Mia Hayes, detta Rabbit, ama la sua
vita, fatta di cose semplici e di persone straordinarie. Ama sua figlia Juliet
- dodici anni e coraggio da vendere - che ha cresciuto da sola. Ama il lavoro
di giornalista. Ama la sua famiglia, chiassosa e irlandese fino al midollo. Ama
da sempre un unico uomo, Johnny Faye, anche se la loro storia risale a
vent'anni prima: è stato lui, quando erano ragazzini,
ad affibbiarle quel soprannome, per i codini che assomigliavano a orecchie di
coniglio. Eppure, per quanto ami la vita, la vita stessa ha altri piani per
Rabbit. Lei ci ha provato, a combattere contro la malattia, proprio quella che
le ha fatto capire quanto fosse fortunata ad avere con sé quelle persone
speciali e quelle cose semplici. Ma ora le restano solo pochi giorni. Quanto
tempo è necessario per pensare al futuro di tua figlia? Quanto per insegnare
alla tua famiglia a dirti addio? Quanto ancora per rivivere di nuovo il tuo
unico, grande amore? Rabbit sa che non conta il quanto, ma il come, purché si
faccia tesoro di ogni istante. Perché anche un solo attimo può racchiudere il
senso di tutta una vita, per noi e per chi ci porterà per sempre nel cuore.
Vi è capitato
mai di avere un colpo di fulmine con un libro? Ebbene, è proprio ciò che è
successo a me con la bellissima copertina prima, e la trama poi. Mi bloccava
solo la mole di emozioni che inevitabilmente questo romanzo mi avrebbe
provocato … E non mi sbagliavo. Ma sono felice di aver superato i miei dubbi e
di essermi tuffata ad occhi chiusi in questa lettura; se dovessi definirla in
una sola parola, la più adatta sarebbe INTENSA.
“Non importa quello che
dicono i medici. Io non mi arrendo. Tutto a un tratto le si velarono gli occhi,
e le lacrime presero a sgorgare come se in lei fosse scoppiata una diga”
Rabbit Hayes
era convinta di avercela fatta, di aver sconfitto il suo male e di poter
riprendere a godersi la vita come aveva sempre fatto, a modo suo. Nonostante la
paura, ha lottato con tutte le sue forze per sé, per la figlia Juliet e per
tutte le persone che le stanno accanto e che la amano.
Ma
purtroppo, a volte, il destino è cattivo, e il male ritorna. E questa volta sta
portando Rabbit via con sé. Le resta poco tempo da vivere, e questo poco tempo
sarà sufficiente per stabilire a chi sarà affidata la figlia una volta che lei
se ne sarà andata e a pianificare il proprio funerale.
“E poi non deve essere
un funerale pomposo. Vi chiedo solo di parlare con il cuore, di ridere, di
raccontare qualche aneddoto e conservare un bel ricordo di me”
Rabbit è una
giovane mamma single, ma anche una figlia, una sorella, una zia, un’amica.
Scrive su un blog, ama la musica e la vita. E’ una donna forte, coraggiosa, che
non si arrende facilmente, in nessuna circostanza, sa farsi valere e ha
carattere. Ma tutte queste belle qualità non la salveranno dal suo imminente
destino.
“Non getto la spugna,
Dio, mi senti? Gridò mentalmente. C’è qualcuno che mi sente lassù, poro cazzo?”
Un narratore
esterno alla storia, in ogni capitolo, ci parla di uno dei personaggi che fanno
da sfondo alle vicende, si parla infatti della madre, del padre, del fratello e
della sorella, della figlia, dell’amica del cuore e anche di Rabbit stessa.
Ogni personaggio ci lascia un pezzo della sua storia con dei flash back del
passato e un ritorno al presente e alle emozioni che in ognuno di loro suscita
ciò che sta accadendo.
Lo stile
dell’autrice è semplice, diretto e in grado di coinvolgere completamente il
lettore, evocando immagini nitide e chiare nella sua mente. E i personaggi,
tutti quanti, sono caratterizzati alla perfezione.
Inutile dire
che questo libro è triste, l’argomento trattato è delicato e, purtroppo
aggiungerei, reale.
Durante la
lettura di questo sono stata investita da una tempesta di emozioni, e nonostante
ciò che ho appena affermato di sopra, l’ho trovato bellissimo per la dolcezza
che emana ad ogni pagina, soprattutto quando si parla dell’amore passato di
Rabbit, Johnny. Un amore che durerà in
eterno.
Penso di non
avere mai pianto così tanto leggendo un libro, forse neanche per “Io prima di
te”, anche perché di solito le lacrime vengono riservate tutte al finale,
invece questa volta ho pianto dall’inizio alla fine, anche se spesso mi
interrompevo per ridere delle battute dei personaggi.
Il senso di impotenza delle persone che
circondano Rabbit con il loro affetto, la rabbia e la frustrazione che provano,
è palpabile ed è impossibile non immedesimarsi nei loro stati d’animo. Rabbit
dal canto suo non vorrebbe arrendersi nemmeno davanti all’inevitabile, ma non
può fare altro e si sente in colpa per il dolore che, davvero senza
volerlo, causerà alle persone che ama. E
il senso di colpa aleggia anche sui famigliari,
per le parole non dette, i gesti non compiuti e tutto il resto.
“La nostra bambina sta
morendo e noi dovremmo proteggerla, Molly. Perché non stiamo facendo tutto il
possibile per salvarla?”
Questo libro
mi ha strappato il cuore dal petto, lo ha stritolato e maltrattato e poi lo ha
rimesso insieme e lo ha rimesso al suo posto; mi ha dato modo di riflettere
moltissimo sulla vita e sulla morte. Al vuoto che viene lasciato dalle persone
care che se ne vanno, quel vuoto che non verrà mai colmato, a quelle assenze che
non si dimenticheranno ma alle quali, inevitabilmente, ci si abituerà.
“Marjorie poggiò
delicatamente la propria mano su quella dell’amica. Lo so che non sopporti
tutti quelle storie sulla vita ultraterrena, ma io spero davvero di rivederti, perché
la mia vita senza di te, amica mia, be’, non me la immagino proprio”.
Ho pensato a
quanto tempo passiamo a lamentarci delle cose che non vanno, a provare rancore
e rabbia, e un sacco di altri sentimenti negativi, lasciandoci sfuggire le
piccole cose che rendono grande e preziosa la nostra vita. Ho pensato anche che
non voglio morire, anche se so che è il destino di ogni essere umano,
semplicemente non voglio, così come non vuole Rabbit.
Ma in questi
casi ciò che vogliamo non conta e quindi non ci resta che vivere la nostra vita
al meglio, cercando di essere la versione migliore di noi stessi.
I miei
complimenti all’autrice per averci regalato un libro così vero e così bello che
racchiude un magnifico messaggio di speranza, soprattutto per chi crede fermamente
che non sia solo tutto qui; la speranza è il motore che ci fa andare avanti
anche quando non c’è più nulla da fare, ma si crede sempre in un miracolo dell’ultimo
minuto, perché è dura accettare la sconfitta.
Non posso fare altro che dare il massimo dei
voti e, se ci fosse una valutazione in lacrime, sarebbero milioni.
Anna
McPartlin vive a Dublino, dove è nata nel 1972.
Ha alle spalle una carriera da attrice di cabaret, che ha lasciato un segno
indelebile su quella che è sempre stata la sua più grande passione: la
scrittura.
Sceneggiatrice e autrice televisiva, ha raggiunto fama internazionale grazie ai
suoi romanzi, tutti bestseller.
Il più recente, Fai buon viaggio, Rabbit Hayes, in corso di pubblicazione
in dieci Paesi, ha già raggiunto i vertici delle classifiche in Gran Bretagna e
Germania, è stato selezionato dai prestigiosi Simon Mayo Book Club (su BBC
Radio 2) e Richard & Judy Book Club, e si è aggiudicato il Leserpreis come
romanzo più amato dai lettori tedeschi.
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