Quel
bacio rubato ai tempi dell’università, Riccardo non se l’è mai
dimenticato. Se si concentra, riesce a sentire ancora il profumo di
Giulia, così dolce… Ma il suo sogno d’amore aveva avuto un
brusco risveglio, perché lei era morta, uccisa nei bagni della
Sapienza: un omicidio che aveva scioccato tutti e di cui era stato
subito riconosciuto colpevole l’insospettabile professor Morelli.
Caso archiviato. Dieci anni, un cambio di facoltà e un fidanzamento
mandato all’aria dopo, l’unica certezza per Riccardo è rimasta
la fede nella Roma. Non è diventato un grande giornalista, scrive
recensioni di libri su “TuttoGiallo” – un infimo settimanale di
nera – e di una relazione seria nemmeno l’ombra, se si esclude
quella con i coinquilini Sandro, fanatico di Proust, e Rachele,
mistress per passione. Fino a quando la sua vita tranquilla, senza
scossoni, viene sconvolta dall’urto con il passato, che torna
prepotente a pronunciare quel nome: Giulia Rusconi. La notizia è che
Morelli, l’assassino uscito da poco dal carcere, è stato ritrovato
morto. Tanto basta per riaccendere in Riccardo quella fiamma che non
si era mai spenta. E, complice il diario di Giulia ritrovato dopo
anni, per trasformare uno svogliato cronista senza ambizioni in un
investigatore privato goffo ma deciso a scoprire la verità. Perché,
forse, chi ha davvero le mani sporche del sangue di Giulia non ha
ancora pagato il prezzo della sua colpa…
Finalmente
dopo tanti romanzi, dove l'amore trionfa sempre e i cattivoni del
momento battono in ritirata con la coda tra le gambe, mi sono
imbattuta in un bel thriller.
Il
protagonista di questa storia è Riccardo Magris, un recensore della
redazione “TuttoGiallo”, con tre grandi convinzioni: 1. che
sarebbe diventato un grande giornalista; 2. che lui e Gaia non si
sarebbero mai lasciati; 3. che, con sei punti di vantaggio e lo
scontro diretto in casa, la Roma non potesse mai farsi superare dal
Milan. Inutile dire che si trattava di sogni più che di convinzioni.
Lui è un uomo che vive alla giornata. Mollato da qualche mese dalla
ragazza con la quale era andato a convivere, ora si trova a dividere
l'appartamento con Sandro e Rachele, due inquilini che sono il suo
opposto, ma che pagano puntuale l'affitto e sopratutto rispettosi
ognuno degli spazi degli altri. La sua quotidianità viene stravolta
da una notizia che riapre una vecchia ferita del passato. Esattamente
dieci anni prima, quando lui frequentava l'università di
Giursiprudenza, la sua amica e collega, Giulia Rusconi, è stata
trovata morta nel bagno dei professori. La colpa era ricaduta sul
professor Morelli per aver avuto una relazione clandestina con una
studentessa.
I
ricordi non sono uno strumento da maneggiare troppo liberamente.
Bisogna
mettere tutto in gioco.
Così
a distanza di dieci anni, il telegiornale annuncia il suicidio del
presunto professor Morelli. E durante una conversazione con Dora, la
sua caporedattrice, arriva un flash improvviso: ecco chi su potrà
occupare di un caso non ancora chiuso, vista l'impossibilità per
qualsiasi giornalista di avvicinarsi all'abitazione dei Rusconi.
Riccardo non vorrebbe accettare, non ha la stoffa per imbucarsi a
casa di una sua vecchia collega di università, con la quale ci aveva
per lo più provato, e fare domande su una morte avvenuta ormai anni
addietro. Ma si sa che il destino a volte è beffardo, e durante la
funzione del professore, Riccardo pensa di avere le allucinazioni:
vede Giulia seduta nell'ultima fila dei banconi della chiesa. Senza
pensarci due volte si alza e prova ad andarle incontro, ma la donna,
avendolo notato, si alza a sua volta ed esce dalla chiesa
volatilizzandosi improvvisamente. Viene a scoprire che si tratta
della sorella minore di Giulia, Miranda. Il giorno dopo si imbatte
nuovamente nella stessa persona, solo che questa volta nota le
differenze tra lei e la sorella morta; e durante queste sue
riflessioni non si accorge che davanti a lui si trova proprio Miranda
che inizia a urlare come una pazza dandogli dello stalker e del
maniaco.
Ascoltare
gli altri e immergermi nelle loro storie altrui è una bellissima
attività, immaginare come sarebbe la mia vita se avesse contorni
completamente diversi.
Peccato
che qualche attimo dopo è colta da un attacco di panico e Riccardo,
cavallerescamente, l'aiuta a tornare a casa portandole le buste della
spesa. Si ritrova in quella casa che aveva sempre visto dall'esterno
e immaginando Giulia alle prese con la quotidianità di
quell'appartamento. Poggia le buste della spesa in cucina, e una
volta che Miranda si è calmata e addormentata sul divano, decide di
andare via, imbattendosi casualmente nel diario della vittima. È
questione di pochi secondi perché si sa che i giornalisti sono
creature estremamente curiose, e anche se Riccardo non vanta quella
professione, decide di portare con sé il taccuino per dargli una
lettura veloce, pensando che nessuno avrebbe notato la sua scomparsa.
Cerco
il suo odore ma i libri sanno dirci solo con le parole qualcosa di
chi li ha posseduti.
Si
riapre così casualmente un caso che sarebbe dovuto essere risolto
dieci anni fa con l'arresto del professor Morelli e successivamente
con la sua prematura scomparsa. Ma qualcosa non torna, così Riccardo
ci prende gusto e inizia a vestire i panni del giornalista/detective;
purtroppo sul suo cammino è destinato a imbattersi sempre nel
procuratore che segue il caso, Luca Di Biase. Un uomo di bell'aspetto
che lui reputa spocchioso e odioso, arrivando a includerlo nella
lista dei suoi sospetti. E vi pare che un giornalista vada a dire al
procuratore che potrebbe essere un possibile sospettato???
Assolutamente no. Preferisce portare avanti le sue supposizioni,
parlandone solo con persone fidate.
Voglio
andare in fondo alla storia. Non si tratta più solo di curiosità o
lavoro: qualcosa mi sta chiamando personalmente, qualcosa
d'incontrollabile che mi spinge a indagare a fondo. Devo correre.
Riassumere
la trama di un thriller non è semplice, troppi pezzi del puzzle che
devono trovare la loro collocazione, ma posso consigliarvela
fortemente come lettura estiva. Attente a non cedere al fascino di
Riccardo Magris perché ha la fama di essere un dongiovanni, e si
spera che la sua ultima conquista riesca a fargli mettere seriamente
la testa apposto. Il libro è scorrevole e ho apprezzato la scelta
dell'autore di inserire frasi tipiche romane all'interno del discorso
tra il nostro protagonista e lo zio. Non fatemene una colpa se non ve
ne ho parlato, preferisco che siate voi a scoprire come andrà a
finire, ma sopratutto a imbattervi personalmente nei personaggi
secondari che troverete a mano a mano che leggerete. Un esordio
spettacolare per un editore che ha deciso di diventare anche autore.
Ora senza rovinare il finale a nessuno, mi piacerebbe porre una
domanda all'autore stesso: ci sarà un seguito a questa storia visto
il finale aperto? Io lo spero fortemente.
Giulio
Perrone
vive
a Roma, dove nel 2005 ha fondato la casa editrice che porta il suo
nome. Insegna Organizzazione e gestione delle imprese culturali
presso la facoltà di Lettere dell’Università La Sapienza di Roma.
Nessun commento:
Posta un commento