TUTTE LE TAPPE DEL BLOG TOUR
Scopriamo insieme tutti i personaggi di questa nuova esaltante pubblicazione edita Harlequin Mondadori
17 luglio Tappa 1 http://ilcoloredeilibri. blogspot.it/ Gloria Montanari
20 luglio Tappa 2 http://fidibooksblog.blogspot. it Marco Galbiati
22 luglio Tappa 3 http://stellenelliperuranio. blogspot.it/ Stefano Montanari
24 luglio Tappa 4 http:// bookmarksarereadersbestfriends .blogspot.it Francesco Sironi
26 luglio Tappa 5 Karin Locci http://lettriciimpertinenti. blogspot.it/ Giulio Galbiati
MARCO
GALBIATI
Un brivido. I muscoli si contrassero
prima dell’esplosione. Marco serrò le natiche nell’affondo e sollevò la testa,
fissando il viso bellissimo della donna sotto di lui. Inspirò il suo profumo
fiorito, stranamente delicato per una creatura tanto sensuale, e poi un nuovo
colpo di reni. Quello definitivo.
Sì!
Sentì la pelle vibrare, percorsa da una corrente ad
alto voltaggio. L’eccitazione arrivò al suo limite massimo e lo lasciò lì,
sospeso, per qualche istante. Gli sembrò di perdere il contatto con la realtà,
un blackout di pochi millesimi di secondo, e poi la scossa dell’orgasmo lo fece
sussultare, mandando in tilt i sensi.
La
carne che lo stringeva era calda, umida, perfetta. Serrò fra le dita quei
fianchi snelli e femminili, mentre gli sembrava di precipitare in uno stato di
incoscienza, dove l’unica sensazione era il piacere che si stava dilatando
dentro di lui e lo impregnava come liquido rovente.
Strinse
i denti, spinse in avanti il pube per cogliere ogni minima sensazione.
Le
pulsazioni si susseguirono violente. Dalle labbra gli sfuggì un suono roco, che
si trasformò in un mugolio indistinto quando nascose la testa nella spalla
della donna. Il cuore sembrava rimbalzare contro la cassa toracica a ogni
contrazione.
Poi
il piacere si diluì. Le contrazioni si dissolsero e arrivò la quiete.
Aveva
il fiatone. Sentiva il petto sollevarsi e abbassarsi contro quel seno
vellutato, sodo. Lei lo teneva ancora stretto, le cosce avvinghiate ai fianchi.
Marco
si sollevò su un gomito e alzò la testa.
Aveva
la schiena umida, l’aria fresca che filtrava attraverso le tende leggere gli
accarezzava le reni.
«Resta
ancora qui» lo invitò lei.
Marco
si scostò i capelli dalla fronte. «Purtroppo non posso. Fra poche ore ho il mio
volo.»
La
donna gli sfiorò il bicipite con un’unghia corta, rosea. «Scommetto che se
arrivi in ritardo, ti aspetteranno.»
«Dici?»
«Be’,
l’aereo non può decollare se l’equipaggio non è al completo. Non credi?» I suoi
occhi neri scintillarono maliziosi e languidi. «Soprattutto in cabina di
comando.»
Marco
si staccò da lei e le accarezzò un capezzolo color cioccolato, ancora
inturgidito. «Hai ragione. Questo potrebbe essere uno dei vantaggi di andare a
letto con una donna pilota.»
«Indubbiamente»
convenne lei con un sospiro, allungando la mano fino alle natiche di Marco e
seguendone l'arco compatto. «Quindi direi che c’è tutto il tempo per concederci
un altro momento fantastico.» Si inarcò contro di lui, invitante. «E poi, è
meglio che il comandante sia rilassato e soddisfatto, quando si siede dietro la
cloche.»
«Vuoi
dire che se non ti soddisfo di nuovo e ci inabissiamo nell’Oceano Pacifico la
colpa potrebbe essere mia?»
«Se
fossi in te, non rischierei di scoprirlo.»
La
mano di Marco scese verso l’inguine della donna e le sfiorò la peluria scura.
Poi proseguì lungo la coscia color ambra. Quella bellezza esotica aveva il
fuoco dentro. La sua pelle era rovente.
Lei
si contorse, mugolando. Si premette a lui e cercò di attirarlo sopra di sé.
Marco
però aveva altri programmi.
«Un
ricatto a cui è difficile resistere. Purtroppo ho paura che dovrò rischiare»
disse, staccandosi. Le depose un bacio sulla spalla e aggiunse: «Portami sano e
salvo a destinazione e saprò ricompensarti». Poi rotolò su un fianco e si
sedette sul bordo del letto, sfuggendo alle braccia della donna che cercava
comunque di trattenerlo.
«Adesso
chi è che ricatta chi?» si lamentò lei, mettendo il broncio.
«Tesoro,
sono sicuro che non sentirai la mia mancanza. Tempo un paio di voli e avrai
trovato un degno sostituto.» Le fece l’occhiolino e si alzò.
Nudo,
si avvicinò all’ingresso della palafitta sospesa sulle acque turchesi del Kia
Ora Village. Era a Rangiroa da cinque giorni e da cinque giorni la bella pilota
polinesiana allietava la sua meritata vacanza. Lei accompagnava i turisti lì e
li riportava a Bora Bora su uno dei velivoli azzurri con la grande margherita
sulla coda della Air Tahiti, quindi l’ipotesi che nel giro di poco trovasse
qualcun altro con cui andare a letto non era così improbabile. Anzi, era praticamente
una certezza.
Il
che gli andava benissimo, visto che non sapeva quando sarebbe tornato lì, né se
sarebbe tornato.
Osservò
il lungo pontile che si protendeva verso il mare, le acque placide e limpide
che si facevano quasi abbaglianti verso la riva, dove il fondale di sabbia
bianca rifletteva la luce del sole.
Nel
giro di poco si sarebbe ritrovato a fissare un altro tipo di acqua. Più
immobile, più cupa, più familiare.
Socchiuse
gli occhi e si passò una mano fra i capelli. L’aria leggera gli aveva asciugato
il sudore addosso, ma prima di partire doveva farsi una doccia.
Subito.
Invece
rimase lì, a seguire con lo sguardo le linee semplici eppure incredibilmente
suggestive di quel panorama.
Perché
dedicarsi ai preparativi per la partenza avrebbe significato accettare la
richiesta che gli aveva fatto suo padre al telefono il giorno prima.
Quando
aveva visto il suo nome sul display aveva pensato a un errore. Poi aveva
risposto e si era reso conto che non c’era nessun errore.
E
ancora non aveva deciso se quello, per lui, fosse un bene o un male.
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