TITOLO: DRIVEN - 1. GUIDATI DALLA PASSIONE
AUTORE: K. BROMBERG
EDITORE: FABBRI
GENERE: ROMANCE CONTEMPORANEO - EROTICO
DATA DI USCITA: 6 OTTOBRE 2016
Rylee è una giovane sognatrice che lavora in un orfanotrofio. Colton è un pilota miliardario ed egocentrico, abituato a ottenere tutto quello che desidera. Nessuno dei due lo avrebbe mai creduto possibile, ma tra loro è scattata subito la scintilla. Quando però la relazione sembra pronta per il passo successivo, entrambi devono fare i conti con la propria storia. Riuscirà Rylee a lasciarsi andare dopo il dolore provato per la morte dell'ex fidanzato? E Colton sarà in grado di aprirle il proprio cuore nonostante abbia passato una vita intera a crearsi una corazza? Questa è la sfida che dovranno vincere per far sì che la passione si trasformi in amore...
QUALCHE INFORMAZIONE SU QUESTA SERIE...
La serie DRIVEN di K. Bromberg ha fatto il suo ingresso nelle librerie degli Stati Uniti il giorno di Natale del 2013 e da quel giorno le fan italiane lo aspettano con impazienza.
Cosa rende così clamoroso il successo di questa serie? Scopriamolo insieme:
Il protagonista maschile, l'affascinante Colton Donavan, irrompe fin dal primo capitolo con una carica sensuale da far invidia a tutti gli uomini di carta contemporanei. Come molti dei suoi colleghi, Colton appartiene a una certa classe sociale ma la sua vita è divisa fra due componenti; uomo d'affari accanto al padre e pilota da corsa per soddisfare il suo lato competitivo.
Ed è proprio questa sua vena competitiva a far scattare la molla con Rylee, la docile e sottomessa...
... scherzavo. Rylee è tutto l'opposto. Il passato ha indurito la sua corazza e adesso la mostra con fierezza, sventolandola sotto il naso all'arrogante uomo dagli occhi verdi che è seriamente intenzionato a sferrare il primo assalto.
Come finirà questo scontro?
Come dicevamo all'inizio, questa serie è giunta quasi all'ottavo capitolo (non vi riveliamo le trame dei capitoli successivi per non fare spoiler ma abbiamo inserito sotto i link di Goodreads nel caso in cui qualcuno di voi fosse molto curioso...).
Possiamo dirvi con certezza che qui da noi, al momento, è prevista la pubblicazione dei primi tre capitoli, Driven - Fueled - Crashed, mentre per i seguenti dovremo aspettare ancora un po' per conoscere le sorti di Colton e Rylee.
1) Driven: guidati dalla passione (data di uscita 6 ottobre 2016)
2) Fueled
3) Crashed
3.5) Raced
8) Down Shift
GIVEAWAY
Da oggi 4 ottobre fino a lunedì 10 ottobre alle ore 12:00, avrete la possibilità di ospitare a casa vostra Colton Donovan. Come fare? Facilissimo, basta seguire alcuni semplici passi.
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Conoscerete il fortunato lettore giorno 11 ottobre consultando il blog o le pagine sopra indicate indicate. Che aspettate? Fatevi avanti.
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E ADESSO UN REGALO PER VOI, L'INCIPIT DEL ROMANZO:
Finalmente un po’ di silenzio. Sospiro, felice di essermi allontanata, anche solo per un momento, dalle inutili conversazioni che imperversano dall’altra parte della porta. Sono i miei ospiti, ma questo non significa che mi debbano piacere per forza o che debba sentirmi a mio agio in loro compagnia. Per fortuna, Dane ha capito che avevo bisogno di una tregua e ha lasciato che fossi io a sbrigare questa piccola incombenza per lui. Percorro i corridoi deserti del backstage del vecchio teatro che ho affittato per l’evento di stasera, e raggiungo il camerino dove Dane, prima della festa, ha lasciato le liste. Ripasso mentalmente l’elenco di cose da fare per l’attesissima asta. L’istinto però mi dice che sto dimenticando qualcosa. Mi tocco il fianco, dove di solito tengo il cellulare con l’elenco sempre aggiornato, ma sento solo l’organza di seta del mio abito da cocktail color rame. «Non è possibile» mormoro, cercando di ricordarmi cosa mi sta sfuggendo. Mi appoggio al muro, e il corpetto increspato del vestito mi impedisce di inspirare a fondo. Questo abito è stupendo, però avrebbe dovuto essere accompagnato da un biglietto di avvertimento: respirare è un optional. Pensa, Rylee, pensa! Dondolo avanti e indietro per alleviare il dolore ai piedi, costretti nelle scarpe tacco dieci.
Le palette per l’asta! Devo prendere le palette per l’asta! Mi stacco dal muro e avanzo di qualche passo. Ed è in quel momento che li sento. Una risatina femminile fluttua nell’aria, seguita da un gemito roco e da una voce maschile che sussurra: «Oh mio Dio». Mi blocco immediatamente, sconvolta. Appena mi abituo al buio, riesco a distinguere una giacca da smoking nera appoggiata su una sedia e un paio di sandali alla schiava buttati sul pavimento. Non farei una cosa del genere in pubblico nemmeno per tutto l’oro del mondo. Stringo forte gli occhi in un istante di indecisione. Ho davvero bisogno delle palette che sono nel ripostiglio in fondo al corridoio. Purtroppo, però, l’unico modo per arrivarci è passare accanto a quei due. Non ho altra scelta. Mi auguro almeno che non si accorgano della mia presenza. Mi avvio cercando di non sbirciare e in punta di piedi per evitare che i tacchi rimbombino sul parquet. L’ultima cosa che desidero è trovarmi faccia a faccia con qualcuno che conosco. Sospiro di sollievo quando raggiungo il ripostiglio. Armeggio con la maniglia, mentre mi sforzo di riconoscere la voce della donna. Con uno strattone riesco ad aprire la porta e accendo la luce. Individuo subito la borsa con le palette sullo scaffale più lontano, ma nell’attimo in cui afferro i manici, la porta alle mie spalle si chiude sbattendo con una tale forza da far tremare i mobiletti dello sgabuzzino. Mi volto per riaprirla e noto che si è staccata dal cardine.
Lascio cadere la borsa, che atterra con un rumore metallico. La maniglia gira, però la porta non si sposta di un centimetro. Sento montare il panico e tento di spingere il battente con tutta la mia forza. Non si muove. «Cavolo!» mi maledico. «No, no, no!» Scuoto la testa frustrata. Ho tantissime faccende da sbrigare prima che l’asta cominci. E naturalmente non ho neanche il cellulare per chiamare Dane e chiedergli di venire a tirarmi fuori di qui. Appena chiudo gli occhi, ho l’impressione che le pareti dello stanzino scorrano, avvicinandosi sempre di più l’una all’altra e richiudendosi su di me. Mi accerchiano. Mi soffocano. Il cuore batte in modo irregolare mentre tento di controllare la paura che mi sta artigliando. Il respiro breve e veloce mi risuona nelle orecchie. Non sono in grado di cancellare quegli atroci ricordi. Prendo a pugni la porta e, quando perdo il contatto con la realtà, sono sopraffatta dall’angoscia. Un rivolo di sudore mi scorre lungo la schiena. Le pareti continuano ad avanzare verso di me. Devo assolutamente fuggire. Busso ancora, gridando come una pazza e sperando che qualcuno mi possa sentire. Poi abbasso lo sguardo e noto che ho del sangue sulle mani. Sbatto le palpebre per riscuotermi dalle allucinazioni, solo che non riesco a liberarmene. Sono in un posto diverso. In un tempo diverso. Intorno a me c’è l’odore acre della distruzione. Della disperazione. Della morte. Nelle mie orecchie, sento il suo respiro agonizzante. Lui sta ansimando. Lui sta morendo. Provo un dolore intenso, lacerante, di quelli che si annidano talmente in profondità nell’anima da farti temere che non ti abbandoneranno mai. Nemmeno alla morte. Le mie urla mi riscuotono dai ricordi, e sono così disorientata che non capisco più se vengono dal passato o dal presente. Controllati, Rylee! Mi asciugo le lacrime con il dorso della mano e ripenso alle sedute di terapia in cui per anni ho tentato di dominare la claustrofobia. Mi concentro su un segno sul muro di fronte a me e conto lentamente. Immagino di allontanare le pareti, proprio come quei ricordi insopportabili. Mi tranquillizzo un pochino. So che Dane verrà a cercarmi a breve. Lui sa dove sono, tuttavia questa certezza non allevia il panico che torna a galla. Inizio a battere di nuovo sulla porta con le nocche, gridando più forte che posso. Prego che qualcuno mi ascolti e mi liberi. Che qualcuno mi salvi ancora. In questo incubo, i secondi sembrano minuti e i minuti ore. Ho l’impressione di essere bloccata per l’eternità in questo sgabuzzino che diventa sempre più piccolo. Mi sento sconfitta, perciò urlo per l’ennesima volta e poi appoggio gli avambracci contro il battente per riposarmi. Cedo alle lacrime. I singhiozzi mi scuotono con violenza. E all’improvviso ho la sensazione di cadere. Di cadere in avanti e allo stesso tempo di inciampare nel corpo solido di un uomo di fronte a me. Con le braccia circondo un torace muscoloso, mentre le gambe si afflosciano. L’uomo d’istinto mi afferra e sostiene il mio peso per attutire l’impatto. Alzo lo sguardo e registro al volo la massa di capelli neri dalle ciocche scompigliate, la pelle abbronzata, la leggera ombra di barba… Poi i suoi occhi. Una scarica di elettricità – un’energia quasi palpabile – mi percorre appena incrocio le sue limpide iridi verdi e guardinghe. Un lampo di sorpresa le attraversa, ma l’intensità e la malizia con cui mi sta fissando sono snervanti. La reazione del mio corpo è immediata, e bisogni e desideri a lungo dimenticati riaffiorano con prepotenza. Come può una persona che non avevo mai visto farmi scordare il panico e la disperazione che provavo soltanto pochi istanti fa? Commetto l’errore di rompere il contatto visivo e guardare la sua bocca. Le labbra piene e ben disegnate si increspano intanto che mi studia e poi, piano piano, si allargano in un sorriso sornione. Oh, come vorrei questa bocca su di me, sempre e ovunque. Ma che diavolo sto pensando? Quest’uomo è totalmente fuori dalla mia portata. Anni luce distante dalla mia portata! Arrossisco, sono davvero in imbarazzo sia per la situazione sia per i miei pensieri proibiti. Stringo la presa sul suo bicipite e tento di ritrovare la calma. Cercando di rimettermi in piedi, però, inciampo nei tacchi altissimi e gli finisco ancora più addosso. Balzo indietro per allontanarmi da lui, solo che sfioro con il seno il suo torace forte, incendiando le mie terminazioni nervose. Minuscole esplosioni di desiderio mi solleticano il ventre. «Oh… ehm… Mi dispiace tanto» balbetto. Ora che posso godermi la sua immagine intera devo ammettere che quest’uomo è ancora più disarmante: perfetto nella sua imperfezione e sexy come un angelo ribelle, con un sorrisetto arrogante e un’aria che suggerisce guai in vista. Lui inarca un sopracciglio, notando la lenta ispezione a cui lo sto sottoponendo. «Non deve affatto scusarsi» risponde con voce roca, una voce che evoca immagini di perversione e sesso. «Sono abituato alle donne che cadono ai miei piedi.» Sgrano gli occhi, mi auguro che stia scherzando, eppure la sua espressione enigmatica non tradisce nulla. Gli sono talmente vicina che avverto il suo respiro sulla guancia e il profumo di sapone misto all’acqua di colonia delicata. «Grazie» dico senza fiato. Vedo il muscolo della sua mascella serrata pulsare mentre mi guarda. Perché quest’uomo mi rende nervosa, come se mi dovessi giustificare? «La… la porta si è chiusa dietro di me. È inceppata. Ho avuto un attacco di panico…» «Sta bene? Signorina…» La mia risposta tarda ad arrivare intanto che lui mi tiene il palmo sulla nuca per avvicinarmi a sé e sorreggermi. Strofina la mano libera lungo il mio braccio nudo, in quello che immagino sia un modo per accertarsi che non mi sia fatta male. Il mio corpo registra la scia di scintille che la punta delle sue dita mi sta accendendo sulla pelle, e nel frattempo realizzo che la sua bocca sensuale è solo a un sussurro di distanza dalla mia. Schiudo le labbra e mi si blocca il respiro nell’istante in cui mi sfiora dolcemente la guancia con le nocche. «Ma che cazzo» mormora qualche secondo prima che la sua bocca tocchi la mia. Sono sotto shock, eppure le mie labbra si aprono permettendo alla sua lingua di insinuarsi tra loro. Gli appoggio le mani contro il petto, cercando di resistere a quel bacio non richiesto. Cercando di assecondare la logica. Cercando di negare ciò che il mio corpo sta reclamando: abbandonare le inibizioni e godere di questo momento speciale.
Il buonsenso ha la meglio e lo allontano di un millimetro. La sua bocca si stacca dalla mia, mentre i suoi occhi, colmi di ardente desiderio, sono inchiodati ai miei. Mi sforzo di ignorare il fuoco che si è acceso nel profondo del mio ventre. Mi accorgo che io voglio questo bacio. Voglio sentire quello che mi è mancato così tanto, quello che ho negato a me stessa di proposito. Voglio comportarmi in maniera avventata e avere quel bacio, quello di cui parlano i romanzi, in cui si trova l’amore e si perde l’innocenza. «Decidi tu, dolcezza» mi ordina lui. «Un uomo può controllarsi solo fino a un certo punto.» L’idea folle che una ragazza semplice come me possa far perdere il controllo a un uomo come lui mi disorienta. Lui approfitta del mio silenzio e, prima di stringere la presa sulla mia nuca, un sorriso lascivo gli piega gli angoli della bocca. Poi preme le labbra sulle mie. Indagando. Assaggiando. Pretendendo. Resistere è inutile e mi abbandono a lui. Istintivamente sposto le mani dal suo viso e gli passo le dita tra i capelli che si arricciano sopra il colletto. Un gemito basso gli parte dalla gola, dandomi coraggio: la mia lingua si intreccia e danza con la sua. È un balletto lento e seducente, punteggiato da sospiri. Lui sa di whisky. La sua sicurezza trasuda ribellione e io mi sento travolgere dalla lussuria. Una combinazione inebriante, che mi fa pensare che lui sia un cattivo ragazzo da cui questa brava ragazza dovrebbe stare alla larga. Nella mia mente scorrono immagini di schiene che si inarcano, di mani aggrappate alle lenzuola: sesso che sarebbe senza dubbio prepotente come il suo bacio. Sto cedendo, anche se so che tutto questo è sbagliato. La mia coscienza mi dice di smettere. Che io non faccio queste cose. Che non sono quel tipo di ragazza. Che sto tradendo Max a ogni carezza. Eppure mi fa sentire così incredibilmente bene. Seppellisco la razionalità sotto il desiderio che infuria attraverso i miei sensi. La sua mano si sposta verso il mio bacino e mi spinge contro di lui, reclamandomi. La sua erezione preme sul mio ventre, inviandomi una scarica elettrica all’inguine: sono umida. Sposta la gamba tra le mie, provocandomi un intenso spasmo di piacere. Gemo piano, invitandolo ad andare oltre, mentre l’eccitazione aumenta. Sto annegando nelle sensazioni che mi dà, però non sono disposta a tornare a galla per respirare l’aria di cui ho un disperato bisogno. Mi mordicchia il labbro inferiore, mentre mi palpa il sedere. Per tutta risposta le mie unghie gli graffiano la nuca, come a rivendicare un diritto di proprietà. «Dio, ti voglio adesso» mi sussurra tra i baci, rendendo più intenso il desiderio e avvolgendo un seno con la mano. Emetto un gemito soffocato appena le sue dita mi accarezzano un capezzolo indurito. Voglio il suo peso sul mio corpo, la sua pelle nuda sulla mia, voglio sentirlo muoversi dentro di me. Avvinghiati, urtiamo la piccola nicchia nel corridoio. Lui mi spinge contro il muro, mentre i nostri corpi si palpano freneticamente, si assaggiano. Il suo palmo sfiora l’orlo del mio vestito da cocktail e si blocca quando tocca i bordi di pizzo delle calze autoreggenti. «Oh mio Dio» mormora mentre strofina la mano lungo la mia coscia, a un ritmo dolorosamente lento, fino al piccolo triangolo di pizzo. Cosa? Quelle parole. Mi stacco di colpo come se mi avessero frustata: sono le stesse parole che ho udito poco fa passando accanto alla nicchia. Hanno l’effetto di una secchiata di acqua gelida sulla mia libido. Ma cosa cavolo sto combinando? Faccio sesso con un tizio che non conosco? E soprattutto, perché proprio adesso, nel bel mezzo di uno degli eventi più importanti dell’anno? «No. No… Non posso farlo.» Barcollo all’indietro e mi porto una mano tremante alla bocca. Nei suoi occhi verde smeraldo noto un lampo di rabbia. «È un po’ tardi, dolcezza. Sembra proprio che tu l’abbia già fatto.» Un moto di furia mi attraversa, perché sono abbastanza sveglia da dedurre che per lui sono appena diventata l’ennesima conquista della serata. Lo guardo, e l’aria compiaciuta sul suo volto mi fa venire voglia di insultarlo. «Chi diavolo ti credi di essere per toccarmi così? Per approfittare di me in questo modo?» gli grido in faccia, nascondendo la vergogna dietro la collera. Come ho potuto abbandonarmi al suo bacio sconvolgente e alle sue dita abili senza nemmeno sapere come si chiama? «Davvero?» mi chiede ironico, piegando la testa di lato e grattandosi l’accenno di barba. «Mi pareva che ti stessi sciogliendo tra le mie braccia…» E ride maliziosamente. «Non prendere in giro la piccola puritana che c’è in te cercando di convincerti che non ti sia piaciuto. Che non vorresti andare oltre.» Si avvicina di un passo, scrutandomi con aria divertita e al contempo pericolosa. Traccia con un dito la linea della mia mascella. Nonostante mi scosti, il calore del suo tocco riaccende il mio desiderio. In silenzio rimprovero il mio corpo per il suo tradimento. «Mettiamo in chiaro una cosa» ringhia. «Io. Non. Prendo. Ciò. Che. Non. Mi. Viene. Offerto. E lo sappiamo entrambi, dolcezza, che tu me l’hai offerto.» Sorride. «E più che volentieri.» In questo istante vorrei tanto essere una di quelle persone capaci di dire la cosa giusta al momento giusto. Ma non sono così. A me viene in mente ore dopo, quando posso rimpiangere di non averla detta. So che finirà così anche stavolta, perché non sono in grado di rimettere al suo posto quest’uomo troppo sicuro di sé, che però sta dicendo la verità. «Quelle stronzate da povera ragazza indifesa possono funzionare con il tuo ragazzo che ti tratta come una statuina di porcellana, fragile e bella da guardare. Di quelle che si usano poco…» Scrolla le spalle. «… Ma ammettilo, è noioso.» «Il mio raga…» balbetto. «Io non sono fragile!» «Sul serio?» ribatte lui, allungando la mano per sollevarmi il mento, mentre mi guarda negli occhi. «Di sicuro ti sei comportata come se lo fossi.» «Smettila!» «Oooh, siamo un po’ aggressive.» Il suo ghigno arrogante mi urta i nervi. «Mi piace l’aggressività, dolcezza. Ti rende ancora più desiderabile.» Stronzo! Sto per spiattellargli che so che ha già «fatto conoscenza» con qualcun’altra in fondo al corridoio, pochi minuti fa, prima di passare a me. Lo fisso e all’improvviso mi sfiora il pensiero che quest’uomo mi ricordi qualcuno. Lo spingo via, sono agitata, ecco tutto.
Mentre sto per aprire bocca, sento la voce di Dane che mi chiama. Provo un’ondata di sollievo quando lo vedo in fondo al corridoio. Mi sta guardando in modo strano, molto probabilmente è perplesso per il mio aspetto disordinato. «Rylee? Ho davvero bisogno di quelle liste. Le hai prese?» «Ho dovuto fare un’altra cosa» mormoro. Lancio un’occhiata a Mister Arrogante dietro di me. «Arrivo subito. Devo solo… Aspettami un momento, okay?» Dane annuisce e io mi volto verso la porta del ripostiglio, afferro le palette sparse sul pavimento, cercando di muovermi con più grazia possibile, e le butto nella borsa. Esco ed evito di incontrare i suoi occhi mentre mi incammino verso Dane. Espiro, contenta di essere diretta verso una zona più familiare, quando sento la sua voce alle mie spalle. «Questa conversazione non è conclusa, Rylee.» «Io invece credo di sì, Asso» ribatto, mentre mi affretto lungo il corridoio, tenendo le spalle dritte e la testa alta, nel tentativo di conservare intatto il mio orgoglio. In un attimo raggiungo Dane, il mio confidente e più caro amico al lavoro. Una volta superata la porta del backstage, lascio andare il respiro che non mi ero neanche accorta di trattenere e appoggio la schiena contro il muro. «Che cosa ti è successo, Rylee? Sei un disastro!» Mi squadra dalla testa ai piedi. «Ha qualcosa a che fare con quel dio greco?» Ha tutto a che fare con quel dio greco, vorrei confidargli. «Non ridere» dico. «La porta del ripostiglio si è inceppata e io sono rimasta bloccata dentro.» «Poteva succedere solo a te!»
Lo colpisco scherzosamente sul braccio. «Davvero, non è divertente. Mi sono fatta prendere dal panico, dalla claustrofobia. Si sono spente le luci e il buio mi ha ricordato l’incidente.» Un lampo di preoccupazione gli attraversa gli occhi. «Sono impazzita, quel tipo mi ha sentito urlare e mi liberata. Questo è tutto.» «È tutto?» mi chiede, inarcando un sopracciglio come se non mi credesse. «Sì. Per un minuto mi sono sentita persa.» Odio mentirgli, ma per ora è meglio così. Più sono irremovibile, prima lui lascerà cadere l’argomento. «Be’, è un peccato, perché: che figo!» Rido, mentre mi passa il braccio intorno alle spalle in un veloce abbraccio. «Dài, vai a rinfrescarti. Poi abbiamo bisogno che tu torni a socializzare e a occuparti degli ospiti più importanti. Mancano circa trenta minuti all’inizio dell’asta.» Mi guardo nello specchio del bagno. Dane ha ragione: sono un disastro. Ho rovinato la pettinatura e il trucco che Haddie, la mia coinquilina, mi aveva aiutato a fare. Prendo un pezzo di carta e cerco di tamponare il viso per riparare i danni. Le lacrime hanno lasciato un cerchio rosso intorno ai miei occhi color ametista, e il rossetto è sbavato. Una ciocca di capelli castani è sfuggita al fermaglio e la cucitura del vestito è di traverso. Sento il rimbombare sordo della musica al di là del muro. Respiro profondamente e mi appoggio al lavandino per un momento. Poi sistemo l’abito per rimettere a posto lo scollo a cuore e le mie generose ragazze. Passo le mani sui fianchi per spianare i punti in cui il tessuto si aggrappa alle curve.
Frugo nella borsetta che Dane mi ha riportato e rinfresco il make-up. Aggiungo un po’ di mascara alle ciglia folte e riapplico l’eyeliner. Il trucco non è professionale come quello che mi aveva fatto Haddie, ma va abbastanza bene. Adesso sono pronta per tornare ai festeggiamenti.
CONTINUATE A SEGUIRE IL BLOG TOUR, ALTRE INTERESSANTISSIME TAPPE VI ASPETTANO!
Oddio grazie mille *________*
RispondiEliminaangelina.alboreo@hotmail.it
#readDriven ! La faccenda dall'incipit è già da ansia a mille ma ehi, è sbagliato avere il protagonista maschile sui bassifondi.....? :O >.<
Mamma mia che caldo ♡.♡
RispondiEliminaHai capito Colton??? Parte subito in missione :-D ahahahahah :-D
Ma quanto ci piacciono questi ragazzacci???
Vedo che si tratta di una serie molto lunga e spero davvero che non venga interrotta!
Partecipo al blogtour e al Giveaway ;-)
Lettori fissi: Rosy Palazzo
Mail: rosy.palazzo1612@gmail.com
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Grazie mille per l'opportunità ♡
meraviglia, partecipo e condivido volentierissimo! ;)
RispondiEliminaLuigi Dinardo
luigi8421@yahoo.it
Partecipo assolutamente😍
RispondiElimina#readDriven trama davvero interessante
Grazie dell' opportunità.
E-mail: Tertartaro@virgilio.it
partecipo marinaenza@virgilio.it
RispondiEliminaPardon ho dimenticato l'hashtag per cui rifaccio il commento! Scusate ♡
RispondiElimina#ReadDriven
Mamma mia che caldo ♡.♡
Hai capito Colton??? Parte subito in missione :-D ahahahahah :-D
Ma quanto ci piacciono questi ragazzacci???
Vedo che si tratta di una serie molto lunga e spero davvero che non venga interrotta!
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Grazie mille per l'opportunità ♡
#readDriven Questo libro sembra proprio una bomba! È imperdibile, adoro i protagonisti "cattivi", per non usare un altro termine! 😁😍
RispondiEliminaLettrice fissa dei blog come Alexandra Scarlatto, messo mi piace alle pagine indicate, compilato il form.
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Occasione imperdibile *.* partecipo con piacere
RispondiEliminahttps://www.facebook.com/chicca.tamburrino/posts/1041458579306656
GFC/FB: Chicca Tamburrino
e-mail: pleadi@inwind.it
#readDriven Partecipo più che volentieri! Sembra moolto interessante!! :3
RispondiEliminaHo condiviso: https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=203582220063682&id=100012357157650
andibelieveinabookagain@gmail.com
#readDriven questo libro inizia col botto! Sarà davvero interessante leggerlo! lauradomy@hotmail.it
RispondiElimina#readDriven
RispondiEliminagrazie dell'opportunità seguirò con entusiasmo il blog tour
dilorenzomarianna07@gmail.com
#readDriven wooow! Incipit coi fiocchi! Avevo già adocchiato il romanzo 😍
RispondiEliminaLettrice fissa : Anna Perillo
Mail : enny-love@hotmail.it
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#readDriven
RispondiEliminaPartecipo a questo imperdibile blogtour.
Domandina.... Ma.... con il libro viene spedito anche Colton,vero????
:P
Sono iscritta ai lettori fissi come: Eleonora C
La mia mail è: eleonora.ci92@gmail.com
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