovrebbero vedere nettamente i solchi delle corde. Sull’espressione facciale, invece, dovresti cambiare totalmente punto di vista. Si capisce subito che hai disegnato qualcosa che non conosci.»
Per riportare sulla carta le sensazioni vissute nella realtà durante una seduta di Kinbaku, Isabel è disposta a provare di persona, e non importa se non ha l’appoggio del fidanzato, lei è pronta ad agire di nascosto pur di raggiungere il suo scopo.
Respiro a fondo e chiudo gli occhi. La verità è che mi sento ansiosa e colpevole. Sto facendo questa cosa di nascosto, ho mentito a Ty, e ho paura che lui possa scoprirlo. Tendo i muscoli e sento la corda premere tra le mie natiche, impigliandosi nel cotone della t-shirt.
Il fascino delle sedute è irresistibile e Isabel non riesce a evitare di provare ancora. Gli incontri con Ryuu si fanno più frequenti e, alla lunga, pericolosi.
Ryuu torna a toccarmi e un brivido piacevole mi attraversa tutto il corpo. Il tepore della sua mano mi lascia un’impronta in mezzo alle scapole, sento un lembo della corda scivolare sotto il braccio. Non lo vedo ma riesco a percepire il suo respiro lento sulla pelle. Avverto i suoi movimenti, mentre avvolge intorno alle mie braccia, annoda, tira.
Ad ogni giro di corda l’attrazione cresce; dietro ciascun nodo si nasconde il desiderio di entrambi ed è solo il rispetto per Tyler a frenare il loro ardore e a tenere sotto controllo la passione accesa da simili rituali. Vi posso assicurare (lo dico con cognizione di causa avendo assistito di persona a una seduta del genere) che è davvero difficile rimanere freddi davanti ad uno spettacolo di kinbaku. È eccitante anche per chi guarda, figurarsi per chi lo vive. Infondo si tratta di una pratica sessuale che ha come fine quello di usare corde per procurare alternativamente piacere, dolore, languore e dolcezza. Ditemi voi come si fa a resistere? Isabel e Ryuu non ci
riescono proprio. Ogni volta che si ritrovano nella stessa stanza la tensione è
talmente vibrante da riuscire a percepirla quasi visivamente. Il tormento, i
dubbi, le ansie dei due protagonisti crepitano sulla pagina al pari di
scintille scoppiettanti. Va dato dunque merito all’autrice di aver saputo
cogliere con precisione l’atmosfera vissuta all’interno del dojo. Ogni seduta
di kinbaku viene analizzata con accuratezza, una vera e propria lezione di
sensualità.
Plauso va anche all’ambientazione, il romanzo, infatti
fornisce la visione perfetta della vita giapponese, con tanto di colori e
suoni, tutti riassunti con eleganza e sensibilità. Condizioni queste che ritroviamo
anche nei personaggi. Azioni, pensieri, sensazioni, anche quelle più forti,
sono concepiti e formulati quasi sottovoce con il chiaro scopo di non alterare la
delicatezza del racconto. Tyler, per
esempio, vive il dramma del tradimento con signorilità, senza mai trascendere. Non
volano parole grosse nel confronto finale con Ryuu e Isabel i quali, dall’altro
lato, non si giustificano più di tanto, rassegnati e impotenti di fronte all’incontrollabile
filo rosso del destino.
«Vorrei dirti che è stato uno sbaglio, che
me ne pento, che non ne è valsa la pena. Che mi dispiace. Probabilmente ti
sentiresti meglio.» continuo quasi sussurrando per provocarlo. «Ma la verità è
che se tornassi indietro lo rifarei altre mille volte. È stata la decisione
migliore della mia vita.»
Sarebbe stato gradito un miglior approfondimento.
Dei tre protagonisti mi è piaciuta molto Isabel: è
straordinaria, passionale, indipendente. Si distingue dai compagni per il suo
modo di percepire tutto ciò che la circonda in un modo tutto personale. Da disegnatrice
talentuosa è in grado di cogliere sfumature e particolari che sfuggirebbero a un
occhio normale.
C’è qualcosa di insolitamente magnetico nelle sue mani, nel modo in cui posiziona le lunghe dita sulla teiera. Il colorito della sua pelle è chiaro, ma non pallido, né smorto. Le vene in rilievo sul dorso gli conferiscono un aspetto virile ma fine allo stesso tempo, come i delta di un fiume. Le curve delle nocche sono gentili, le unghie sono curate e corte, i polsi sono grandi, rigidi, con l’osso semilunare ben in evidenza che crea un’ombra rotonda e definita. Sono mani perfette, senza rughe o calli, sembrano forti, affidabili non morbide come quelle di una ragazza, non ruvide come chi fa lavori pesanti. Mani da disegnare.
La storia, nonostante la semplicità dei toni e
la mancanza di colpi di scena evidenti, risulta comunque bella e mai noiosa.
Consigliato!
Bellissima recensione!
RispondiEliminaGrazie mille per questa recensione. Sono felice che sia stata una lettura piacevole. A presto! <3
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