mercoledì 13 aprile 2016

Una luce accecante di Renae Kaye


Jake Manning non è mai stato bravo a tenere a freno la lingua. A causa di questa pessima abitudine – e di una buona dose di sfortuna – non riesce mai a tenersi un lavoro. Ora ha un grosso debito da saldare e una madre alcolizzata e tre sorelle di cui prendersi cura. Quando gli viene offerto un posto da domestico, Jake è così disperato che accetta senza pensarci due volte. Ma gli basta un giorno per capire che il suo nuovo datore di lavoro, Patrick Stanford, è un uomo viziato, arrogante, maleducato e… cieco.
Nato senza l’uso della vista, Patrick è abituato ad essere sempre accontentato, ma trova un degno avversario in Jake, che non accetta le sue intemperanze e minaccia di scambiare le etichette in braille sui barattoli della dispensa e di fuggire con il suo cane guida, se non si darà una regolata.
Lentamente, Jake comincia ad affezionarsi a Patrick, e le cose a casa sembrano andare per il meglio. Ma quando finalmente decide di pensare alla propria vita e di dedicarsi alla sua nascente storia d’amore, i doveri di famiglia si fanno nuovamente pressanti, mettendolo nella posizione di dover scegliere… o di permettere a Patrick di aiutarlo.
Dopo aver conosciuto questa autrice con il dolcissimo libro “Innamorato di Jay”, avevo grandi aspettative che sono state pienamente soddisfatte. L’intera storia è narrata in prima persona da Jake, sfortunatissimo ragazzo australiano che si barcamena con più lavori per estinguere un debito contratto dalla madre e per aiutare le sorelle che ha praticamente cresciuto, il tutto a soli ventisei anni.
Nonostante la vita dura, Jake è una personaggio molto solare e positivo che non perde mai il sorriso, un raggio di sole e sfacciataggine che entra nella vita solitaria di Patrick.
A dispetto del pov di Jake anche il personaggio di Patrick è reso magistralmente, con le sue paure e le sue insicurezze dovute alla cecità e come questa potrebbe essere percepita in una coppia. Dopo un abbandono burrascoso con l’ex, corredato da un litigio ricco di recriminazioni ed insulti, Patrick teme che nessuno voglia farsi vedere in pubblico con lui e frequentarlo in pianta stabile.
La vita fin troppo piena di impegni di Jake va a collidere con la routine solitaria di Patrick, creando una nuova abitudinarietà che possa calzare ad entrambi.
Il ritmo della narrazione è serrato, ci si ritrova “intrappolati” in una rete tessuta dalla forte personalità di Jake e dalla sua lingua lunga, ma anche dalla sua dolcezza e dalle sue debolezze.
La storia, scorrevole ed emozionante, tratta tremi delicati come l’alcolismo, l’adozione e i diritti d’adozione per le coppie gay. Non solo una bella storia d’amore, ma si tenta di sensibilizzare il lettore riguardo a temi che la nostra società tende a nascondere ancora sotto al tappeto.
L’autrice è riuscita a creare un perfetto connubio di emozioni dove l’amore per la famiglia va a braccetto con quello per il partner, senza togliere alla narrazione anche quel pizzico di passionalità che infiamma gli animi e caratterizza soprattutto le prime fasi di un innamoramento.


«Niente di speciale? Hai dimenticato una cosa, Jake Manning.»
«Quale?»
«Il tuo sorriso. Tu sorridi sempre, lo capisco dal modo in cui parli. Il tuo sorriso emana calore. Adesso dimmi, mi sbaglio?»
Arrossii, sconcertato per essere stato colto alla sprovvista.

Penso che la danza sia un dono di Dio a tutti gli uomini gay. È come se Dio ci avesse fatti gay e poi, sapendo che avremmo passato dei momenti schifosi per via degli omofobi, della discriminazione e tutto il resto, ci avesse dato il dono del ballo. Il piacere di perdere se stessi nella musica, a volte, riesce a farti dimenticare tutte le stronzate che devi sopportare per via del fatto di non essere etero.

«Per te è un problema? Che lui rovesci la roba e inciampi?»
«No,» dissi con enfasi. «Voglio dire, ci rimango male se lui ci rimane male, e mi incazzo se qualcuno ride, ma non mi importa se ha sei dita in una mano e diventa viola a ogni luna piena. Lui è quello che è, e mi piace così.»

RENAE KAYE è un’amante e una collezionista di libri, che pensa che le biblioteche siano luoghi malefici dove ti costringono a restituire i libri. Ha consumato il suo primo romanzo per adulti alla tenera età di tredici anni e da allora non ha mai smesso. Dopo anni – e migliaia di storie! – passati a leggere di personaggi che non facevano quello che voleva lei, ha deciso di scrivere un romanzo suo e ha scoperto che i personaggi continuano a non fare quello che lei vuole. Questo però non l’ha fermata. Crede che forse, un giorno, il mondo creerà una coppia perfetta, e che quella sarà la storia più noiosa di sempre. Così, fino a quel momento, si ritrova incastrata con personaggi capricciosi, sarcastici ed imperfetti che vogliono solo raccontare la propria storia.
Renae vive a Perth, nell’Australia Occidentale, e scrive in intervalli di cinque minuti tra le pretese di due bambini, un marito paziente, fin troppi animali domestici, troppe faccende e il suo adorato orto. È stata il membro più giovane di una famiglia numerosa ed è sopravvissuta e crede che una risata (e un buon libro) possano curare qualsiasi cosa.


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