Capitolo n. 10 - Rhys
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Rhys si sentiva come stordito.
L’ultima ora gli era parsa nebulosa come un sogno. Gli occhi che gli bruciavano
ed il naso congestionato erano però una prova lampante che purtroppo non si
trattava di un parto della sua fantasia. Oltretutto gli si era riaperto il
taglio sulla coscia ed il sangue imbrattava i suoi jeans. Alla fine era
successo: era crollato e Tom era stato testimone di tutto. Rhys era
terribilmente imbarazzato, come diavolo si sarebbe comportato ora? Nudo, con
solo una coperta a scaldarlo, Rhys si sentiva più che mai solo e stanco. Non
aveva più voglia di scappare, il dolore lo aveva consumato anche fin troppo,
sapeva di non meritarselo, ma voleva disperatamente sentirsi di nuovo stringere
dalle forti braccia di Tom, poter finalmente tornare a respirare, sapere di
potersi concedere la debolezza di contare su qualcun altro. Il senso di colpa
minacciava di sopraffarlo nuovamente, Rhys premette la mano sul taglio che
ancora gocciolava sangue sulla sua coscia, il dolore fisico poteva gestirlo, lo
distraeva da quello dell’anima che non poteva essere alleviato in nessun modo.
Più la ferita bruciava e più Rhys sentiva qualcosa allentarsi nel suo petto.
“Che cazzo stai facendo?!”
l’esclamazione improvvisa di Tom fece sobbalzare Rhys che si era estraniato nel
dolore fisico. Mortificato che l’altro l’avesse scoperto a farsi del male cercò
di minimizzare la cosa e rigirare la frittata.
“Mi sono ferito cadendo da
cavallo, stavo cercando di fermare l’emorragia” disse quindi sperando che Tom
gli credesse senza indagare troppo sull’accaduto.
Tom sembrava dubbioso, ma gli
concesse il beneficio del dubbio chiedendo però di esaminare la ferita per
poterla medicare.
Cazzo, pensò Rhys, non poteva assolutamente permettere a Tom di
guardare la ferita da vicino, se no si sarebbe accorto di tutte le altre
cicatrici.
“Senti Tom, ti ringrazio,
davvero, per tutto. Sono stato un idiota oggi, se mi dai un disinfettante e
delle garze faccio io, preferisco, davvero”
Tom rimase in silenzio esprimendo
comunque tutta la sua perplessità riguardo l’intera faccenda. Senza dire nulla
gli porse la cassetta del pronto soccorso che teneva in bagno e si dileguò in
camera da letto adducendo la scusa di doversi cambiare gli abiti bagnati.
Rimasto solo Rhys si medicò in
fretta con una perizia data dalla pratica. Probabilmente sarebbe stato meglio
dare qualche punto dopo che vi aveva inserito un dito per slabbrare la ferita e
provare maggiore dolore, ma si sarebbe dovuto far bastare quello che aveva. Era
terrorizzato da come Tom avrebbe potuto reagire se avesse saputo la verità. I
suoi occhi si erano fatti freddi e schivi, il calore in quei bellissimi occhi
color cioccolata era come sparito nel nulla non appena aveva visto Rhys farsi
del male. Oppure aveva semplicemente inteso la verità riguardo la sua
omosessualità? Non ne era sicuro, ma mentre piangeva poteva darsi che avesse
detto il nome di Sean.. Era per questo che Tom aveva preso le distanze? Ma non
poteva essere, l’aveva abbracciato e stretto a lui con così tanta tenerezza,
anche a cavallo mentre cercava di ripararlo sotto la sua cerata. Oddio, la
testa gli scoppiava, non poteva aggiungere anche Tom ai suoi drammi personali.
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