mercoledì 22 aprile 2015

Per una giusta causa di Andrew Grey

Jerry Lincoln ha un problema: il suo lavoro di consulente informatico a Sioux Falls è troppo per una persona sola. Fortunatamente, questo significa che può permettersi di assumere dei dipendenti. Jerry spera solo che il suo nuovo assunto, John Black Raven, sia più un aiuto che una distrazione, però è questo l’effetto che gli fanno i suoi occhi scuri e i suoi capelli lunghi.
John è venuto in città per studiare e per cercare quella vita che non potrebbe avere nella riserva indiana, ma la cosa più importante per lui è trovare e mantenere un posto di lavoro. Sei mesi fa, sua sorella è morta e i suoi nipoti sono stati dati in affidamento. Pur avendo la legge dalla sua parte, John non riesce a ottenerne la custodia: non può neppure vederli.

Quando Jerry e John cominciano ad avvicinarsi, John scopre di non essere da solo nella sua lotta. Jerry lo aiuta a ottenere il diritto di far visita ai bambini e gli sta accanto quando lui ne ha bisogno. Ma anche se vincono qualche battaglia, è difficile vincere la guerra: i servizi sociali sono coinvolti in un giro di denaro, politica e favoritismi, e i bambini nativi sono il loro pane quotidiano. Ma John e Jerry hanno tutta l’intenzione di combattere per una giusta causa e di vincere – su tutti i fronti.


L’intera storia viene narrata in prima persona da Jerry, un uomo molto solo che è tornato nella sua città natale, lasciando la bella e cosmopolita San Francisco, per assistere il nonno malato fino alla sua fine. Vive quasi solamente per il suo lavoro, che svolge da casa, dopo aver perso l’unico membro della sua famiglia che non gli aveva voltato le spalle dopo il suo coming out. Fortunatamente ha due buoni amici, Peter e Leonard, che lo aiutano anche a staccare un po’ la spina e che lo spronano a cercare un dipendente per ridurre la mole del lavoro.


John è un nativo americano fiero delle sue origini, molto legato alla sua numerosa famiglia e in guerra con i servizi sociali che gli negano la custodia dei due piccoli nipotini. Per questo ha assoluta necessità di un lavoro e Jerry lo aiuta in tal senso assumendolo come collaboratore insieme ad un altro ragazzo.


La storia tra i due fatica un po’ a partire a causa del rapporto di lavoro che spinge Jerry ad andarci con i piedi di piombo. Inoltre, alcune brutte esperienze passate (che a mio avviso si sarebbero dovute esplicare più approfonditamente) hanno segnato il cuore di Jerry rendendolo insicuro.

Si tratta di un romando toccante, che affronta temi molto seri come il “rapimento” dello Stato del South Dakota di bambini nativi americani a scopo di lucro e l’accettazione della propria sessualità da parte della famiglia.
In puro stile Andrew Grey si apre questa serie de “Una buona causa” dove, fortunatamente, è il bene a vincere su tutto il resto anche se, come sempre, bisogna sopportare sacrifici e superare brutte esperienze prima di poterlo vedere trionfare.
Una lettura molto scorrevole che fa riflettere, sorridere ed emozionare.



“Un guerriero corre verso la battaglia, non importa quanto desideri proteggere se stesso e fuggire. Tu sei così. Hai lottato per i ragazzi. Tu e la tua tribù state affrontando nientemeno che lo Stato. Non tutte le battaglie si combattono con le armi o con i pugni; alcune si affrontano con le parole, stando dalla parte della giustizia. È questo quello che fai.” Guardai Mato che correva attorno a sua sorella, seduta sull’erba. “E in questo caso, loro due sono stati la ricompensa per la tua vittoria.”

“Può sembrare una sciocchezza romantica, ma voglio che la famiglia di John sia anche la mia. Lui è l’altra mia metà, quella migliore, a volte.” Lo guardai e gli sorrisi, prendendolo per mano. “Io non ho una famiglia. I miei mi hanno voltato le spalle anni fa. Ma amo suo figlio.” Strinsi la mano di John e questi rispose al mio gesto. “Non la biasimo per la sua cautela, proprio come non ho biasimato il consiglio della tribù; ma Akecheta conosce il mio cuore e io conosco il suo.”

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